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 2009  giugno 15 Lunedì calendario

TRIPLICATI GLI IMMIGRATI DALL’ASIA

Immigrati "di città" da una parte, immigrati "di campagna" dall’altra. E poi il "pianeta Cina", che ha caratteristiche del tutto originali: si può riassumere in queste tre macro-categorie l’immigrazione proveniente dal grande continente asiatico; 631mila persone al 1� gennaio 2009. Una presenza che vale il 16% dei residenti stranieri in Italia, numericamente pari a quella dei nordafricani.
Pur triplicando in dieci anni (dai 175mila residenti del 1998 ai 551mila del 2008),l’immigrazione asiatica nel nostro Paese è diminuita in termini percentuali: se nel 2003, infatti, contava il 17,9% dei residenti stranieri, nel 2008 scende al 16%. Il calo relativo dipende dal fatto che non tutti i Paesi del continente asiatico riescono a tenere il passo dei più recenti flussi provenienti dall’Europa dell’Est. In termini relativi, mantengono invariate le loro presenze in Italia tutti i Paesi dell’Asia Centro Meridionale (India, Pakistan, Bangladesh e Sri Lanka). La comunità filippina segna il calo più consistente,passando in dieci anni dal 4,5 al 3% delle presenze; mentre la comunità cinese vive il processo inverso:nello stesso periodo passa dal 3,3 al 4,5 per cento.
Infatti, le famiglie cinesi arrivate dalla Cina già negli anni 80, intorno al 2000 raggiungono una certa integrazione economica che consente un boom di ricongiungimenti familiari e di nuove nascite.
 fondamentale per comprendere l’immigrazione asiatica, un’analisi della sua presenza sul territorio. Se a livello nazionale tocca il 16%, in Lombardia raggiunge il 21,1%, in Toscana il 19,1% e in Lazio il 18,4. La Lombardia, in particolare, è il paradigma della presenza asiatica in Italia: dei quasi 39mila filippini presenti in regione, ben 33mila sono residenti nel solo comune di Milano.
Sempre in Lombardia, d’altro canto, nella provincia di Mantova il 15,1% di immigrati è indiano, e in alcuni comuni la percentuale supera il 30. In entrambi i casi, sia per le cure domestiche di ambiente urbano, sia per gli impieghi agricoli, il lavoro è per la maggior parte di tipo dipendente. Tant’è vero che gli imprenditori filippini hanno l’incidenza percentuale sui residenti più bassa di ogni altra nazionalità (0,4%). Gli immigrati cinesi, invece, sono i campioni del lavoro autonomo: gli imprenditori sono 22.486 e la loro incidenza percentuale è superiore a quella di qualunque altra comunità straniera (14,4%). Sono quasi 4mila le imprese manifatturiere cinesi in Toscana e l’incidenza percentuale degli imprenditori sulla comunità è del 19,4%: un cinese residente ogni cinque ha,cioè,un’impresa sua.
Questo iper-attivismo imprenditoriale ha come riflesso anche il record di rimesse verso la Cina: nel 2007 gli immigrati asiatici hanno inviato nei Paesi d’origine il 40,4% di tutta le rimesse provenienti dall’Italia. E, in particolare, la rimessa cinese in tre anni è quadruplicata.