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 2009  giugno 20 Sabato calendario

La coca, la villa accanto e quel sospetto di un infiltrato - La scossa c’è. Il dubbio è la magnitudo

La coca, la villa accanto e quel sospetto di un infiltrato - La scossa c’è. Il dubbio è la magnitudo. Se il terremoto giudiziario che sta investendo Silvio Berlusconi dovesse rimanere circoscritto a un giro di ragazze ospitate tra Villa Certosa e Palazzo Grazioli è un conto. Ma se dall’inchiesta barese emergesse (...) (...) pure una storia di coca, no. La faccenda si complicherebbe, eccome. La verità è nelle nove ore di intercettazioni telefoniche acquisite dalla Procura della Repubblica di Bari. Una triangolazione tra i cellulari di tre personaggi: Gianpaolo Tarantini, Alessandro Mannarini e Sabina Began. Dalle fonti ufficiali non trapela nulla. Chi ha letto le trascrizioni è rimasto tuttavia colpito dai toni espliciti con cui gli intercettati affrontano i temi di conversazione. Due in particolare: sesso e droga.  l’estate 2008. Tarantini affitta un villone nei pressi della spiaggia di Capriccioli. Una delle zone più esclusive della Costa Smeralda. Ma, soprattutto, con un vicinato di lusso. Lì a poca distanza c’è Villa Certosa, la residenza sarda del capo del governo. I due si conoscono, pare introdotti dalla Began. L’imprenditore pugliese si presenta bene: ben vestito, bella villa, bella macchina. E bellissime donne al seguito. «Girava in compagnia di Belen Rodriguez e Manuela Arcuri», ha spiegato Silvio ai suoi, giustificandosi, «non avevo motivo di dubitare». Nella villa di Capriccioli, assunto da Tarantini, lavora Mannarini. Dopo l’ascolto delle intercettazioni telefoniche, la Procura della Repubblica di Bari convoca l’uomo: è indagato per detenzione e consumo di sostanze stupefacenti. Fin qui le certezze dell’accusa: nella residenza sarda dell’imprenditore pugliese c’erano donne. E girava cocaina. Che colpa ha Berlusconi se nella villa del vicino organizzavano festini? Nessuna, ovviamente. Ciò che getta sgomento tra gli uomini di Silvio è la possibilità che il pm voglia dimostrare che, con la transumanza di donne da un civico all’altro della Costa Smeralda, qualche sostanza abbia varcato pure il portone di Villa Certosa. Ma è un teorema, si tirano su il morale i berluscones, che non sta in piedi. Lo sperano fortissimamente. Poi c’è un’altra storia. L’ipotesi che nell’entourage del Cavaliere ci sia una talpa. O, quanto meno, una falla nel sistema di sicurezza garantito al premier. Per i fedelissimi di Berlusconi ci sono cose che non tornano. Quelle foto fatte da Antonello Zappadu all’aeroporto di Olbia, per esempio. Di regola, quando il premier atterra nello scalo sardo, l’area viene circondata dai carabinieri. E, ciononostante, il fotografo è riuscito a immortalarlo - pare - dall’interno dell’area circoscritta. In più: chi avvisa Zappadu dell’arrivo di Berlusconi a Olbia? Le partenze del capo del governo da Ciampino sono comunicate a pochissimi eletti. Qualcuno di questi allerta il paparazzo? Altre perplessità sorte nello staff presidenziale riguardano le comunicazioni di Berlusconi. Il primo ministro da un po’ di tempo avrebbe ricevuto in dotazione una linea telefonica dei servizi segreti, considerata invulnerabile alle spiate. E invece continuano a finire nei brogliacci delle intercettazioni telefonate in cui uno dei due interlocutori è il Cavaliere. Perché? Sempre a proposito della sicurezza del premier: il Copasir sentirà martedì prossimo i vertici di Aisi e Aise, i servizi segreti per la sicurezza interna ed esterna. Il Comitato avrebbe fatto pervenire, attraverso il presidente Francesco Rutelli, 18 quesiti per affrontare con il «massimo scrupolo» l’audizione della prossima settimana.