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 2009  giugno 19 Venerdì calendario

LA MAFIA? UNA METAFORA DELL’AMERICA


Il film di Francis Ford Coppola Il Padrino trasforma radicalmente la figura del criminale italo-americano e, al tempo stesso, inverte la tradizionale opposizione morale tra la mafia e l’America. Emersa durante la crisi sociale e politica che colpì gli Stati Uniti tra la fine degli Anni 60 e l’inizio degli Anni 70, la nuova visione della mafia offerta dal Padrino riflette la perdita di legittimità morale che l’idea dell’America - e specificamente dell’America Wasp (White Anglo-Saxon Protestant) - subì in quel periodo. (...)
La genialità di Coppola consiste nell’aver costruito un’immagine del criminale italo-americano che esprime la visione pessimistica e critica dell’America e, al tempo stesso, indica un’alternativa positiva ai mali e ai fallimenti della società contemporanea americana. Nel Padrino l’immagine della mafia è dunque duplice, bifronte. Da un lato, il film rappresenta ed evoca lo stereotipo negativo del criminale italo-americano come era stato elaborato nella cultura americana fin dall’inizio del XX secolo. Il Padrino è innanzitutto un film di gangster. Coppola però dà all’immagine della mafia una funzione ideologica del tutto diversa da quella che aveva avuto in precedenza. In passato la specificità della valenza negativa del criminale italoamericano era nella sua opposizione all’ideale positivo dell’America.
Ma nell’era del Vietnam era proprio questo ideale che era entrato in crisi. L’originalità di Coppola sta dunque nel rappresentare la mafia non in opposizione all’America ma in una sorta di equivalenza metaforica. In altre parole, quello che vuole mostrare è che l’America è cattiva quanto la mafia. (...) Coppola dunque trova nella mafia una metafora quanto mai eloquente con cui esprimere la natura spietata e disumana del capitalismo americano. (...)
Sin dall’inizio vediamo che la principale preoccupazione di Don Corleone non sono i suoi affari mafiosi ma il benessere della sua famiglia, una sorta di famiglia-tribù che va ben al di là dei rapporti di sangue e include tutti quelli che chiedono la sua protezione e la sua amicizia. In effetti è stato un colpo di genio fare un film di gangster nella forma di una saga familiare, e specificamente di una saga familiare etnica. Perché è proprio attraverso la rappresentazione della famiglia-tribù italo-americana che Coppola raggiunge uno degli obiettivi ideologici fondamentali del film, cioè quello di guadagnare le nostre simpatie nei confronti del criminale italo-americano, spostando la nostra adesione dall’ «America» a questo gruppo etnico prima denigrato e «pericoloso». (...)
Realizzato in un momento in cui la cultura Wasp aveva perduto molto della sua legittimazione morale e della sua forza di attrazione, Il Padrino non solo offre una contro-immagine di una famiglia-tribù che rispetta le tradizioni dell’ethnos consacrate dal tempo, ma mostra che questo gruppo etnico (meridionale, mediterraneo) vive con gusto e sa divertirsi. (...)
Come scrisse un osservatore contemporaneo in un articolo del 1970 intitolato in modo icastico Il declino del Wasp, «l’insieme dei valori della maggioranza Wasp, per quanto mitico, ha perso la sua forza propulsiva e la sua attrazione magnetica». Proprio il gruppo etnico che era stato il simbolo tradizionale della minaccia contro la comunità nazionale, rappresenta ora un rifugio e un antidoto rispetto ai mali dell’America contemporanea. La famiglia Corleone offre l’attraente contro-mito di una forma di comunità premoderna che promette protezione, appartenenza culturale e, in mancanza di un termine migliore, una ricchezza dell’anima, cose che il moderno Stato americano e la società Wasp non sono più capaci di dare. Il desiderio di appartenenza comunitaria ed etnica che anima questa costruzione mitica è una manifestazione del più ampio «revival etnico» che si diffuse potentemente negli Stati Uniti alla fine degli Anni Sessanta e negli Anni Settanta.
(...) La forza tragica del Padrino deriva in larga misura dal modo in cui si consuma gradualmente la distruzione di quello stesso familismo comunitario etnico con il quale all’inizio del film lo spettatore era stato spinto a simpatizzare. La comunità familiare etnica meravigliosamente descritta all’inizio si dissolve via via che i Corleone si integrano sempre più nel sistema capitalistico e si assimilano alla tradizione Wasp americana. Questo percorso di assimilazione comincia col passaggio di poteri da Don Vito a Michael Corleone, che verso la fine del Padrino dice a Kay: «Entro cinque anni la famiglia Corleone sarà completamente legittimata». E arriva a compimento nel Padrino Parte II, dove vediamo la famiglia Corleone trasformata nella Corleone Inc. (...)
Il fatto che questa vicenda, questa storia dell’America e della famiglia americana, abbia avuto all’epoca e abbia tuttora un’influenza tanto profonda, dimostra ancora una volta il posto speciale che la figura del criminale italo-americano ha occupato nell’immaginario sociale americano, nelle diverse forme della Mano Nera, del gangster o della mafia. Più di recente, lo straordinario successo della serie televisiva I Soprano, che peraltro deve molto al Padrino, sta a indicare che quella figura non ha perso nulla della sua forza evocativa. Come abbiamo visto, l’immaginario della mafia è stato parte integrante del più ampio processo culturale di costruzione dell’immaginario dell’America a partire dall’inizio del XX secolo. La figura della mafia è stata costruita e animata a partire dagli interrogativi e dalle inquietudini circa la natura e il futuro della società americana. Originariamente l’opposto oscuro della nazione, l’antitesi dell’idea dell’America, con Il Padrino la mafia diventa insieme la rappresentazione del lato oscuro dell’America e l’immagine attraente di un mondo più autentico e più umano, destinato alla distruzione ad opera dell’America moderna.