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 2009  giugno 18 Giovedì calendario

MISTER GEOX SI COMPRA LE SCARPE DIADORA


Alla fine il piemontese, il marchese finanziere Gianluca Spinola, ex proprietario della Martini & Rossi, a capo d società lussemburghese Garious Holding (e Triangle Holding Bv, e Early Top 2000), ha scelto mister Geox, il veneto di Crocetta del Montello. A Mario Moretti Polegato, il quinto uomo più ricco d’Italia (396° nel mondo secondo Forbes), e al figlio Enrico, o meglio alla loro finanziaria di famiglia, la Lir, ha ceduto il pacchetto azionario di Diadora. Preferendoli a due fondi di private equity, Atlantis Partner e Orlando Italy.
«L’offerta è stata ritenuta la più rispondente alle esigenze del piano concordatario e tale da assicurare lo sviluppo e la migliore valorizzazione degli assets di Diadora, anche con riferimento alla salvaguardia dei valori occupazionali», dice il presidente del cda di Diadora, Franco Fasolato.
La famiglia Spinola aveva comprato Diadora qualche anno fa, reinvestendo parte dei 300 milioni ottenuti dalla vendita della Martini e Rossi al gruppo statunitense Bacardi. Un marchio storico dell’abbigliamento sportivo made in Italy, che però ha dovuto fare i conti con i colossi come Nike, Adidas e Puma, che l’hanno schiacciato. Tra il 2005 e 2006, è stato costretto a cedere Invicta, uno dei marchi controllati, alla torinese Seven; quindi, il contratto sfumato di cessione dell’azienda ai brasiliani di Paquetà, già licenziatari per il Sudamerica; pochi mesi fa, il mancato rinnovo di sponsorizzazione con uno dei testimonial più noti, Francesco Totti.
E poi, i conti: nel 2007 perdite per 11,2 milioni e un fatturato in calo di 7,1 milioni, contro un patrimonio netto di 5,7 milioni; oggi, un indebitamento con dodici banche che sfiorerebbe i 130 milioni.
Discorso diverso per la finanziaria dei Moretti Polegato, che controlla Geox e che col nuovo asset rientra nei binari del core business, dopo aver diversificato ultimamente nel ramo immobiliare (Ca’ d’Oro 5, Domicapital, Treviso Iniziative 2, Svi­luppo 1 e Sviluppo 2). «L’operazione prevede il risanamento dell’azienda e la valorizzazione dell’enorme potenziale di un brand che ha reso noto il distretto di Montebelluna nel mondo, salvaguardando un patrimonio di conoscenze del territorio», la nota della Lir.
A Treviso, però, non suonano le trombe. I dipendenti Diadora, che da lunedì scorso e sino a ieri, hanno presidiato i cancelli dell’azienda di Caerano San Marco, temono drastici tagli. Secondo la Uil di Treviso, la forza lavoro che verrebbe mantenuta dovrebbe essere di circa 70 unità, contro i 263 dipendenti attuali. Altri 30 lavoratori rimarrebbero impiegati nei punti vendita, contro i 70 attuali. Oggi è fissato un vertice tra sindacati e Lir, mentre il 29 giugno è attesa la ratifica del concordato preventivo fra Diadora e creditori.
Il ministro del welfare Maurizio Sacconi si è detto «fiducioso in un progetto industriale sostenibile nel medio-lungo periodo, anche se il confronto tra le parti sociali dovrà consentire di verificare la concretezza degli impegni con particolare riferimento alle ricadute sull’occupazione».
Il governo, ha detto, «è a disposizione per individuare le soluzioni».