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 2009  giugno 19 Venerdì calendario

L’EMIRATO VUOLE COMPRARE L’AZIENDA TEDESCA UN AFFARE CONSIGLIATO DA SUA ALTEZZA MOZAH


Colta, amante della moda e dell´arte ha una passione sfrenata per le auto sportive e di lusso
Terza moglie dello sceicco, ha un sogno: il suo paese come roccaforte della scienza

Ha talento, è intelligente, ha titoli di studio di prim´ordine e un ruolo di first lady importante come forse nessun´altra donna nel mondo arabo. E come se non bastasse, è anche bellissima. Sua Altezza Sheikha Mozah bint Nasser al Missned, consorte dello sceicco del Qatar Hamad bin Khalifa al Thani, è l´ispiratrice delle riforme che stanno modernizzando la piccola, prospera e pacifica monarchia del Golfo a velocità fotonica. E´ sua la più recente scelta strategica: l´offerta del Qatar di rilevare fino al 25,1 per cento delle azioni della Porsche, acquistando così una minoranza di blocco che indirettamente influirà anche su Volkswagen, controllata da Porsche al 50,8 per cento. Sa trattare da pari a pari con i big mondiali, nessuna come lei è la nuova immagine vip delle donne emergenti del mondo arabo e islamico: colte, attive, religiose e fedeli alle tradizioni culturali ma decise a contare quanto i loro uomini, e a rendere le loro nazioni più moderne senza rinnegare l´Islam. Da protagoniste.
Laureata in sociologia, ambasciatrice speciale dell´Unesco per i programmi di istruzione primaria e superiore, sempre a fianco del marito e a suo agio con Carla Bruni come con la Regina Elisabetta, Sua Altezza Sheikha Mozah è popolarissima. Non solo come first lady reale, ma quale simbolo e paladina dei diritti delle donne, e sa il fatto suo: a soli 45 anni (ma sembrano meno) e madre di sette figli, non è l´unica consorte, bensì una delle tre mogli dello sceicco. Ma è la preferita, e ha saputo diventare in assoluto la principale consigliera del consorte sulle questioni strategiche per il futuro del paese. Porta il velo ma veste anche alta moda occidentale, nel rispetto dei canoni islamici. E´ profondamente religiosa, ma crede nella parità e per essa si batte.
Dicono di lei che, oltre alla cultura araba e internazionale, alla moda e all´arte, ami anche le belle auto sportive e il piacere di guidarle. C´è da scommettere, giurano in Germania, che Sua Altezza possieda anche una o più Porsche. In visita nel Qatar, l´amministratore delegato della casa delle "Ferrari tedesche", Wendelin Wiedeking, è rimasto ammirato dalla sua collezione di bolidi. E´ stata lei ad annunciare la scelta di tentare di entrare in Porsche: «Saluto questa decisione, soprattutto per la sua utilità a lungo termine». Ed è venuta di persona a Berlino. Il suo grande disegno è trasformare il Qatar in roccaforte della scienza, della ricerca universitaria, dell´alta tecnologia. «Petrolio e gas non sono eterni, dobbiamo puntare a un avvenire di cittadella del sapere», ha detto.
Paradossalmente, è uno dei più potenti maschi europei, l´uomo forte del casato Porsche Ferdinand Piech, a esprimere obiezioni sull´offerta del regno del Golfo. Il resto della famiglia lo contesta: il Qatar può salvare Porsche dal suo indebitamento, e consentirle di continuare la scalata a Volkswagen. Non sarà facile per quel duro gentiluomo austriaco avere la meglio sulla giovane e bella altezza reale. Lei conquistò suo marito con l´intelletto, oltre che col fascino, quando si conobbero all´università e lui era ”solo´ principe ereditario. Nel 1995, lo sceicco spodestò il padre contrario alle modernizzazioni. E lanciò le grandi riforme, consigliate da lei. A cominciare dal diritto di voto e di eleggibilità per le donne, una rivoluzione.
«Abbiamo già 23 grandi aziende global player partecipanti nel nostro progetto di un grande parco delle tecnologie in Qatar, Porsche sarà la prima impresa tedesca», ha detto Sua Altezza. La Qatar foundation for education, science and community development, da lei guidata, sta trasformando il paese. Oltre a un reddito annuo pro capite tra i massimi nel mondo (media 100mila euro) il piccolo Regno sta diventando sempre più location della scienza, di nuovi musei ed esposizioni itineranti, di creazione di quadri ad alta qualifica. "Voglio un futuro in cui ogni generazione da noi crei nuove élites", ripete spesso Sheikha Mozah. Elites aperte a parità anche alle donne, si capisce. Ha appena lanciato un grande studio sul ruolo storico delle donne nel Golfo: anche in passato, notano i portavoce, ci furono coraggiose leader e guerriere.