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 2009  giugno 13 Sabato calendario

MILANO

«Margherita Agnelli de Pahlen faccia chia­rezza sulla sua eredità». Scen­dono in campo i legali di Gianluigi Gabetti, il giorno do­po lo scontro sulla memoria de­positata dalla figlia dell’Avvoca­to secondo la quale una dispo­nibilità da 1,4 miliardi del pa­dre sarebbe rimasta fuori dalla divisione ereditaria («accuse in­consistenti », la replica ieri del­l’accomandita Agnelli). Ma scende in campo direttamente anche Margherita Agnelli con una nota in cui dice che «Gabet­ti è perfettamente a conoscen­za della quota di eredità che ho percepito». Il suo avvocato, Gi­rolamo Abbatescianni, aggiun­ge un particolare: «I legali della madre, Marella Caracciolo, han­no tutti i documenti sull’eredi­tà di Margherita».

Da quel che si sa, Margherita ricevette circa 500 milioni per le opere d’arte delle collezioni private dei genitori, tra cui qua­dri di Bacon e di Balthus, oltre 100 milioni per le azioni della «Dicembre», la cassaforte di fa­miglia proprietaria di un terzo dell’accomandita al vertice del gruppo e altri 125 milioni di «li­quidità », oltre agli immobili di Torino (Villa Frescot) e di Vil­lar Perosa, la residenza romana dell’Avvocato e altri beni mino­ri. In sostanza, circa la metà del patrimonio personale del pa­dre.

Qualche mese fa sembrava che vi fossero spiragli per ricu­cire gli strappi di questa causa promossa nel 2007 dalla figlia dell’Avvocato, scomparso nel 2003, contro la madre e gli am­ministratori dell’eredità, Gianluigi Gabetti, Franzo Gran­de Stevens, storici professioni­sti vicini alla famiglia, e il com­mercialista svizzero Siegfried Maron. «La mia unica richie­sta, da più di sei anni, – ribadi­sce Margherita – è ottenere trasparenza e chiarezza sul pa­trimonio di mio padre e la sua gestione».

Oggi i margini di ricomposi­zione sembrano quasi nulli. An­zi la partita si è fatta durissima, proprio in scadenza dei termi­ni per produrre documentazio­ne giudiziaria. Gabetti ribadi­sce, attraverso i legali, che la sua vicinanza per anni a Gianni Agnelli «se giustifica la cono­scenza di molte cose della fami­glia Agnelli, non ha nulla che vedere con un amministratore o gestore di beni personali», in­carico «mai ricevuto» e «mai eseguito». Ma poi c’è dell’altro perché «Gabetti è fortemente rattristato per le malevoli e in­fondate insinuazioni moltipli­cate dalla signora de Pahlen sul­la stampa nei confronti di suo padre», ribadendo il concetto espresso ieri dall’accomandita che aveva difeso con forza la memoria dell’Avvocato. E qui la replica è secca: «Non capisco – afferma Margherita – per quale motivo il dottor Gabetti si ostini a chiamare in causa mio padre, dietro la cui figura è fin troppo facile nascondersi. Chiedo quindi, come figlia, che venga rispettata la memoria dell’uomo straordinario che è stato mio padre». Poi, sempre rivolta a Gabetti, «non capisco come faccia ad affermare di es­sere stato vicino a mio padre e alla mia famiglia come lo è sta­to e di rifiutarsi con così poco garbo di rispondere normal­mente a domande così utili e necessarie per capire quello che è logico e doveroso».

Ma anche il manager vuole capire e invita «la signora de Pahlen» a dire «una volta per tutte quanto ha complessiva­mente percepito a titolo eredi­tario, in modo che anche su questo venga fatta chiarezza».

La palla passa dunque nel campo di Abbatescianni, avvo­cato di Margherita, che ricorda quando «i legali di Marella Ca­racciolo per cercare di spostare la causa in Svizzera produssero una copia della divisione eredi­taria del 2004 senza gli allegati con la descrizione dei beni divi­si. Ecco, in quelle carte posso­no essere soddisfatte tutte le curiosità su quanto percepito a titolo ereditario da Margherita Agnelli: basta che i legali del dottor Gabetti si rivolgano ai le­gali di Marella Caracciolo».

La figlia dell’Avvocato non mette in discussione la divisio­ne del 2004 «ma vuole sapere dai tre gestori del patrimonio di Gianni Agnelli – rimarca Abbatescianni – se vi sono al­tri beni ereditari non ancora di­visi. In caso positivo saranno divisi pacificamente tra madre e figlia come nel 2004». Il 29 giugno scadono i termini per presentare la terza memoria al Tribunale civile di Torino, do­podiché il giudice deciderà (presumibilmente entro lu­glio) quali prove e testimoni ammettere o respingere.

Mario Gerevini