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 2009  giugno 19 Venerdì calendario

LA SEDUZIONE DI UN BATTITO D’ALI COLORATE


Chiedetelo a Nabokov quanto può essere importante una farfalla: a lui che non sfigurava anche nei panni di entomologo e che pare abbia scritto «Lolita» viaggiando negli Stati Uniti al fianco della moglie, armato di retino. Il fatto è che l’entomologia era per lui molto più di un hobby, come la scrittura: Nabokov studiò un importante gruppo di lepidotteri sudamericani (le «farfalle blu»), pubblicò una decina di articoli tecnici sulla tassonomia e la storia naturale delle farfalle e fra il 1942 e il 1948 lavorò come ricercatore associato di lepidotterologia presso il Museo di zoologia comparata dell’Università di Harvard. Il salario - mille dollari l’anno – era inversamente proporzionale alla passione; quanto alle metafore che legano erotismo e farfalle, anche nel suo romanzo, da anni sono al lavoro legioni di critici.
Alle farfalle deve molto anche il regista newyorchese Julian Schnabel, che un paio d’anni fa a Cannes venne premiato come miglior regista grazie al suo bellissimo «Lo scafandro e la farfalla», storia vera di un giornalista francese - ex redattore capo di «Elle» – costretto all’immobilità da una malattia: ma era ancora in grado di aprire e chiudere un occhio e quel battito di ciglia gli servì a comunicare con il mondo esterno e a dettare lo splendido romanzo che sarebbe diventato film.
A Torino c’è uno degli entomologi più bravi d’Italia, il professor Emilio Balletto del Dipartimento di Biologia Animale e dell’Uomo, che collabora con il Museo delle Scienze naturali (con lo studioso Luca Cristiano ad esempio) e che ha appena pubblicato – insieme con alcuni colleghi inglesi e italiani – un importante articolo sulla rivista «Science». Lo scritto rivela – esageriamo un po’ - che le farfalle «parlano»: svela infatti un ingegnoso meccanismo di simbiosi tra alcune specie di farfalle e di formiche, grazie al quale le larve di farfalla imitano i suoni emessi dalle formiche regine e riescono così a nutrirsi e ad assicurarsi le cure che le operaie destinano alle sovrane. Bello stratagemma per sopravvivere in mezzo a un formicaio.
La scoperta, effettuata da Francesca Barbero, Simona Bonelli e dal prof. Balletto, ha fatto scalpore: «Mi ha intervistato la Bbc, abbiamo ricevuto più di 150 messaggi dai Paesi arabi - dice Balletti – che dicevano come il Corano raccontasse del re Salomone che parlava con le formiche... Ora alcune televisioni americane vogliono venire a filmare gli insetti».
Potranno venire in Piemonte (a Caselette c’è un laboratorio di Balletto) o sull’Appennino. Vedranno il bruco della farfalla «Maculinea rebeli» lasciare la pianta ospite, calandosi a terra con un filo di seta, e aspettare immobile l’arrivo di una formica del genere «Myrmica». L’operaia, spiega lo studioso, ingannata dal bruco (che secerne sostanze chimiche simili a quelle prodotte dalle larve di formica), lo afferra e lo trasporta nel nido-fortezza, dove la futura farfalla acquisisce un rango elevatissimo nella gerarchia perché emette suoni affini alle vibrazioni, alle «stridulazioni» delle regine, suoni registrati dai ricercatori torinesi con un microfono assai sofisticato.
La larva viene così nutrita e curata, liberata dai parassiti, riceve più cibo che le larve di formica e in caso di pericolo verrà tratta in salvo per prima. Dopo una decina di mesi di «dolce vita» sfreccerà via, con un battito azzurro d’ali.
Ingegno, dunque, ed erotismo dietro a un semplice battito d’ali. Oppure l’arrivo di un ciclone all’altro capo della terra – l’«effetto farfalla» di Ray Bradbury e della teoria del caos – o l’annuncio di un miracolo: la fantasia e l’intelligenza di un uomo imprigionato nel suo corpo, che riesce a volare grazie a un battito di ciglia, impercettibile e apparentemente insignificante come l’ala di una farfalla.