Alessandra Farkas, Corriere della sera 18/06/2009, 18 giugno 2009
LA TRAGEDIA DI MIA SI UCCIDE IL FRATELLO
Un colpo di pistola per Patrick Farrow
NEW YORK – Si è suicidato sparandosi un colpo di pistola alla tempia. Patrick Farrow, il fratello scultore dell’attrice Mia Farrow è stato trovato morto all’interno della sua galleria d’arte in Vermont in quello che la polizia aveva definito fin dall’inizio «un decesso sospetto». la terza tragedia ad abbattersi sull’ex compagna di Woody Allen in poco più di un anno, dopo la scomparsa della figlia adottiva Lark e del nipote Jason. «Mia è devastata», spiega un portavoce dell’attrice che si è chiusa in un impenetrabile silenzio nella sua villa del Connecticut, circondata da figli e nipoti, lasciando alla manager Laura Berwick il compito di rispondere al telefono per dire che «Patrick era un amatissimo fratello, marito, padre, zio e nonno» e che «l’intera famiglia è in lutto». Anch’egli figlio del regista australiano John Farrow e della leggendaria attrice irlandese Maureen O’Sullivan, il 66enne Patrick viveva a Castleton, una cittadina tra i boschi del Vermont al confine con lo stato di New York insieme alla moglie artista Susan.
Ed è stata proprio quest’ultima a lanciare l’allarme, poco prima della mezzanotte di lunedì, quando, non vedendolo rincasare, si era recata nella chiesa sconsacrata trasformata in atelier dove la coppia vendeva gioielli e opere d’arte. «Mio marito è accasciato in terra in una pozza di sangue », ha urlato singhiozzante al 911.
Per Mia è il seguito di un lutto senza fine che ha spinto i media a parlare di vera e propria «maledizione dei Farrow». La 64enne attrice e attivista non si era ancora ripresa dalla perdita della figlia adottiva Lark, morta in un ospedale di New York il giorno di Natale dopo una battaglia di dieci anni contro un incurabile male. Anche se i familiari non hanno mai rivelato il motivo del decesso, in un’intervista al settimanale Star, nel 1998, l’allora marito Christopher McKinzie rivelò che la giovane aveva contratto il virus dell’Aids dopo un tatuaggio con degli aghi contaminati.
Tra Lark e sua madre il rapporto non era stato sempre facile e chi la conosce bene giura che l’attrice e attivista – reduce da un massacrante digiuno per il Darfur – sia ancora assillata dai sensi di colpa per aver rappezzato la loro relazione soltanto quando era ormai troppo tardi. E un ulteriore lutto era venuto dalla scomparsa di Jason Dene, il 37enne sergente paracadutista dell’esercito americano, figlio di sua sorella Tisa, morto in circostanze misteriose a Baghdad il 25 maggio 2008.
Secondo il dipartimento della Difesa il giovane era morto «nel suo letto e per motivi naturali ». «A causa di disturbi respiratori durante il sonno, complicati dal fatto che fumava», aveva precisato il Pentagono che ordinò un’indagine peraltro senza mai giungere a una conclusione definitiva. Ma la tesi della «sindrome da apnea notturna » non è mai stata accettata dalla famiglia che aveva attaccato l’amministrazione Bush accusandola di aver autorizzato a rispedire il giovane al fronte per la terza volta, nonostante fosse rimasto gravemente ferito.
La sua morte ebbe un’enorme eco sui giornali americani quando lo zio Patrick si scagliò contro l’amministrazione Bush in un articolo al vetriolo pubblicato sul giornale locale Rutland Herald e ripreso dai media nazionali.
«A causa delle bugie arroganti e corrotte del presidente George W. Bush e dei suoi burattinai neo-con mio nipote è morto e io sono incazzato nero – aveva scritto Patrick – Jason non è stato ucciso dal fuoco nemico, ma dalla brutale e cinica politica dell’amministrazione che ha prolungato i turni di permanenza al fronte».