Francesco De Dominicis, Libero 18/06/2009, 18 giugno 2009
IL ROSSO IN BANCA COSTA IL 440% IN PIU’
Ci risiamo: fatta la legge, trovato ”l’inganno”. La legge in questione è quella che ha abolito la commissione di massimo scoperto, uno dei più fastidiosi balzelli bancari. Un meccanismo grazie al quale le banche italiane, per anni, hanno applicato superinteressi sui conti correnti in rosso. Bastava sforare anche di un solo giorno l’effettiva disponibilità che scattava la stangata sui conti della clientela. E gli interessi praticati schizzavano alle stelle.
Per anni, dunque, gli istituti di credito hanno ingrassato i loro bilanci con questa commissione. La polemica si è protratta a lungo e a nulla sono serviti gli inviti all’autoregolamentazione lanciati a più riprese dal governatore della Banca d’Italia, Mario Draghi.
Insomma, spazzata via da un provvedimento legislativo di inizio anno, la commissione di massimo scoperto ha rifatto capolino allo sportello. Anche se sotto mentite spoglie. Ecco l’escamotage. Il nome più diffuso è commissione di affidamento. Differenze solo formali, perché la sostanza cambia davvero poco.
Il nuovo sistema deve partire al massimo entro il prossimo 28 giugno. Tra le poche certezze, quella che a pagare sono come sempre milioni di correntisti, famiglie e imprese. Che, adesso, corrono il rischio di subire un duro colpo «con aumenti, su base trimestrale, a partire dal 280% sino a toccare la soglia del 440%». I dati sono frutto dell’analisi curata dalla Cgia di Mestre. E l’associazione degli artigiani, quanto a numeri, raramente sbaglia.
Il presidente Giuseppe Bortolussi ha snocciolato una serie di dati per spiegare come funziona la nuova tagliola: l’esempio è quello di un’azienda con fido bancario di 10.000. «Se adesso un eventuale sforamento del fido di 5.000 per un periodo massimo di 15 giorni fa scattare la commissione di massimo scoperto che costa all’azienda un importo fisso di 47,5 euro, con le nuove disposizioni contrattuali l’aumento sarà di quasi il 280% toccando la soglia di 181 euro». Vae a dire la somma di un corrispettivo trimestrale applicato in sostituzione delle vecchie clausole pari a 25 e dall’applicazione di un tasso di interesse di mora più il costo giornaliero dello sconfinamento pari a 156 euro.
Un vero e proprio salasso. Ma le banche non mollano. Ieri la difesa d’ufficio del presidente Abi. La nuova commissione di affidamento comunicata nei giorni scorsi dalle banche alla clientela è «pienamente legittima» e risponde alla necessità prevista delle norme di informare i clienti a seguito di modifiche delle condizioni, ha spiegato Corrado Faissola.
La resistenza delle banche - che non hanno perso l’abitudine di rifugiarsi dietro i cavilli normativi - comincia a dar fastidio al mondo politico, soprattutto al centro-destra. E in particolare agli esponenti della Lega Nord. «Le banche non possono chiedere il sostegno del governo e fingere di ignorare di far parte di un sistema» ha dichiarato ieri Franco Manzato, vicepresidente della regione Veneto.
La Confindustria delle banche sostiene che la novità - annunciata in queste settimane con 35 milioni di lettere ai correntisti - è prevista dal decreto anticrisi. Secondo Faissola «la commissione di affidamento ha un costo così come negli altri paesi d’Europa, poiché le banche sopportano un costo della provvista».
Fatto sta che quello del credito alle imprese è uno dei nodi da sciogliere per rimettere in moto l’economia del nostro Paese e per uscire dalle secche della crisi finanziaria internazionale. I dati snocciolati dall’Abi confermano qualche intoppo nei meccanismi di erogazione dei prestiti: a maggio la crescita dei prestiti è rallentata ancora (ora il ritmo è del 2,3% rispetto all’8,2% di maggio 2008). Mentre aumentano le sofferenze: gli incagli sono passati a 46,3 miliardi di euro (+ 3,4% su base annua). « fisiologico - ha commentato il leader dei banchieri - che ad una caduta industriale si accompagni una decelerazione del credito». Ma tutti se la prendono con le banche e Faissola è stato costretto ad ammettere che «la reputazione» del mondo creditizio «non è al massimo». Nessuna sorpresa: impossibile dargli torto.