Grazia Longo, La stampa 18/06/2009, 18 giugno 2009
VIOLENTO’ LA FIGLIA MA EVITA IL CARCERE
Quando aveva solo 10 anni il suo papà le leggeva fiabe sulle principesse e poi le diceva «sono io il tuo principe azzurro e tu la mia sposa». Ma il principe in realtà era un orco che le ha rubato i sogni di bambina con carezze e baci proibiti, seguiti da minacce se mai qualcosa fosse trapelato con la mamma. A 14 anni, poi, le carezze sono diventate violenze sessuali complete.
Un incubo. Un inferno dal quale sembrava impossibile riemergere. Nel retro del negozio di papà, «soprattutto il sabato e la domenica pomeriggio» oppure nella baracca di un orto urbano sulla collina torinese. Sembrava non finire mai. E invece è finita. Francesca (nome di fantasia, ndr) ha raccontato il suo tormento solo oggi che ha 21 anni e un fidanzato al quale ha trovato il coraggio di aprire il suo cuore. I due giovani si sono presentati alla polizia che ha subito segnalato il caso alla Sezione Fasce deboli della Procura. La polizia giudiziaria del pm Paolo Scafi ha perquisito il negozio e la casa del papà di Francesca - che chiameremo Rino - e ha trovato prove di quanto raccontato dalla ragazza, oltre a numerosi «giocattoli» erotici e materiale pornografico.
A quel punto Rino s’è sentito perduto e la mattina seguente si è presentato da un legale. «Io sinceramente non me ne volevo fare carico - ammette l’avvocato Enrico Calabrese - ma lui mi ha spiazzato confessando tutto. ”Sono malato, la prego mi aiuti, mi porti lei dal giudice. Racconterò tutto quello che ho fatto a mia figlia”». E così è stato. Durante l’interrogatorio di fronte al pm Paolo Scafi, Rino non s’è tirato indietro. Un fiume in piena. Particolari agghiaccianti. Sotto ogni punto di vista, sia fisico sia psicologico.
Ma proprio in virtù di questa totale ammissione - e in assenza sia del pericolo di reiterazione, sia di quello d’inquinamento delle prove - il padre-padrone ha evitato il carcere. Almeno per ora. Le accuse contro di lui sono talmente gravi e provate che molto probabilmente verrà condannato al processo per violenza sessuale, aggravata dal fatto che si trattava della figlia. Intanto ha accettato di sottoporsi a una psicoterapia
Ora Francesca vive in un luogo protetto, lontano dalla famiglia d’origine. Lontano da un’angoscia iniziata 11 anni fa, nell’indifferenza della madre e del fratello maggiore, che mai si erano accorti di quanto accadeva alla bambina diventata donna nel peggiore. Una famiglia che nel frattempo si è, inevitabilmente, disgregata. I genitori di Francesca si sono separati e la madre e il fratello si sentono dilaniati per non aver colto segnali di disagio da parte di una ragazzina che per 11 lunghissimi anni si è tenuta dentro un segreto così sconvolgente. Anche lei sarà sottoposte alle adeguate cure psicologiche per essere aiutata a riacquistare fiducia in se stessa e nella vita. Non sarà un percorso facile, anzi. La strada sembra tutta in salita, però la fine dell’incubo è un dato incontrovertibile.
ancora molto giovane, «anche se gli anni miei più belli me li ha rubati proprio chi mi avrebbe dovuto proteggere dai pericoli della vita».