Alessio Odini, ItaliaOggi 19/06/2009, 19 giugno 2009
SERGIO TACCHINI RITORNA AL TENNIS
Lo storico marchio punta a un target giovane. Più pubblicità e vendite via internet
Dopo Italia e Francia, è la Cina il mercato prescelto
Sergio Tacchini riparte dalle origini: il tennis degli anni 60 e 80, periodo in cui è nata la sua storia, e le idee con cui ha rivoluzionato lo stile sui campi da gioco, portando il colore nelle divise di mostri sacri come John McEnroe, Bjorn Borg e Pete Sampras. Nuovo corso per il marchio italiano fondato nel 1966, che cambia radicalmente strategia e posizionamento, per cercare di tornare a imporsi sui mercati internazionali, fra cui quello cinese.
«Negli anni le diversificazioni del marchio (dallo sci, al golf, al basket, alla Formula 1 e più di recente nella vela, ndr) avevano fatto un po’ perdere il Dna di Sergio Tacchini. Ora comunicheremo solo il tennis, che è la nostra storia, origine e credibilità. Oltre al fatto che, come sport, è un favoloso veicolo di lifestyle», ha dichiarato a ItaliaOggi Jean Luc Battaglia, amministratore delegato dell’azienda rilevata l’anno scorso per circa 50 milioni di euro da Billy Ngok.
In primo luogo, è cambiato l’approccio al prodotto: «Abbiamo lavorato sulla qualità, pur mantenendo i prezzi nelle fasce consuete, mentre il disegno delle collezioni è stato affidato a uno stilista italiano», ha aggiunto Battaglia, a Firenze in occasione di Pitti Uomo, fra le più importanti vetrine della moda made in Italy, dove Sergio Tacchini presenta le linee Archivio ’60 e Archivio ’80. Per Battaglia, «oggi un prodotto si vende se autentico e curato fin nei dettagli». Sensibili a queste caratteristiche sono «i clienti più evoluti e sofisticati, dai quali torniamo a bussare alla porta».
Target giovane, dai 25 ai 40 anni, da accogliere in una nuova rete di negozi pensati come «boutique del tennis». Il primo flagship store è previsto a Milano e sarà caratterizzato da un ambiente «raffinato, caloroso e d’atmosfera», che rimandi al glamour dei tornei di Roma, Montecarlo e Shanghai, di cui Sergio Tacchini è sponsor. «Oltre alla grande visibilità che ci offre la tv», ha spiegato Battaglia, «punteremo sugli eventi legati ai tornei di tennis e sul merchandising. A Roma, per esempio, il post partita diventa un evento mondano, a cui partecipano le stesse persone che rappresentano il target dell’azienda».
Parallelamente, la società che investe in comunicazione «un budget pari al 10% del fatturato», ha individuato in «stampa, affissioni e Internet» i canali più efficaci per veicolare il proprio brand. «Internet deve diventare importante», ha sottolineato Battaglia, «per ringiovanire il marchio e il suo percepito. Al momento, il sito è in fase embrionale, ma verrà aperto anche un negozio on-line».
Tutti indizi che portano a un piano di espansione in Europa e nel mondo, dopo una fase di riorganizzazione, che coinciderà con il lancio delle nuove linee di prodotto per l’autunno-inverno: «Al 30 giugno 2008, il fatturato è stato di 52 milioni di euro», tenuto conto di un ammanco di 40 milioni di euro provenienti da attività e canali retail oggi lasciati alle spalle. Per la fine di questo anno fiscale, la previsione è di essere «poco sotto i 50 milioni di euro, a causa di una leggera contrazione delle vendite, ma in compenso abbiamo mantenuto la redditività», ha commentato l’a.d.. «Italia e Francia sono al momento i nostri mercati di riferimento, a cui si aggiungerà la Cina, ma non solo: puntiamo a un’espansione internazionale, perché il marchio è molto conosciuto, ma poco distribuito (circa 25 paesi, ndr). Abbiamo preso accordi in Scandinavia e nel futuro saranno coinvolti altri paesi europei, mentre già a ottobre a Shanghai, in Cina, apriranno i primi due punti vendita», all’interno di un progetto che in tre anni prevede una rete di 200 negozi, da sommare agli attuali 100 in Europa, di cui 60 solo in Italia.