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 2009  giugno 13 Sabato calendario

«Il leone del deserto» vale come documento Con singolare tempismo Sky Cinema Classics ha trasmesso il film dedicato a Omar al-Mukhtar, di cui Muammar Gheddafi ha sfoggiato una foto sul petto dell’alta uniforme (giovedì, ore 21)

«Il leone del deserto» vale come documento Con singolare tempismo Sky Cinema Classics ha trasmesso il film dedicato a Omar al-Mukhtar, di cui Muammar Gheddafi ha sfoggiato una foto sul petto dell’alta uniforme (giovedì, ore 21). Si tratta di Il leone nel deserto realizzato nel 1981 per la regia di Moustapha Akkad, un film storico, con la par­tecipazione di Anthony Quinn nel ruolo del condottiero se­nussita libico che si batté contro l’esercito di Mussolini du­rante l’occupazione italiana. Finora il film era stato proiet­tato solo in qualche rassegna perché le autorità italiane, da Giulio Andreotti a Raffaele Co­sta, ne avevano vietato la proie­zione perché il film «danneg­gia l’onore dell’esercito»; Betti­no Craxi aveva promesso a Gheddafi (il finanziatore del film) di mandarlo in onda sulla Rai, senza poi riuscirci. Con­traddicendo infatti l’immagine vulgata degli «italiani brava gente», il film racconta le ne­fandezze compiute dal colonia­lismo italiano nell’Africa del Nord, quando l’esercito guida­to dal generale Graziani depor­tò intere popolazioni semino­madi, distrusse il loro bestia­me, costruì un reticolato di ol­tre 270 km, ai confini con l’Egit­to, per interrompere i riforni­menti ai guerriglieri e istituì ve­ri e propri campi di concentra­mento: per vincere la resisten­za l’esercito italiano compie va­rie atrocità: gas tossici, decima­zioni, impiccagioni di civili. A metà fra Lo squadrone bianco di Goffredo Alessandri­ni (ironia dell storia!) e La bat­taglia di Algeri (Moustapha Akkad ha come riferimento il cinema italiano!), Il leone nel deserto si presenta come un kolossal, pieno zeppo di scene di massa. Costato circa 35 milioni di dollari, un budget astro­nomico per l’epoca, girato fra Roma, Hollywood e il deserto libico, con un cast di eccezione (Rod Steiger, Raf Vallone, Irene Papas e Gastone Moschin), Il leone del deserto ha i tratti tipici dell’opera di propaganda. Vale come documen­to, molto meno come film.