Egle Santolini, La Stampa 15/06/2009, 15 giugno 2009
«COSTRUIR0’ LA NUOVA LADY D.»
L’oggetto magico che ha trasformato in principessa Kate Middleton, la girlfriend di William d’Inghilterra, non è un diadema di diamanti da rinchiudere appena possibile nella Torre di Londra, e neppure un anello di fidanzamento di cui, forse, a questo punto non frega più tanto a nessuno: ma un abito bianco (lucky dress, lo chiamano, e di fortuna ci sarà un certo bisogno) vagamente somigliante a un abitino da prima comunione, se non fosse così cool, così sexy e così maledettamente di moda.
The Daily Beast, il blog diretto dall’ex direttore di Vanity Fair e del New Yorker Tina Brown, l’ha approvato con un certo sollievo, segnalando che finalmente Kate non sembra più una brava ragazza di Chelsea che ha paura di osare ma una bella donna piccante e sicura di sé. La stilista che l’ha disegnato, Daniella Helayel, domina della griffe Issa, ritiene poi che il segreto stia nel suo essere «corto ma non troppo, vezzoso ma non troppo», e fa sapere di avere preso come ispirazione «una vestina per bambine, a cui però ho ridotto il volume delle maniche a una scala meno ingombrante».
Lo hanno ordinato, nel frattempo, le quasi-cugine acquisite di Kate, Eugenie e Beatrice, cioè le figlie di Sarah Ferguson che della mamma hanno ereditato la silhouette (purtroppo quella, rubensiana, precedente a una drastica dieta Weight Watchers), Gwen Stefani, Peaches Geldof più alcune starlet assortite della teleserie Gossip Girl. E se Madonna da Issa ha scelto invece altri modelli un po’ più da sciura, fra cui quello nero con cui è andata a chiedere in Malawi un secondo figlio in adozione, il buzz londinese è ormai tutto per questa brasiliana alta un metro e cinquanta o poco più che ha appena presentato a New York la sua nuova collezione ispirata alle crociere. E che minaccia di diventare, per Kate Middleton, quello che Gianni Versace fu per Lady Diana e Hubert de Givenchy per Audrey Hepburn: cioè il sarto che capisce la personalità di una cliente molto speciale ma fino ad allora incompresa (e soffocata, nel caso di Diana Spencer, da metri di rovinose trine e falpalà), ne svela le incommensurabili potenzialità e la proietta nel Mito.
Per passare a esempi più vicini a noi, Kate Middleton vestita da Issa, non solo col lucky ma anche con certe affascinanti tuniche color fucsia, è ora in grado di competere, o quasi, se mai le capiterà, se mai finirà per sposare William, con una Carla Bruni griffata Dior (l’esempio migliore, finora, il tutto viola sfoderato proprio in visita a Londra dalla regina Elisabetta) o una Michelle Obama rivista da Narciso Rodriguez (quello del vestito vulcanico, nero e rosso, della notte della vittoria a Chicago). Daniella Henayel ha avuto certamente un buon materiale di base su cui lavorare, visto che la ventisettenne Kate, figlia di un’ex hostess e di un ex pilota di linea diventati milionari grazie a una società che vende via mail gadget e oggettini per i party, ha le più belle gambe del Berkshire e un sorriso da venti milioni di sterline. Ma certo non deve essere stato istantaneo far passare al lucky dress chi dipendeva dai jeans e dalle giacchette scozzesi avvitate, e si era pure avventurata in certi cappellini di Philip Treacy molto vecchia Inghilterra ma anche molto giovane zitella.
Per un certo periodo, poi, ha dovuto pure vestirsi Jigsaw, cioè con i capi di una catena di abbigliamento molto, forse troppo, middle class: e l’unica ragione è che da Jigsaw ci lavorava. Ora che, ufficialmente, è impiegata nella società dei genitori, può mettersi quello che le pare. Basta che non approfitti dei propri privilegi: perché quando accettò in regalo una Manor Bag di Burberry da mille sterline i tabloid le fecero la pelle.
E il vero problema, a questo punto, è che le ulteriori metamorfosi di miss K sotto lo sguardo implacabile di Issa non potranno essere avidamente analizzate dagli analisti di costume, perché il punto è che chi fotografa la Middleton va in galera o quasi. Da quando Kate ha compiuto 25 anni, e le indiscrezioni su un suo matrimonio con William si sono fatte più pressanti, gli avvocati di famiglia hanno messo in guardia i media. I giornali del gruppo News di Rupert Murdoch e la società che pubblica Guardian e Observer hanno promesso, obtorto collo, di andarci piano. E allora foto selezionate, tutte autorizzate e tutte scattate in luoghi strapubblici. E frasi ipercentellinate, dalle (quasi) regali labbra. La più sintomatica di come davvero vadano le cose, tra William e Kate? « lui che deve considerarsi fortunato di uscire con me». Sempre di luckiness si tratta.