L’Espresso, 18 giugno 2009, 18 giugno 2009
L’Italia non ha un Piano nazionale della ricerca da due anni: l’ultimo è scaduto nel 2007 e non vi hanno messo mano né l’ex ministro Fabio Mussi né Mariastella Gelmini, che lo ha promesso per il G8
L’Italia non ha un Piano nazionale della ricerca da due anni: l’ultimo è scaduto nel 2007 e non vi hanno messo mano né l’ex ministro Fabio Mussi né Mariastella Gelmini, che lo ha promesso per il G8. Clamorosa anche la tendenza dei governi a spendere in ricerca meno di quanto promesso: la differenza tra spesa sostenuta e prevista nei vari Pnr, infatti, è passata progressivamente dal più 0,02 per cento del 2000 (1,05 per cento del Pil contro 1,03) al meno 0,73 del 2006 (appena 1,14 contro il dichiarato 1,87). Si potrebbe dire che è più onesto non farlo, il Piano, se non si mantengono gli impegni assunti. Infine, tra le otto misure utili a migliorare la ricerca, individuate dall’Issirfa-Cnr, l’Italia negli ultimi anni ne ha assunte solo due. L’Ocse, però, si è accorta della nostra scarsa serietà: l’Italia non compare nemmeno nell’outlook 2008 sugli investimenti nel comparto, dove spiccano Finlandia e Svezia, che già viaggiano sul 3,5 per cento del Pil e si sono impegnate a raggiungere il 4 il prossimo anno. Entro tale termine tutta l’Ue dovrà comunque arrivare al 3 per cento.