Gaia Piccardi, Corriere della sera 23/06/2009, 23 giugno 2009
GAME, SET, GRUNT: A WIMBLEDON LA BATTAGLIA DEL RANTOLO
MILANO – Dio salvi la regina dal nuovo look di Roger Federer a Wimbledon (la giacca con il colletto rigido e le marsine sembra uscita da un videoclip degli Spandau Ballet, trent’anni fa), dalle fragole con panna travolte dalla crisi (2,25 sterline per dieci fragole dieci) e dall’inquinamento acustico garantito dalle eredi della storica urlatrice Monica Seles, che il molto poco gentiluomo Michael Stich alla radio della Bbc si è sentito in dovere di interpretare in chiave freudiana («Le tenniste grugniscono in campo per vendere sesso ») e il Sun si è preso la briga di misurare. 109 decibel la portoghese Michelle Larcher de Brito, 16 anni, avversaria della Schiavone al secondo turno, accusata a Parigi dalla Rezai di urlare allo scopo di far perdere concentrazione all’avversaria ma affezionatissima alle sue abitudini: «Fare versi fa parte del mio gioco, lo faccio da quando ho preso in mano la racchetta e non smetterò solo perché qualcuna sembra infastidita. Nessuno può vietarmelo. Se alla gente non piace, che se ne vada pure dallo stadio. E se vogliono multarmi, facciano pure». 103 decibel Maria Sharapova: «Mi comporto così da quando avevo 4 anni». 90 decibel, a pari merito le sorelle Williams, la campionessa in carica Venus e Serena, sufficientemente ironica da mandare a quel paese Stich e i suoi commenti con un sorriso: «Vendere sesso? Io? Ma per chi mi ha preso, per Angelina Jolie?».
La battaglia del rantolo si è riaccesa con inutile fragore in un grigio lunedì londinese, grunt set match, quando Martina Navratilova, nel suo autorevole ruolo di commentatrice tv, si è augurata che fiocchino sanzioni a raffica per le nuove urlatrici del circuito. «Grugnire è fastidioso, poco femminile. I versi dovrebbero essere regolamentati, puniti con un warning, un penalty point e via dicendo come qualsiasi altra infrazione sul campo. Ricordo quando affrontavo la Seles e le sue grida erano così rumorose che non riuscivo a sentire il suono della palla. Era come giocare a tennis con i tappi nelle orecchie. Il problema è che i giudici sono troppo deboli per intervenire ». Deboli forse, poco tutelati di certo. Alan Mills, ex giudice arbitro dei Championships, conferma: «Nelle regole non c’è nulla che possa impedire alle tenniste di urlare». A meno che non sia dimostrato che il grugnito è emesso apposta per infastidire la rivale. «Ma è impossibile da provare» chiosa Mills.
Jimmy Connors grugnì lungo tutta la strada che lo portò a vincere 8 titoli Slam. Lendl si lamentava dei rantoli di Agassi. Il ruggito del leone mette a tacere tutti: 110 decibel.