Varie, 17 giugno 2009
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Iannelli Enzo
• Palmi (Reggio Calabria) 22 febbraio 1944. Magistrato • «[...] ex procuratore generale di Catanzaro [...] trasferito d’ufficio in via cautelare dal Csm dopo aver reagito al sequestro probatorio ordinato dai colleghi della procura di Salerno che, sostenendo le tesi dell’ex titolare dell’inchiesta, Luigi De Magistris, volevano i 45 faldoni di “Why Not” — adesso è parcheggiato alla corte d’appello di Reggio Calabria [...] Figlio e nipote di magistrati, entrato per concorso nel ’69 come uditore giudiziario, il più giovane pg d’Italia nominato all’unanimità da quel Csm che poi lo silurerà [...] Era l’autunno del 2008 quando scoppiò lo scontro tra procure, poi stigmatizzato anche dal capo dello Stato: dopo la perquisizione assai ruvida disposta dai magistrati campani, le toghe calabresi guidate da Iannelli blindarono i faldoni con un decreto di contro sequestro preventivo. Alla fine, la sezione disciplinare del Csm sospese procuratore di Salerno, Luigi Apicella, e dispose il trasferimento di Iannelli, di un suo sostituto e di due pm salernitani: “[...] la rappresentazione fu quella di una guerra tra bande e di un nostro fallo di reazione quando da Salerno ci mossero l’accusa di essere degli insabbiatori. Ma le cose sono andate diversamente: con quella mossa, i pm di Salerno ci hanno impedito di chiudere le indagini preliminari con il deposito, poi prontamente avvenuto una volta dissequestrato il fascicolo processuale, per 46 imputazioni e 104 indagati [...] Ma noi abbiamo sempre rispettato la legalità cercando solo di non farci sottrarre un’inchiesta per la quale avevamo concesso ampia facoltà di consultazione degli atti ai colleghi di Salerno. Loro però volevano i faldoni, volevano portarseli via per fare chissà che cosa ma in quelle carte c’erano anche milioni di dati sensibili contenuti nel cosiddetto archivio Genchi e noi non potevamo permettere un vero e proprio scippo. Ma cosa avremmo dovuto fare? Subire? O tutelare l’ufficio? Noi avevamo offerto tutta la nostra collaborazione a Salerno per le copie degli atti invitando i colleghi a venire a Catanzaro ma loro non hanno mai motivato le richieste. Volevano tutto l’archivio Genchi con milioni di informazioni sensibili e non spiegavano il perché”» (Dino Martirano, “Corriere della Sera” 17/6/2009).