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 2009  giugno 17 Mercoledì calendario

LAZIO/CASA: LEGAMBIENTE PRESENTA PROPOSTE PER PIANO REGIONALE



(ASCA) - Roma, 17 giu - Legambiente Lazio definisce le linee guida per il Piano Casa che la regione Lazio dovra’ approvare entro il 30 giugno: no ad interventi nei centri storici e negli edifici vincolati, nelle aree agricole, protette e vincolate dal piano paesistico regionale. Ampliamenti del 20% della superficie utile lorda solo su edifici non superiori a 350 metri quadrati e per un massimo di 70 metri quadrati, senza andare in variante ai piani regolatori dei comuni, con l’esclusione di aree demaniali ed immobili abusivi.

Queste alcune delle proposte illustrate questa mattina dal presidente dell’associazione Lorenzo Parlati e dal responsabile Territorio Mauro Veronesi che gia’ da oggi saranno inviate agli assessori regionali competenti e ai capigruppo della Pisana, chiedendo un’audizione in Commissione Urbanistica ’’in tempi brevissimi’’ ha detto Parlati. Dati del consumo suolo alla mano (dal 1990 al 2005 edificati 225940 ettari che portano il Lazio al 6 posto nella classifica delle regioni mangia/suoli liberi, solo nel biennio 2004-05 costruiti nuovi fabbricati per l’equivalente di un campo di calcio al giorno) Legambiente Lazio ha detto ’’no ad un’inutile colata di cemento del decreto Berlusconi’’ ha spiegato Parlati, e ’’si’’ a scelte indirizzate ’’verso chiari interessi pubblici, fornendo nuove opportunita’ per innovare l’edilizia esistente con criteri di alta efficienza energetica, cambiando volto al brutto costruito con interventi di demolizione e ricostruzione’’ ha detto Parlati.

Tra i ’’paletti’’ stabiliti da Legambiente Lazio, oltre ’’all’impossibilita’ di andare in variante ai piani regolatori’’ ha spiegato Veronesi (al 2007 sono 81 i comuni del Lazio privi di Prg, 95 quelli con un piano di oltre 20 anni tra cui Guidonia, Civitavecchia e Pomezia, 101 quelli che ne hanno approvato di nuovi dal ’91 al 2006 e 101 quelli con Prg sottoposti a variante) anche una norma speciale per i comuni costieri, al fine di liberare i 300 metri di fronte mare previsti dalla legge Galasso, al fine di prevedere una riqualificazione della stessa area. Nel dettaglio, la possibilita’ di ampliare fino al 25% della superficie utile lorda, ricostruendo e demolendo singoli immobili delocalizzati, percentuale che sale fino al 35% nel caso di edilizia compatta.