Intelligent Life (Economist), Estate 2009. Testo di Andrew Marr che apre li dibattito sull’anno più importante della storia. Traduzione integrale., 17 giugno 2009
poco più di un gioco: qual è l’anno più importante nella storia dell’umanità? La risposta che diamo dice molto su chi siamo
poco più di un gioco: qual è l’anno più importante nella storia dell’umanità? La risposta che diamo dice molto su chi siamo. I cristiani sceglieranno l’anno della nascita di Cristo, o quello della sua crocefissione (anche se prima dovrebbero mettersi d’accordo sulla data esatta di questi avvenimenti) e i musulmani voteranno per il 622 d.C, anno della migrazione del Profeta a Medina. Per i patrioti inglesi l’anno più importante potrebbe essere l’878, quando Alfred sconfisse i vichinghi; mentre i Marxisti potrebbero votare per il 1867, anno di pubblicazione de ”il Capitale”. La mia opinione è che dovremmo cercare un anno che sia universalmente importante. In assenza di una vera religione universale, quindi, non si possono scegliere date di avvenimenti religiosi. E anche gli anni importanti per una singola nazione sono esclusi in base al principio dell’universalità. Qualcuno potrebbe dire che la sconfitta dell’ Armada Invencible nel 1588 è stata decisiva per il mondo: senza quella sarebbe stata tutta un’altra storia, una storia priva dell’Inghilterra indipendente, della Gran Bretagna, dell’intero impero britannico. Ma per esser convincente il 1588 richiede troppo lavoro speculativo. Perché non prendere l’anno di un evento decisivo per nazioni e popoli diversi? Se introduciamo questo criterio dobbiamo spostare verso i giorni nostri l’anno più importante di tutti. Per il semplice fatto che la trasmissione delle idee implica che più si va indietro – a meno che non ci mettiamo a giocare con gli albori dell’umanità – più è difficile trovare fatti d’importanza universale. Nell’era classica ci sono tantissime date decisive. Ma quando nel 44 d.C. è stato ucciso Giulio Cesare il suo impero era solo una parte di una piccola area del mondo. Se scegliessimo il 1453 e la caduta di Costantinopoli, certamente un anno fondamentale per la cristianità, faticheremmo a sostenere che qualcuno in Cina, Giappone o Africa se ne sia preoccupato. vero, potremmo tentare di trovare un anno durante il quale sono successi eventi importanti in più posti. Nel 1492 Cristoforo Colombo sbarcò nelle Americhe; si arrese l’ultima roccaforte musulmana di Spagna; morì Sonni Ali, che aveva fondato il vasto impero africano di Songhai; l’arte raggiunse nuove vette grazie a Mitsunobu Toba in Giappone e Leonardo e Mantegna in Italia. Fu anche un grande anno per i polacchi e i lituani. Però è tutto un po’…sconnesso. A parte Colombo, gli eventi coincisi nel 1492 non hanno un’importanza complessiva. Un altro approccio possibile sta nel considerare che l’umanità si sviluppa attraverso le sue idee, e quindi bisogna cercare le svolte storiche di carattere intellettuali. un modo di accettare la supremazia delle cause sopra gli eventi. Il problema è che poche grandi idee hanno una singola fonte. Ci siamo divertiti molto con il 150esimo anniversario della ”Origine della specie”, ma non si può considerare il 1859 un anno decisivo. Prendiamo altrimenti il liberalismo, che oggi è l’idea politica dominante. Ma sceglieremo un libro di Locke del 1690, o quello di uno degli eroi dell’Illuminismo, oppure la Dichiarazione di Indipendenza americana del 1776, o altrimenti la più onnicomprensiva Dichiarazione dei Diritti dell’Uomo parigina del 1789? Se scegliamo i libri ce ne sono troppi; se scegliamo Parigi come tratteremo tutta l’ironica faccenda del Terrore che derivò da quella carta? Anche se il potere economico, grazie alla crisi mondiale, sembra dirigersi verso Est, il mondo continua a essere dominato dal modello americano. Quindi il 1776 è il più convincente tra gli anni del liberalismo. Rispetto alla Magna Carta o alla Gloriosa Rivoluzione inglese del 1688, la formazione degli Stati uniti ha toccato molte più persone, in un modo o nell’altro. certamente nella mia lista. Ha più chance del 1919, anno in cui molto del mondo politico che conosciamo oggi emerse dal disastroso trattato di Versailles, principalmente perché il 1919 dipende dal 1914. Quindi sono due anni, non uno. Ma anche il 1945 merita di essere trattato alla pari con il 1776. Da sola, la bomba atomica ha cambiato l’idea che il mondo ha di sé stesso. Senza dimenticare la sconfitta finale della Germania Nazista, il cui tentativo di genocidio degli ebrei rimane il fatto morale più importante dei tempi moderni, quello che ha modificato di più il nostro modo di pensare. stato l’anno in cui l’egemonia americana si è instaurata in Occidente e in cui è iniziata la dittatura stalinista dell’Europa dell’est, e di quando l’India ha compiuto passi decisivi verso l’indipendenza. Se mai c’è stato un momento in cui gli eventi e le cause si sono incontrati – dall’India alla Cina, fino al Medio Oriente – è stato sicuramente questo. Momenti storici più recenti – come il muro di Berlino nel 1989, il rilascio di Mandela nel 1990 e la scoperta del Dna nel 1953 – sono importanti, ma non così tanto. Ho un candidato finale. Se l’umanità è minacciata soprattutto dal riscaldamento globale e se questo richiede un’urgente azione internazionale, la Conferenza Onu sul clima di Copenhagen, questo luglio, non potrebbe essere la nostra ultima chance? Qualcuno, lo so, sbufferà per questi due ”se”. Ma il 2009 è il mio terzo candidato. Chi ha una proposta migliore?