Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2009  giugno 18 Giovedì calendario

KINDLE VUOLE DIVENTARE L’IPOD DI LIBRI E GIORNALI - C’è

chi, come Andrew Wylie, uno dei più famosi agenti letterari di New York e tra le figure più influenti dell’editoria americana, l’ha provato per curiosità. E l’ha già bocciato:«Possiedo un Kindle da tre mesi e l’ho usato per mezz’ora. Di questo passo, lo accenderò per due ore all’anno». Ma l’interesse professionale di Wylie per i libri elettronici e per i nuovi lettori, come appunto il Kindle proposto da Amazon, resta: «Certi tipi di testi, come i manuali e i romanzi popolari, sono idealmente perfetti per essere digitalizzati, sono volumi che non vorremmo sugli scaffali delle nostre biblioteche, dove lo spazio è per forza limitato. Per quanto riguarda i testi di qualità, siano essi romanzi o saggi, credo però che la versione cartacea sia insostituibile. E non dimentichiamo che il problema delle royalty, per i libri elettronici, non è stato ancora affrontato in modo soddisfacente ».
Ma Jeff Bezos, fondatore di Amazon, continua a nutrire enormi aspettative sul successo della sua creatura, consolato dalle vendite di Kindle Deluxe (Dx), la nuova versione del lettore, in vendita, solo negli Stati Uniti a 489 dollari, 130 in più rispetto al modello precedente, uscito il 23 febbraio scorso. In tre giorni il Dx è andato esaurito (si veda Il Sole 24 Ore di ieri) e si calcola che circa 250mila persone lo stiano già usando. Per Bezos, che ha trasformato Amazon da più grande libreria online del mondo a più grande bazaar online del mondo (accanto ai libri sul sito si possono comprare persino passeggini e automobili), potrebbe essere l’ennesimo colpo di genio. E di profitti: i Kindle sono prodotti in Asia per Amazon dalla Prime View di Taiwan e secondo gli analisti di iSuppli, a fronte del prezzo al dettaglio del Kindle 2 di 359 dollari, il costi di produzione sarebbe di 185. Barclays Capital ha calcolato che entro il 2012 le vendite di Amazon di Kindle varranno 3,7 miliardi di dollari, pari al 20% del fatturato complessivo dell’azienda, con profitti per 840 milioni di dollari e una stima fatta di recente da Citigroup (500mila Kindle venduti nei prossimi due anni) appare già molto conservativa.
Ma i guadagni maggiori, nel piano di Bezos, potranno venire soprattutto dalla vendita di contenuti per Kindle e a trarne vantaggio non sarebbe solo Amazon, che ha già disponibili migliaia di testi in formato elettronico, ma tutti gli editori di carta stampata.
Quella che Fortune ha di recente definito «la prossima rivoluzione di Amazon» potrebbe essere simile a quella innescata da Steve Jobs con l’iPod e iTunes, il negozio virtuale che ha "convinto" chi scaricava musica da internet gratis a usare un sistema a pagamento.
New York Times e Washington Post stanno studiando offerte che includano un Kindle Dx gratis, accompagnato da un abbonamento di lungo periodo, dai due-anni in su. E il nuovo numero di Business Week, in edicola da ieri, ha pubblicato un articolo dal titolo "This Kindle means business", immaginando per il Dx un nuovo, insospettato, mercato, quello degli avvocati. Grazie alla facilità con cui la nuova versione legge i documenti in formato pdf, in molti preferiranno stipare nel Kindle, che pesa 538 grammi, i faldoni della cause, per i quali spesso non basta un carrello.