Lorenza Pleutieri, la Repubblica 18/06/2009, 18 giugno 2009
LICENZIATO PER LA CRISI, FA RAPINE PER VIVERE "A 51 ANNI NESSUNO MI DAVA PIU’ UN LAVORO"
TORINO - «Ci hanno insegnato la meraviglia verso la gente che ruba il pane, ora sappiamo che è un delitto il non rubare quando si ha fame». Se ci fosse una colonna sonora, per questa storia che arriva da un quartiere popolare di Torino, sarebbe una canzone di Fabrizio De Andrè. Giuseppe Debellis, 51 anni portati male e manco il phisique du role a sostenerlo, un anno e mezzo fa è rimasto disoccupato perché la sua ditta di serramenti era in crisi ed ha tagliato gli organici. «Ho cercato lavoro in officine, fabbriche, dappertutto - ha giurato agli investigatori della Quinta sezione della Mobile, coordinati da Fulvia Morsaniga - ma nessuno vuole dare un posto ad uno uomo della mia età». Così, licenziato, si è improvvisato rapinatore. E ci ha preso gusto. Ha inanellato dieci colpi e più di 50mila euro di bottino. «Io e la mia compagna non avevamo più il denaro per l´affitto, la bollette, la spesa - ha ripetuto, spalancando il frigorifero di casa, vuoto - Non sapevo più cosa fare, ero disperato. Allora ho pensato ai colpi in banca. All´inizio non sapevo bene come si faceva, poi ho imparato».
L´esordio dilettantesco a quattrocento metri dall´alloggio-base, uno stabile anonimo all´angolo tra via Breglio e via Nigra, dove ora è un coro di «e chi l´avrebbe mai pensato» e «poveretto». Giuseppe Debellis, sulle spalle un datato precedente per spaccio, roba di 20 anni fa, il 15 marzo 2008 si è presentato all´agenzia Intesa-San Paolo di via Bibiana e ha mostrato al cassiere un foglio di carta a quadretti con scritto sopra: «I soldi. Non costringermi a usare armi. Veloce». La tecnica si è via via affinata. Il disoccupato ha portato a termine le successive rapine - in tornando due volte allo stesso obbiettivo, in più casi - brandendo un coltello o una pistola che sembrava vera. Se è stato preso lo si deve all´occhio clinico dell´ispettore superiore Cono Dimieri. Domenica - «libero dal servizio», per dirla in gergo - il poliziotto dell´Antirapine ha incrociato per strada il dimesso cinquantenne. «Ma quello lì lo conosco», si è detto, come un film. Aveva visto la faccia nelle immagini riprese dalle telecamere delle banche assaltate. Lo ha seguito, fino allo stabile di via Breglio 58. Quando martedì è arrivata la segnalazione dell´ultima scorribanda del "bandito solitario" - via Taranto, 10 mila euro di bottino - i detective sono andati sul sicuro. Hanno aspettato il "presunto colpevole" sotto casa, gli hanno dato il tempo di entrare e uscire, lo hanno fermato. Addosso aveva un coltello a serramanico e parte dei quattrini. Il resto e due pistole giocattolo, un revolver e una semiautomatica, erano nell´appartamento diviso con la compagna. Poi lui ha raccontato la storia alla De Andrè. Alla Mobile la stanno soppesando. Su molte cose, ad esempio sul perché i suoi tre figli grandi non lo abbiamo aiutato, è stato vago.