Dario Pappalardo, la Repubblica 17/06/2009, 17 giugno 2009
IL ’58 DI MINA E DEGLI OPERAI ECCO IL VERO SPARTICQUE D’ITALIA"
Per la prima volta i lavoratori dell´industria superarono i contadini
« un gioco, certo, ma anche un pretesto per riflettere. Scegliere gli anni più importanti della storia costringe a individuare delle priorità. Per questo, ogni anno, all´inizio del corso, chiedo ai miei studenti di indicare delle date chiave del Novecento». Guido Crainz, ordinario di Storia contemporanea all´Università di Teramo e autore di saggi come Il paese mancato e L´Italia repubblicana, interviene così sul sondaggio di dell´Economist
Professor Crainz, stando al gioco, quale sarebbe l´anno cruciale della storia internazionale?
«Preferirei indicare una coppia di anni legati tra loro: il 1789 e il 1989, la Rivoluzione francese e la caduta del muro di Berlino. Ovvero l´inizio e la fine di quella che è la rivoluzione contemporanea».
Quale sarebbe invece l´anno che ha cambiato l´Italia?
«Eviterei il 1946 e il 1968 per focalizzare l´attenzione sul 1958. Quell´anno segna l´incontro del nostro Paese con la modernità. Per la prima volta, gli impiegati nell´industria superano per numero i contadini; Giovanni XXIII inaugura un pontificato durante il quale la Chiesa dimostrerà di non temere il nuovo; entrano in vigore i trattati di Roma, che sanciscono la nascita della Comunità economica europea. E, sul versante dello spettacolo, non dimentichiamo il debutto di Adriano Celentano, Mina e Fabrizio De Andrè».