Mario Gerevini, Corriere della sera 19/06/2009, 19 giugno 2009
«EREDITA’ AGNELLI, A MARGHERITA UN ALTRO MILIARDO»
MILANO – Un miliardo e 166 milioni di euro è l’eredità che nel 2004 avrebbe ricevuto Margherita Agnelli de Pahlen, unica figlia di Gianni Agnelli, scomparso il 24 gennaio 2003. La cifra, rivelata dal settimanale Il Mondo, in edicola oggi, è contenuta in alcuni scambi di lettere tra avvocati per una parcella «svizzera» da 25 milioni pagata dalla stessa de Pahlen.
In particolare Jean Patry, che assieme a Emanuele Gamna fu il consulente di Margherita nell’accordo del 2004 sull’eredità, secondo i documenti riportati dal Mondo, scrive: «...ho sviluppato la mia attività che ha permesso alla ricorrente (Margherita Agnelli, ndr) di ricevere, alla fine, un patrimonio valutato allora in 1 miliardo 166 milioni di euro». Ma secondo i legali della signora «questo dato non corrisponde assolutamente a verità e – sostengono in una nota – ci incuriosisce sapere attraverso quali calcoli si sia arrivati a questo ammontare».
Ma allora qual è la cifra esatta? la domanda, evidentemente senza ancora risposta ufficiale, posta anche da Gianluigi Gabetti pochi giorni fa. Finora le indiscrezioni, mai smentite, indicavano valori complessivi (beni mobili, immobili e liquidità) intorno agli 800-900 milioni.
La questione centrale, intorno alla quale si muove un esercito di avvocati di entrambe le parti, è sempre quella: Margherita Agnelli ritiene che il patrimonio di suo padre fosse più consistente di quello diviso e dunque ha avviato una causa due anni fa contro Gabetti, Franzo Grande Stevens, due storici professionisti e manager vicini alla famiglia, nonché contro la madre, Marella Caracciolo, e il commercialista svizzero Siegfried Maron.
«Con me mio padre parlava di famiglia non di affari – ha dichiarato Margherita Agnelli a Panorama nel numero in edicola oggi ”. Quando gli feci delle domande legate al patrimonio mi disse di rivolgermi al dottor Gabetti e all’avvocato Grande Stevens. Già allora loro eludevano ogni tipo di spiegazione ». La posizione di Gabetti e Grande Stevens è stata sempre quella di dichiararsi estranei alla gestione del patrimonio personale dell’Avvocato e intorno a loro si è schierata compatta la famiglia, rappresentata dall’accomandita, compresi John e Lapo Elkann, figli del primo matrimonio della signora de Pahlen.
Nella già complessa partita dell’eredità adesso si innesta anche la questione dei due avvocati scelti all’epoca da Margherita per il negoziato sull’eredità: lo svizzero Patry e Gamna. Dall’onorario richiesto, 25 milioni di euro, è nato un contenzioso, ma ben dopo il pagamento che avvenne nell’aprile 2004. Per il saldo venne utilizzato il conto «4490 Kloten intestato a Gamna presso la Pkb Privatbank di Lugano, presieduta dallo stesso Patry», si legge sull’istanza di sequestro del conto presentata un anno fa alla pretura di Lugano dai nuovi legali di Margherita Agnelli. Il sequestro mirava alla parte (15 milioni) di Gamna che «non ha presentato alcuna nota di onorario per l’attività prestata». Tuttavia pare che sul conto i soldi non ci fossero più. La vicenda è anche oggetto di un esposto all’ordine degli avvocati di Milano.
Ma nella corrispondenza tra avvocati (Charles Poncet per Margherita Agnelli e Marc Bonnant per Gamna), a un certo punto la «sponda » Margherita sonda l’ipotesi di un accordo su un «affidavit », cioè una dichiarazione di Gamna, che fu nel cuore della trattativa per l’eredità, sul presunto coinvolgimento di Gabetti nella gestione del patrimonio di Gianni Agnelli. Cioè la questione di fondo che vorrebbero dimostrare in giudizio i legali della signora de Pahlen. Ma l’affidavit non c’è mai stato.