Mauro Bottarelli, il Riformista 18/06/2009, 18 giugno 2009
ATTENTE SIGNORE ASCOT INTRODUCE L’OBBLIGO DEGLI SLIP
Londra. L’Inghilterra, si sa, non è più quella di un tempo. Si beve più caffè che the, la vodka ha soppiantato il gin nel paniere dell’Istat britannica, il vino ruba sempre più spazio alla birra sulle tavole, il cibo indiano e italiano ha messo in cantina per sempre piatti tipici come i puddings, il fish’n’chips o sausages’n’mash. Insomma, la tradizione sta scomparendo. Restano poche cose: la Regina, il maniacale amore per il calcio (ieri mattina alle 10 in tutti gli uffici è stato accordato un quarto d’ora di pausa per seguire in diretta la pubblicazione del calendario della prossima Premier League) e Ascot, ovvero la corsa di cavalli più famosa al mondo, nata nel 1711 quando la Regina Anna fondo l’omonimo ippodromo nel Berkshire. Anche ieri, come ogni anno, le telecamere della Bbc hanno rimandato nella casa dei britannici le immagini di uomini e donne dell’alta società intenti a onorare questo che è un rituale sacro, al di là del valore meramente sportivo.
Ascot, più che per i cavalli, è famosa per le gaffe reali di Filippo d’Edimburgo, più di una volta colto in flagrante a sonnecchiare o sbadigliare, e per i cappelllini delle ladies. Oddio, proprio cappellini no, visto che alcuni se dovessero pagare l’Ici sulla loro grandezza metterebbero sul lastrico parecchi mariti. Colorati, con piume, strass e quant’altro, i cappellini stanno ad Ascot come l’inno nazionale alle partite di calcio dell’Inghilterra: immancabili. E, di fatto, obbligatori in base al rigido dress code dell’evento. Che, da quest’anno, ha una regola in più, poco regale ma necessaria per preservare l’integrità e lo stile della manifestazione: l’obbligo, per le signore, di indossare gli slip.
accaduto più di una volta che un colpo di vento malandrino mostrasse a duchi e contesse il lato b di qualche signora certamente aristocratica nei modi e nel lignaggio ma meno nell’abbigliamento. Quindi, anche se con l’alta società bisogna sempre usare un certo tatto e non si può quindi pensare di alzare le gonne alle ladies all’ingresso, la stampa britannica ha riferito che ci saranno appositi "ispettori" che puniranno con il ritiro del pass e l’espulsione dall’ippodromo chi sarà colto in assenza della biancheria intima. Il compito sarà affidato agli steward della Royal Enclosure: a loro spetta la ricerca del gluteo all’aria ma anche le scollatura eccessive, gli ombelichi scoperti e tutto quanto non si addice all’evento sociale per eccellenza britannico, cui presenzia la Regina e che non può permettersi di essere trattato alla stregua di un concerto delle Spice Girls. Vietatissimi quindi anche i top con le bretelline troppo fini e le minigonne: come anticipato è invece necessario, per le signore, indossare un cappello.
Per gli uomini è tutto più facile e c’è poco da sbagliare: devono obbligatoriamente indossare un tight nero o grigio, con fascia e portare il cilindro. Complice la bella stagione, le temperature miti e la presenza in massa di uomini facoltosi, con gli anni Ascot era diventato una sorta di involgarito ballo delle debuttanti per signorine dall’aspetto gradevole e dalla sterminata voglia di accasarsi: mettere in bella mostra le proprie beltà, quindi, era una sorta di effetto collaterale stesso della presenza nell’ippodromo. Un atteggiamento che infrange non solo il protocollo reale ma anche il senso del buon gusto di una manifestazione che nasce e si perpetua da anni sotto le effigi dei Windsor: insomma, occorreva riportare un po’ di decoro. Via quindi alla sfilata di cappelli improponibili, alla celebrazione dell’aristocratico cilindro, ai the delle cinque nelle splendida club house dei proprietari dei cavalli in gara, all’indulgenza tutta britannica verso champagne e caraffe infinite di Pimms con inevitabile cotè di risate sguaiate da parte delle signore e guance rubizze per i gentlemen.
Questa è l’Inghilterra di oggi e questo è Ascot: un binomio inscindibile di tradizione e vetrina delle vanità che nemmeno il trionfo della vodka sul gin potrà mai distruggere. Le corse dei cavalli sono un accessorio.