Roberto Giovannini, La stampa 18/06/2009, 18 giugno 2009
I FRATELLI TARANTINI STORIA DI UN’ASCESA (QUASI) IRRESISTIBILE
Qualcuno rimane sbalordito, incredulo: «Lui? Noooo...». Qualcun altro invece se lo sentiva che sarebbe finita così. Fatto sta che in questo momento a Bari la stella di Gianpaolo Tarantini («quel» Gianpaolo, quello di cui ha parlato Patrizia D’Addario) certo non brilla luminosa. Per il 35enne imprenditore del settore delle protesi ortopediche di questi tempi i guai sono come le ciliegie: un mese fa era finito sui giornali accusato di corruzione, adesso secondo una testimone a quanto pare ben documentata offriva soldi, aereo e albergo a belle ragazze disinibite purché andassero a trovare a Roma il premier Berlusconi. Niente male per l’allievo del morigeratissimo Istituto religioso Margherita, il liceo della Congregazione Suore di Carità frequentata a suo tempo.
Certo è che chi lo ha incontrato nelle vie del centro di Bari, soltanto martedì, nel pieno di una mattinata caldissima e assolta, riferisce di averlo visto tranquillo. Anzi tranquillissimo, abito blu e camicia azzurra, cravatta color cielo. Tanto più, dicono i bene informati, che Tarantini almeno fino a qualche anno fa era tutto il contrario del ritratto del gaudente. Sposato, due figlie. Idee politiche, nessuna o quasi. Chi se lo ricorda rievoca la classica figura del compagno di classe né carne né pesce, quello di cui nessuno ha ragione di ricordarsi né per bravura né per nefandezze. Ricco, sì, come si conviene al titolare (insieme al fratello Claudio, anch’egli indagato) della Tecno Hospital, l’azienda di famiglia che fornisce servizi agli ospedali, protesi ortopediche e per la chirurgia plastica, come le protesi mammarie o le macchine per la liposuzione. Un’attività molto lucrosa per questo ragazzo della «Bari bene».
Ma a un certo punto dev’essere successo qualcosa. Negli ultimi due anni «Gianpaolo» era cambiato, aveva fatto una specie di «salto». Di ricchezza, ma anche di «status», e di opulenza nel manifestarlo. Gianpaolo negli ultimi tempi lo si trovava in tutti i locali più «in», in tutti i privé più esclusivi. Bazzicava feste, spesso in villoni in Costa Smeralda, gli piaceva sciorinare opulenza, come quando andando a bere con gli amici offriva generosamente prestigiose bevute di champagne Krug millesimato. Qualcuno dice anche che ormai viveva sempre «fuori giri». Poi il primo colpo, l’indagine della procura: l’ipotesi dei magistrati è che i fratelli Tarantini avessero versato tangenti per «essere sicuri» che i reparti giusti del Policlinico di Bari acquistassero forniture ospedaliere pilotando gli appalti. Poi, la seconda bastonata, con le accuse di Patrizia D’Addario.