Marco Cremonesi, Corriere della sera 19/06/2009, 19 giugno 2009
ROSSELLA: VI RACCONTO LE CENE A PALAZZO GRAZIOLI
«Serate in allegria con tanti amici e amiche di amici, ma a mezzanotte Silvio ci congeda tutti»
MILANO – «C’è una cosa che non capisco: come sia possibile che a una donna vada bene il passare per sempre come quella dei mille più mille, cena e dopocena». Carlo Rossella, presidente di Medusa Film, già direttore della Stampa, del Tg5 e di Panorama, alle cene di palazzo Grazioli c’è stato. Ma del racconto di Patrizia D’Addario, la donna che sostiene di esser stata pagata per partecipare ad alcune serate nel quartier generale romano del premier, proprio non si capacita.
Patrizia D’Addario dice di aver ricevuto delle promesse che poi non sono state mantenute.
«Ma scusi. Questa signora si è autoaccusata di essersi... diciamolo pure, venduta per mille euro per partecipare a una cena. E per duemila per una cena più il resto. Ma chi glielo ha fatto fare? E, visto che ci siamo, a quale prezzo lo ha fatto?».
arrabbiata, forse...
«Va bene, ma d’ora in avanti chiunque parlerà di lei, sarà su quello. Devono averla pagata parecchio».
Chi? Secondo lei esiste un complotto, da Noemi fino a questa vicenda?
«Io ritengo una cosa sola. Che questa signora deve avere avuto un bel tornaconto. Quanto alla storia di Noemi Letizia, è stata chiarita. Fine. Conclusa. Berlusconi ha preso i voti che ha preso e, ha notato? Nessuno ne parla più».
Ma queste cene a palazzo Grazioli come si svolgono?
«Sono cene. Semplicemente questo. Berlusconi invita qualche amico, molto spesso gente giovane. Ci sono belle ragazze, certo. E spesso arrivano altri amici, che magari portano altre ragazze».
Anche Giampaolo Tarantini?
«Anche. Un giovane brillante, simpatico a cui piace farsi vedere in compagnia di belle donne. Un modo per mettersi in mostra? Sono affari suoi, e non mi sembra così grave ».
E poi?
«E poi si mangia. Berlusconi racconta qualche barzelletta. Tra l’altro, mai scollacciate. Barzellette normali».
Le cene non saranno soltanto a base di barzellette.
«No. Si parla anche parecchio di politica. Berlusconi parla dei fatti del giorno, li commenta, li rivive. Il tono non è certo quello della conferenza stampa. E poi c’è la musica ».
Mariano Apicella?
«Non solo. Spesso ci sono musiciste, anche affermate. Per dire, una volta c’era Lola Ponce. A volte, una cantante napoletana molto brava, Filomena mi pare si chiami. E poi, una musicista argentina che è stata perseguitata dalla dittatura».
E il presidente? Non canta?
«A volte, certo. Capita. Perlopiù sono canzoni francesi. Anzi, quella che canta più spesso è Pigalle di Henry Salvador. Non soltanto perché ha un timbro di voce abbastanza simile: il fatto è che una volta ha cantato quel brano a Parigi, in un locale, proprio in sostituzione di Salvador».
Nient’altro?
«Ma no, che altro? Si mangia. Cose molto semplici: pasta, verdure. Un antipastino di pesce. Il gelato al pistacchio per finire. Spesso le cose vanno un po’ per le lunghe perché Berlusconi è di continuo chiamato al telefono, e si deve alzare per rispondere. In ogni caso, a mezzanotte e mezza arriva sempre un maggiordomo con una pila di dossier, e lui ci congeda».
Va bene. Ma tutte queste belle ragazze non sono fuori luogo?
«Ma perché? Le ripeto, sono amiche di amici. E se una non fosse una persona per bene, Berlusconi che ne può sapere? In ogni caso, si tratta quasi sempre di persone note. Proprio Tarantini una volta ha portato una delle più belle attrici italiane. Molto nota e molto bella».
Pietà: il nome.
«Mai. Non vedo perché dovrei metterla in difficoltà».
Lo stesso Giuliano Ferrara ha parlato di «stile di vita esposto ai noti meccanismi di condizionamento e di ricatto».
«Ma il premier cosa dovrebbe fare? Chiedere i documenti? Sono cene. E a Palazzo Grazioli credo possa fare quel che vuole. A Berlusconi piacciono queste serate in allegria, e non è certo per rincorrere le donne. Semmai, sono loro a rincorrere lui. potente, l’uomo più potente d’Italia, è simpatico, affabile, alla mano...».
Appunto. Il rischio aumenta. Magari, chi lo sa, in buona fede: una battuta galante del premier, e ci si illude.
«Illusioni perdute, ambizioni sbagliate... cose che lasciano il tempo che trovano».
Insomma, nessuna critica? Persino Chirac ha raccontato di alcuni irrituali discorsi che gli avrebbe fatto il nostro premier.
«Chirac dovrebbe guardare la trave nel proprio occhio, visto come è stato chiacchierato. Su di lui, ce n’è una collezione... ».