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 2009  giugno 18 Giovedì calendario

Una super Fed a guardia di Wall St. - Superpoteri alla Federal Reserve per controllare più da vicino e regolare i mercati per evitare il ripetersi di una crisi economica e finanziaria come quella attuale

Una super Fed a guardia di Wall St. - Superpoteri alla Federal Reserve per controllare più da vicino e regolare i mercati per evitare il ripetersi di una crisi economica e finanziaria come quella attuale. Li ha proposti ieri al Congresso Usa il presidente degli Stati Uniti, Barack Obama. Il capo della Casa Bianca, insieme al segretario al Tesoro, Timothy Geithner, ha trasmesso al Congresso un documento di 85 pagine, in cui si propone anche l’istituzione di una sorta di agenzia per i consumatori, con poteri in settori come quello delle carte di credito. La riforma proposta, la più ambiziosa dagli anni 30, mira a «restaurare la fiducia nell’integrità del nostro sistema finanziario», si legge nel documento, e tocca tutti gli aspetti o quasi dei mercati finanziari. L’idea di Obama è porre un termine a quella che ha definito la cultura dell’irresponsabilità. Tra i poteri conferiti alla Fed c’è quello del controllo di ogni società finanziaria che opera negli Stati Uniti, se risulterà necessario. Sono inoltre previsti controlli sui derivati, considerati tra i maggiori responsabili della crisi, come anche la possibilità, per il Tesoro, di prendere il controllo delle più grosse società finanziarie in caso di profonda crisi. «Abbiamo assistito a deficienze strutturali che hanno permesso ad alcune compagnie di scegliersi l’autorità cui riferire a proprio piacimento», ha spiegato Obama nel delineare la sua riforma, e ad altre, come gli hedge fund, di «operare completamente al di fuori del sistema normativo». Inoltre, c’è stato lo sviluppo di strumenti finanziari, come alcuni derivati, «così complessi da mettere in difficoltà gli sforzi tesi a stabilirne il vero valore». Un sistema che ha «permesso alle banche di fare profitti dando prestiti a persone che non sarebbero mai state in grado di ripagarli, perché il prestatore scaricava un altro». Parte della riforma proposta, che dovrà passare l’esame del Congresso, riguarda le autorità finanziarie: verrà scardinato l’attuale sistema appoggiato sull’Office of Thrift Supervision, un’autorità di vigilanza sul risparmio che fa capo al Tesoro, e verranno chiuse le falle nel sistema che hanno consentito a importanti istituzioni di eludere le regole bancarie. Secondo Obama, il sistema sarà dotato di una normativa bancaria omogenea. «Alzeremo i requisiti patrimoniali di tutte le istituzioni che raccolgono depositi, e i consulenti finanziari hedge fund dovranno registrarsi alla Fed». Obama propone anche che «alla Fed sia data una nuova autorità, e responsabilità, per regolare le holding bancarie e le altre grandi imprese il cui fallimento metterebbe a rischio l’intera economia»: sono in arrivo requisiti patrimoniali e di liquidità più onerosi, per rendere queste aziende istituzioni più forti e meno suscettibili di fallire. Al vertice delle istituzioni ci sarà un consiglio di sorveglianza «per mettere assieme le autorità dei vari mercati affinché siano coordinate e condividano le informazioni». E per i gruppi finanziari di grandi dimensioni è in arrivo una resolution authority, un’autorità che «non solo metterà in pratica tutte le salvaguardie necessarie a prevenire il fallimento di queste aziende, ma creerà anche un insieme di procedure che ci permetteranno di proteggere l’economia se uno di questi giorni dovesse poi fallire», ha auspicato Obama. Ieri, intanto, diverse banche hanno annunciato di avere restituito i fondi Tarp al Tesoro: JPMorgan ha rimborsato tutti i 25 miliardi di dollari ricevuti dal governo, Morgan Stanley e Goldman Sachs 10 miliardi ciascuna, U.S. Bancorp 6,6 miliardi, Capital One 3,6, American Express 3,4%, Bank of New York Mellon 3 miliardi.