24 giugno 2009
LOMBARDO: TERMINI NON SI TOCCA
Un tavolo permanente per affrontare il futuro dello stabilimento Fiat di Termini Imerese, la disponibilità di risorse per far crescere la competitività dell’area ma contestualmente un no deciso all’ipotesi di riconversione «al buio» dello stabilimento. il risultato della riunione di ieri a Palazzo d’Orleans,sede della presidenza della Regione siciliana, cui hanno preso parte oltre al governatore Raffaele Lombardo e all’assessore all’Industria Marco Venturi anche i rappresentanti di sindacati e Confindustria.
Una riunione che di fatto certifica l’opposizione dei siciliani al progetto di riconversione a partire dal 2011 di cui ha parlato l’ad Fiat Sergio Marchionne e soprattutto un no all’ipotesi di " altra destinazione produttiva" che non sia l’auto. La parola d’ordine è salvare i posti di lavoro, pur sapendo che l’80% dei dipendenti Fiat di Termini potrebbe andare in pensione nel 2015: "solo" quattro anni dopo il fatidico 2011. La prima riunione del tavolo tecnico che ha fatto incassare alla Regione giudizi positivi da parte dei sindacati e di Confindustria: «Noi riteniamo sia necessario un raccordo diretto tra Regione e Fiat per rilanciare il sito di Termini dove è notevole è notevole l’attività dell’indotto» dice Nino Salerno, presidente di Confindustria Palermo. La Cna, non invitata al tavolo, con il segretario regionale Mario Filippello dice: «Le tante aziende anche artigiane e i lavoratori dell’indotto sono le prime vittime. Gli effetti di questa situazione sono aggravati dal fatto che la Regione non ha ancora attivato gli accordi per estendere l’uso degli ammortizzatori sociali in deroga ai lavoratori delle imprese artigiane».
La riunione di ieri rappresenta il primo tassello di una strategia complessiva per spingere la Fiat a ripensare la propria strategia in Sicilia. Lo dice quasi chiaramente il governatore Raffaele Lombardo: «Crediamo – afferma – che a Termini esistano tutte le condizioni perché lo stabilimento possa continuare a essere competitivo, a partire dalle in-frastrutture, che ci sono ma che siamo pronti a rendere più funzionali. Presto incontreremo i vertici dell’azienda per rivedere il piano industriale, ribadendo che per Termini e per la Sicilia la missione produttiva di questo stabilimento rimane l’automobile e attuare quanto già concordato tra Fiat e sindacato per la produzione della nuova Y ». L’ipotesi cui si lavora ora sembra essere quella del Contratto di programma con un richiamo nemmeno troppo velato a quello che a suo tempo la stessa Fiat aveva battezzato Piano A, quello che prevedeva oltre 1,2 miliardi di investimenti e la creazione di 600 nuovi posti di lavoro rispetto ai 2.300 attuali (1.700 diretti Fiat): «Nel bilancio 2010 della Regione – dice Venturi – renderemo disponibili i 150 milioni necessari per le infrastrutture nell’area di Termini Imerese». Che le risorse non siano un problema non è una novità. Ci sonoi fondi dell’Ue: quelli del Por ma anche quelli del Pon, come il Pon Ricerca e competitività (6,2 miliardi per le 4 regioni dell’Obiettivo convergenza) che potrebbero essere utilizzati anche in questo caso per rendere competitivo un sito come quello di Termini Imerese.