Eugenio Bruno, ཿIl Sole-24 Ore 24/6/2009;, 24 giugno 2009
PER IL PARTITO ATTIVO DI 146,5 MILIONI
Il 2008 sarà ricordato dal Pd come l’anno delle "prime volte". Sia per aver esordito, anche dal punto di vista contabile, sulla scena politica italiana. Sia per avere inaugurato l’era dei bilanci certificati da revisori esterni. Sul rendiconto 2008, che il partito democratico ha chiuso con un avanzo di 146 milioni di euro, è infatti giunto il visto di «conformità » della PricewaterhouseCoopers.
Parte da qui il tesoriere Mauro Agostini nell’illustrare i risultati dell’esercizio appena chiuso. « la prima volta in Italia e forse nel mondo che il bilancio di un partito politico viene certificato » spiega Agostini che rivendica la paternità dell’iniziativa. In verità il senatore democratico puntava ad ottenere il " bollino" del certificatore statunitense nel 2009 e che, invece, c’è riuscito con 12 mesi d’anticipo. E in questa direzione, si è rivelata decisiva la decisione di iscrivere a bilancio in base a criteri di competenza ( e non di cassa) i rimborsi elettorali maturati per le scorse politiche e regionali. Seguendo la strada a suo tempo già tracciata da Forza Italia.
In pratica, i 182,4 milioni di eu-ro di proventi statali, che i democratici incasseranno da qui al 2012 e che rappresentano quasi il 96% dei ricavi complessivi, sono stati contabilizzati tutti insieme anziché essere spalmati nell’arco del quinquennio. Tale scelta spiega anche i 146,5 milioni di avanzo conseguiti. Ma Agostini ci tiene a precisare che i conti sarebbero stati chiusi con il segno «+» («per circa 15 milioni di euro», aggiunge) anche computando i finanziamenti pubblici relativi al solo 2008: 37 milioni di euro (che quest’anno scenderanno a poco più di 32 per effetto del "taglio" contenuto nel Dl 112 del 2008 mentre da 2010 torneranno di nuovo al livello precedente). Completano il quadro dei proventi i quasi 8 milioni di erogazioni liberali, per la quasi totalità contributi dei parlamentari eletti. Laddove neanche un euro è entrato dal tesseramento visto che i proventi delle sottoscrizioni restano (e resteranno) sul territorio.
Sul fronte delle spese, quasi metà di quelle correnti (poco più di 20 milioni sui 44,5 totali) derivano dalla precedente tornata elettorale. Mentre altri 4 milioni vanno imputati al costo dei 141 dipendenti (tutti ex Ds, Dl e Ulivo) in organico. Più contenute le uscite per gli immobili. Ai 550mila euro accantonati per l’affitto della sede di Sant’Andrea delle Fratte vanno aggiunti i 225mila già sborsati (e altri ne seguiranno nel 2009) per il loft del Circo Massimo. Abbandonato però 12 mesi fa.
Passando ai debiti il quadro rispecchia quello di un partito giovanissimo: 13 milioni di esposizione complessiva, di cui 5 verso i fornitori e 8 nei confronti degli organismi periferici. Ancora vacante, infine, la casella delle passività bancarie. E così Agostini vuole lasciarla.