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 2009  giugno 23 Martedì calendario

UNA SPINTA GENTILE PER VINCERE LA CRISI


«Quando, all’interno di ogni orinatoio dell’aeroporto di Amsterdam è stato messo un adesivo con l’immagine di una mosca, la quantità di pipì finita sul pavimento, sotto le latrine, è diminuita dell’80 per cento. Evidentemente, anche nei comportamenti più casuali, gli uomi­ni sono motivati dalla possibilità di prendere di mira un bersaglio. al­trettanto evidente che è possibile spingerli ad un comportamento posi­tivo in modo lieve», senza introdurre obblighi o minacciare sanzioni.

Quello delle mosche di Amsterdam è l’esempio preferito da Richard Tha­ler – docente dell’Università di Chica­go, fondatore dell’economia comporta­mentale e autore, insieme al giurista di Harvard Cass Sunstein, di Nudge, un «bestseller» negli Usa – per spiega­re la filosofia del «paternalismo liber­tario » che è alla base del loro lavoro: un libro, ora pubblicato anche in Italia da Feltrinelli, che dà alla parola «nud­ge » (pungolo) il significato di «spinta gentile».

Tutto un po’ minimalista, all’appa­renza: nell’edizione americana il li­bro sembra un «vademecum» per vi­vere meglio prendendo decisioni più sagge, meno istintive, nei campi più disparati: dal modo di investire i risparmi per la pensione allo smalti­mento ecologico dei rifiuti; dai disin­centivi alle abitudini alimentari che portano all’obesità alle clausole ma­trimoniali «automatiche» per proteg­gere il coniuge debole in caso di di­vorzio.

Come influenzare le scelte? Non con prescrizioni o divieti, dicono gli autori, ma con la «spinta gentile» di piccoli incentivi sufficienti a cambia­re i comportamenti casuali della gen­te; lasciando, però, ognuno libero di fare le sue scelte. Così il manager di una mensa aziendale viene ribattezza­to «architetto delle scelte» perché, de­cidendo di esporre frutta e verdura al­l’altezza degli occhi, può incentivare il consumo di cibi sani rispetto al «junk food». Piccoli sforzi, minimiz­zano gli autori, che possono avere conseguenze importanti, anche sul piano economico e su quello sociale. Ad esempio negli Usa, dove la pensio­ne pagata dallo Stato e ben poca cosa e la previdenza è affidata soprattutto ai piani assicurativi individuali, il nu­mero dei dipendenti con una copertu­ra è raddoppiato da quando i datori di lavoro, anziché chiedere a ogni nuovo assunto di sottoscrivere una polizza, hanno adottato l’approccio opposto, ricorrendo al silenzio-assen­so.

Nessun ordine calato dall’alto, so­lo un pungolo che funziona, sosten­gono i due «paternalisti libertari» le cui idee, però, non sono poi così po­co ambiziose. Anzi: Nudge, pubblica­to negli Usa un anno fa, è stato uno dei libri-guida della campagna elet­torale di Obama che ha usato pro­prio il metodo di Thaler e Sunstein per interpretare la crisi del sistema finanziario e che si è portato Sun­stein alla Casa Bianca come «zar del­le regole»: il supervisore dei proces­si di riforma, soprattutto su energia e ambiente.

Anche se hanno conquistato il No­bel nel 2002 con Daniel Kahneman (seguace di Thaler), gli economisti comportamentali in passato non so­no stati presi molto sul serio da quel­li classici, abituati a basare le loro analisi sull’assunto del comporta­mento razionale dell «homo oecono­micus ». Per i comportamentalisti, in­vece, sono molti i fattori esterni, le influenze, i condizionamenti psicolo­gici che alterano il profilo razionale delle scelte umani. Per questo è utile aiutare le scelte vantaggiose con pic­coli incentivi.

Smentendo chi ha fin qui sostenu­to che i mercati (e, quindi, i soggetti economici) sono perfettamente in grado di autoregolamentarsi e di tro­vare un punto di equilibrio, la crisi fi­nanziaria ha improvvisamente dato grande popolarità alle tesi della scuo­la di Thaler e Kahneman.

Quelle riprese in Nudge fanno ve­nire qualche mal di pancia non solo a liberisti, ma anche ai guardiani del­l’ideologia dei due schieramenti. La sinistra «liberal» ostenta diffidenza perché i due pensatori, centrando co­munque la loro analisi sulle decisioni personali e sul modo di influenzarle, restano ancorati all’individualismo: non sposano la logica dell’intervento pubblico in economia, né sono dispo­sti a sostenere che il benessere socia­le va garantito con atti di governo vin­colanti. Ma anche libertari e conserva­tori contrari allo statalismo sono in al­larme: temono che, servendosi del «paternalismo libertario», i governi possano diventare persuasori occulti molto più insidiosi di un’amministra­zione che, alla luce del sole, cerca di rafforzare la sua presa sulla società.

A tutte queste obiezioni Thaler ri­sponde semplicemente che la filosofia del «pungolo» non è di destra né di si­nistra. Una nuova versione della «ter­za via»? Sembra solo una battuta, ma la filosofia di Nudge non va nemmeno sottovalutata perché, così come ha ne­mici sia a destra che a sinistra, ha gran­di sostenitori su tutti e due i fronti: uno, assolutamente entusiasta, è il lea­der conservatore inglese David Came­ron che ha invitato i due autori a Lon­dra per discutere le loro idee con la di­rigenza «tory». Intanto un’icona pro­gressista come Obama, che all’univer­sità di Chicago ha frequentato per an­ni Thaler e Sunstein (marito di un’al­tra collaboratrice del presidente, Sa­mantha Power), si prepara a ricorrere a qualche pungolo (più o meno) genti­le per spingere gli americani a compra­re auto più piccole e «risparmiose», anche ora che il prezzo della benzina negli Usa è sceso sotto l’equivalente di mezzo euro al litro. Una spinta che, probabilmente, assumerà la forma de­gli incentivi all’acquisto di veicoli più efficienti e della parallela tassazione di quelli più inquinanti.