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 2009  giugno 24 Mercoledì calendario

SENTENZA SCRITTA IN UN GIORNO. PER LA COPIA SERVONO OTTO MESI

«Io le sentenze me le scrivo a mano, appena finita l’udienza. Le leggo alle parti e il giorno dopo le deposito. Ma prima che siano pubblicate e che diventino esecutive, ci vogliono otto mesi. Tanto deve aspettare il cittadino per ottenerne una copia e per reclamare il risarcimento che eventualmente gli ho riconosciuto ». il quadro tracciato da Alfredo Blasi, vice-coordinatore dei giudici di pace di Roma, «umbro- puglise» di 69 anni, che ancora esercita l’attività di avvocato a Perugia.
La situazione di «quasi paralisi » dell’ufficio romano è dovuta alle carenze di organico del personale amministrativo. Ma quelle dei magistrati onorari non sono da meno: se i posti in organico previsti in tutti i distretti sono 4.690, i posti coperti sono 2.864.
«Si aggiunga il fatto – continua Blasi – che ad aprile 2010 per quasi 800 giudici di pace, come il sottoscritto, scade il mandato. Se il Governo non interviene, non potremo essere confermati nell’incarico».
In effetti, il giudice di pace dura in carica quattro anni e può essere confermato nell’incarico per la durata complessiva di 12 anni, e comunque non oltre il settantacinquesimo anno di età.
Tra i magistrati onorari, che dal 1995 hanno mandato in «pensione » i giudici conciliatori, sembra che nessuno voglia abbandonare le controversie tra cittadini: «Occuparci delle questioni della gente comune è la motivazione più grande», per Francesco Cersosimo, presidente dell’Associazione nazionale dei giudici di pace, classe 1941, in servizio dal 1995 e avvocato in pensione da cinque anni.
Quanto all’indennità – spiegano i giudici – «per guadagnare tanto si dovrebbe stare a testa china a scrivere sentenze dalla mattina alla sera»: il compenso lordo è di 36,15 euro a udienza, 56,81 euro a sentenza, più un fisso di 8 euro al giorno. Di questi importi, il 33% va al Fisco. E niente contributi previdenziali o indennità di maternità, perché il giudice di pace non ha un rapporto di impiego con lo Stato. «Ci sono colleghe che si presentano in udienza fino quasi al parto», aggiunge Francesco Cersosimo. Ma per chi è anche avvocato, come la maggior parte dei nuovi giudici di pace, il problema dei contributi previdenziali è risolto.
Un lavoro iniziato quasi per hobby per molti legali si è trasformato in un impegno serio, spesso difficile da conciliare con la professione:«Con l’innalzamento da 15.493 euro a 20mila euro della competenza nell’Rc auto – spiega Vito Dattolico, 71 anni, coordinatore dell’ufficio del giudice di pace di Milano, in pensione dopo 35 anni di avvocatura – gestiremo l’85%-90% del contenzioso legato agli incidenti stradali. So che molti avvocati, piuttosto che attendere i tempi della giustizia ordinaria, stanno aspettando l’entrata in vigore della riforma per presentare le istanze a noi».
A suscitare allarme tra i magistrati onorari è la prossima introduzione del reato di immigrazione clandestina: «Ci sarà un notevolissimo aggravio di lavoro per gli uffici – spiega Dattolico – perché si dovrà procedere per direttissima».