Il sole 24 ore 22/06/2009, 22 giugno 2009
«LA MIA INCURSIONE DA PIRATA: VOGLIO LA RETE SENZA BAVAGLIO»
L’assalto dei pirati informatici nel tempio dell’Europarlamento ha il volto di Christian Engström. Quarantanove anni, svedese, un passato come dipendente in una piccola società di software e da tre anni politico di professione come numero due del Piratpartiet. Un partito che a sorpresa ha ottenuto il 7% dei voti in Svezia, pari a circa 300mila preferenze, e il diritto a un seggio a Strasburgo. «Andrò al Parlamento europeo con una missione - ha dichiarato Engström al Sole 24 ore del Lunedì - far comprendere ai politici che internet è un servizio universale, un’enorme biblioteca di scambi culturali che deve ssere incoraggiata e non oscurata. Le restrizioni sono contrarie alle Convenzioni sui dirittti dell’uomo». Su almeno due dossier lasciati in sospeso dalla precedente legislatura, il pacchettto tlc e la proprietà intellettuale, si preannunciano scintille. L’eredità più pesante è il pacchetto di regole che puntano a rafforzare i diritti dei consumatori, la protezione della privacy e gli investimenti nel settore di internet. Il testo sembrava in dirittura d’arrivo, con una bozza di compromesso tra Parlamento e Consiglio che avrebbe permesso alle autorità amministrative degli Stati europei di tagliare l’accesso alla rete agli utenti che scaricano illegalmente contenuti protetti con copyright. Il colpo di scena è arriavto nella seduta plenaria del Parlamento del 6 maggio scorso. Un emendamento (il "138"), introdotto a larghissima maggiornza dai deputati europei ha stabilito che per poter disconnettere un utente è necessario il provvedimento esplicito del tribunale. La palla è ora nel campo del Consiglio che per pronunciarsi attende l’insediamento della nuova Assemblea. Se non si arriverà a un accordo, dovrà intevenire il comitato di conciliazione, una sorta di arbitro istituzionale. «Il "138" è cruciale - sottolinea Engström - e noi combatteremo con tutte le nostre forze per difenderlo». Si preannuncia pieno di colpi di scena anche il dibattito sulla proprietà intellettuale. In prima lettura il Parlamento ha chiesto sanzioni legali a tutela del copyright. Anche qui però Engström storce il naso: «Tutte le copie non dovrebbero essere consentite e gratuite. Su questo e sul sistema dei brevetti vogliamo aprire una discussione, perchè sono un ostacolo all’innovazione».