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 2009  giugno 18 Giovedì calendario

IL DATO NEL MOMENTO GIUSTO - C’è

la crisi ma la business intelligence cresce lo stesso. Secondo Gartner, nel 2008 le vendite di software e soluzioni sono cresciute del 22%, toccando un totale di 8,8 miliardi di dollari, con sei aziende che controllano il 75% del mercato: Sap, che ha acquistato la francese BusinessObjects, Sas, Oracle, che ha rilevato Hyperion, Ibm, fusa con la canadese Cognos, Microsoft e MicroStrategy. Il balzo in avanti è sicuramente dettato, oltre che dai consolidamenti di mercato, anche dalla crisi, che secondo Dan Sommer di Gartner «spinge le aziende ad aumentare la trasparenza e a cercare di identificare i costi, allineando meglio strategie ed esecuzione».
L’unico punto negativo adesso è per i "piccoli" del mercato che, a differenza dei sei attori che fanno i due terzi della torta (cresciuta nel 2008 al doppio della velocità rispetto al 2007), stanno invece perdendo quote di mercato.
Il termine "business intelligence" è stato coniato nel 1958 da Hans Peter Luhn,un oscuro inventore tedesco arrivato nel 1947 ai laboratori di Ibm negli Usa dopo aver speso una vita come ricercatore indipendente. Nato nel 1896 in Germania, subito dopo aver combattuto nel primo conflitto mondiale e aver evitato di un soffio la chiamata alle armi nel secondo, Luhn – scomparso nel 1964 – aveva registrato più di 80 brevetti soprattutto nell’agricoltura e nel tessile. Chiamato da Ibm per trovare un modo di catalogare i composti chimici sulla base della formula originaria, negli anni 50 Luhn era rimasto affascinato dalla nascente scienza informatica; si era allora messo a lavorare di buona lena su schede perforate ed elaboratori a valvole, sino a scrivere i suoi lavori più importanti, che sono ancora oggi utilizzati come fondamento teorico del software aziendale.
Da allora, di strada ne è stata fatta. L’idea oggi è che il software consenta di raccogliere e analizzare le informazioni, offrendo risposte in tempo reale ai manager: gli andamenti delle vendite ma anche gli effetti reali di una decisione strategica, oppure le possibili correlazioni tra fattori diversi. I software per la business intelligence sono stati ad esempio utilizzati dal Pentagono per la lotta al terrorismo o dalla protezione civile per stimare l’impatto di disastri e le conseguenti strategie d’intervento.
Un esempio di applicazione è quello della Coca Cola Co., che a partire da questo mese ha messo in migliaia di fast-food in California, Georgia e Utah 60 distributori automatici di oltre 100 varietà di bibite, té e caffé. All’interno di queste nuove macchine, chiamate Freestyle, c’è un’abbondanza di tecnologie, dagli Rfid applicati su ciascuna lattina fino ai lettori e sistemi per la trasmissione dati senza fili. L’obiettivo è inviare al quartier generale di Atlanta miliardi di informazione sugli acquisti, non solo per aggiornare il magazzino in tempo reale, ma anche per incrociarli con altri dati. Come, ad esempio, la zona in cui sono stati effettuati gli acquisti, la temperatura, il traffico, la presenza di eventi sociali nella zona del distributore. L’ambizione di Coca Cola è quella di riuscire a capire meglio i suoi clienti, soprattutto alla luce dei vari flop miliardari ai quali sono esposti i colossi delle bibite: lanciare un prodotto che non incontra i gusti del pubblico può avere impatti disastrosi che in tempi di crisi è meglio evitare.
Un altro settore è ancora più sorprendente. La tradizione delle previsioni meteorologiche dell’epoca del computer e la business intelligence sono infatti legate; e si incrociano con il bisogno dei militari di avere sotto controllo l’aspetto più cangiante dei teatri di guerra: il meteo. La meteorologia militare è una branca particolare, poco nota nel dettaglio, ma di importanza storica e strettamente dipendente dall’uso di sistemi integrati di scambio e analisi delle informazioni, che oggi i militari usano sempre più su larga scala. Sono troppe, ad esempio, le variabili che gli Imets, gli Integrated Metereological System dell’esercito Usa, gestiscono, per non dover utilizzare uno strumento di analisi digitale complessivo che le metta in relazione con il quadro più generale dei dati a disposizione. la vista delle Cop, le Common operational picture, cioè il sistema per creare una mappa aggiornata in tempo reale a disposizione dei "manager del combattimento" durante le operazioni, dentro il quale i dati meteorologici appaiono grazie all’Iweda, l’Integrated Weather Effects Decision Aid, il sistema di aiuto integrato per la decisione sugli effetti del meteo. Un sistema che qualsiasi manager della logistica e del marketing vorrebbe avere sul cruscotto digitale del proprio computer.
Infine, uno dei campi in più rapida evoluzione è quello operativo del "supporto alle decisioni" con l’aiuto del computer, utilizzato sostanzialmente presentando il più ampio quadro possibile delle alternative. Considerato il Santo Graal per aumentare la produttività sia aziendale che personale,oltre a permettere di documentare meglio le motivazioni delle decisioni prese, è utilizzato in moltissimi campi. Negli anni 80 United Airlines cominciò a impiegarlo, con tecnologia sviluppata da Texas Instruments, per il coordinamento e la gestione dei gate d’imbarco in tutti gli Usa, con buoni risultati di riduzione dei ritardi. Oggi,però,è nel settore medico che sta acquistando maggiore rilevanza. In un momento in cui la pressione della spesa sanitaria e l’invecchiamento della popolazione stanno mettendo in croce i sistemi sanitari, l’efficienza raggiungibile con queste tecnologie nella scelta della terapia migliore e al tempo stesso più economica da applicare a ciascun paziente aumenta l’efficienza e l’efficacia del sistema. I sistemi di supporto alle decisioni cliniche stanno così raggiungendo vette di complessità notevole (motori inferenziali, sistemi di intelligenza artificiale e di apprendimento da parte della macchina), con l’idea che in momenti di crisi, si cerca di spendere meno investendo nelle soluzioni più "intelligenti".