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 2009  giugno 19 Venerdì calendario

LA VILLA DA 100MILA EURO AL MESE CON ELVIRA, ANGELA E SABINA


Tarantini, la Costa Smeralda come esca per la politica

Al centro dell´inchiesta c´è un giovane leccese accusato di spaccio

BARI - In un´indagine per sfruttamento della prostituzione che somiglia sempre di più a una matrioska, ballano ora una storia di cocaina e tre nuovi nomi di donne. Sabina Began, Angela Sozio, la deputata Elvira Savino. Due di loro, la Sozio (ex ragazza Grande Fratello, catturata dall´obiettivo di Antonello Zappadu in grembo al Presidente del Consiglio già nel 2007 nel Parco di Villa Certosa) e la Savino, non è chiaro in che contesto e in quale veste. Se cioè perché oggetto delle conversazioni intercettate di Gianpaolo Tarantini o perché indicate da testimoni che frequentavano le feste del premier. La Began, al contrario, perché anello cruciale della catena che annoda l´imprenditore barese al Presidente del Consiglio.
Showgirl di origini slave che ha tatuate sul corpo le iniziali S.B., «l´uomo che mi ha cambiato la vita», la Began è accompagnata ormai da una letteratura che l´ha battezzata «l´ape regina» del premier. Nella sera della vittoria elettorale del centro-destra - si è letto nelle scorse settimane - è a palazzo Grazioli, sulle gambe di Silvio Berlusconi che canta «Malafemmena». Ma, a stare alle acquisizioni dell´inchiesta barese, ricorre ora con costanza nelle conversazioni intercettate di Gianpaolo Tarantini. Frequenta le ville sarde dell´uno (la notte di Ferragosto 2008, è tra i 400 ospiti della festa che dà Tarantini) e dell´altro (fonti qualificate riferiscono che sia stata lei a introdurre a Villa Certosa la showgirl Belen Rodriguez). Lavora da vaso comunicante tra le ragazze del giro dell´imprenditore e quelle ammesse al cospetto del Presidente del Consiglio. E´ il relé che, in Sardegna, trasforma Gianpaolo in "Giampi" e la sua villa in un indirizzo - un set sarebbe più corretto dire - che conta.
Anche per questo, nel lavoro istruttorio della Procura di Bari, Roma pesa quanto la Sardegna e Palazzo Grazioli quanto la villa di Capriccioli, a Porto Cervo, il luccicante retiro che Tarantino sceglie come piedistallo per guadagnare la benevolenza del premier. Un gioiello incastrato nelle rocce e avvolto dalla macchia che si aprono su Cala Volpe. Non troppo lontano da Villa Certosa. Un angolo di straordinaria bellezza dove - ne sono convinti gli inquirenti - l´imprenditore costruisce un suo nuovo pantheon. L´affitto della villa - riferisce una fonte che ha frequentato la casa - ha un prezzo spettacolare, 100 mila euro al mese, perché spettacolare deve essere il trampolino di lancio di quel "ragazzo" di 35 anni barese che nessuno conosce e che, improvvisamente, a Porto Cervo diventa per tutti "Giampi". In un´estate - quella del 2008 - che deve appunto segnare il suo passaggio definitivo dall´orbita redditizia, ma defilata, dagli appalti e forniture ospedaliere, a quello della consulenza nel business che conta e che ha bisogno della politica per camminare. E che diventa - ecco l´altra novità dell´inchiesta - cornice di una storia di cocaina.
Nella villa di Capriccioli, infatti, lavora, con personale filippino, un quarantenne che di nome fa Alessandro Mannavini. E´ un leccese di buona famiglia che, a giugno del 2008, Tarantini - come conferma uno dei suoi avvocati, Nicola Quaranta - assume con le mansioni di autista personale. Mannavini, in vita sua, l´autista non lo ha mai fatto. Ufficialmente, ha lavorato per compagnie di charter nautico, anche se non risulta avere la patente che abilita alla navigazione oltre le 6 miglia. Sta di fatto che il tipo balla in villa una sola estate. Assunto a giugno, viene licenziato a settembre 2008, perché, ufficialmente, si lamenta con il suo principale «delle modeste mansioni cui è stato assegnato». Guidare, ma persino dare una mano ai filippini in cucina. E´ un fatto che, un mese fa, Mannavini entra negli uffici del sostituto procuratore della Repubblica, Giuseppe Scelsi, per essere interrogato come indagato per detenzione e consumo di sostanze stupefacenti. Cocaina. Il suo nome salta fuori nelle intercettazioni sulle utenze dei Tarantini e lui, con il pubblico ministero, ammette. Ma Scelsi ha un´altra curiosità. Chiede all´ex «autista» se ricorda i nomi di ragazze che frequentavano la villa. La risposta è generica: «Ne giravano talmente tante di belle ragazze che non ricordo».
Marco Vignola, avvocato di Mannavini, conferma la circostanza dell´interrogatorio e dice: «Il mio cliente si è detto del tutto estraneo alla vicenda delle ragazze e risponde di un reato diverso per il quale vedremo di qui in avanti quali iniziative istruttorie prendere». Non è chiaro se Mannavini indichi o meno il suo pusher. Non è chiaro se Mannavini sia il solo ad essere accostato alla cocaina nella villa. E´ un fatto che chi lo ha conosciuto quell´estate sostiene che si muovesse più da uomo di pubbliche relazioni e organizzatore di feste che da autista («Una sciocchezza», dice l´avvocato Vignola).