Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2009  giugno 18 Giovedì calendario

«90210» SENZA L’AURA DI BEVERLY HILLS


Il più celebre codice postale della serialità america­na, «90210», è diventato il terzo spin off tratto da «Beverly Hills, 90210» dopo «Melrose Place» e «Models Inc.». Ideato da Rob Thomas racconta le vicende quotidiane della famiglia Wilson (padre, madre, figlia e figlio adottivo), trasferitasi da poco a Be­verly Hills, California, dopo che il capofamiglia, Harri­son, ha accettato l’incarico di preside del West Beverly High. Accanto a loro, della vecchia serie ritroveremo Kel­ly Taylor (Jenny Garth) ora consulente scolastico della West Beverly High, Brenda Walsh (una Shannen Doherty ormai donna fatta) divenuta nel frattempo attrice di teatro e Nat, il proprietario del Pich Pit (Raidue, lunedì, ore 21,50. Anche «Beverly Hills 90210», creato da Darren Star, raccontava le vicende di un’altra famiglia, la Walsh, trasferitasi per il lavoro del padre dalla provinciale Min­neapolis in uno dei quartieri più prestigiosi di Los Angeles (Joi, Mediaset Premium, stri­scia quotidiana). La visione comparata delle due serie, re­sa possibile dalla convergen­za dell’attuale offerta televisi­va, è piena di sorprese. Dopo circa vent’anni, la prima cosa che colpisce è il cambio di rit­mo: sequenze più brevi, dialo­ghi più serrati. Il classico «te­en », sull’esempio di «Gossip girl» strizza l’occhio alla so­ap. La qualità fotografica è più accurata, però...

Però manca quell’aura che faceva di «Beverly Hills» il luogo ideale della riflessione adolescenziale. Manca la fi­gurazione del «gruppo», la cui coesione è basata su un profondo legame di amicizia e un forte senso di apparte­nenza generazionale. Perciò, pur esistendo dei personag­gi principali, era il gruppo dei pari, con dinamiche inter­ne, il centro della rappresentazione, e costituiva una ve­ra famiglia parallela rispetto al nucleo familiare. Solo co­sì si spiega lo scarso successo ottenuto da «90210».