Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2009  giugno 13 Sabato calendario

IL GIOCO CHE PROMUOVE IL BROKER


Per capire in cosa consiste l’elegante esperimento appe­na pubblicato su «Proceedin­gs of the National Academy of Sciences USA» dai neu­ro- economisti Giorgio Co­ricelli (che divide il suo tempo tra l’Istituto di Scienze Cognitive di Lione in Francia e il Centro Cimec dell’Uni­versità di Trento) e Rosemarie Nagel (Uni­versità Pompeu Fabra di Barcellona) immagi­niamo di dover scegliere un numero tra 1 e 99, quello che più ci piace.

Fatto? Ora immaginia­mo di partecipare a un gioco collettivo che pre­vede un cospicuo pre­mio a coloro che scelgo­no il numero tra 1 e 99 che più si avvicina a quel­lo che la maggioranza delle (molte) persone par­tecipanti sceglieranno.

Nessuna comunicazio­ne, nessun accordo col­lettivo è possibile. Biso­gna solo ragionare.

Non so cosa avevate scelto nel primissimo caso, ma adesso, converrete che, in questo gioco collettivo, un ot­timo candidato sarebbe il 50. D’accordo? E ora immaginia­mo, in un gioco di ragiona­mento escogitato inizialmen­te dal grande economista in­glese John Maynard Keynes nel 1936, che il premio vada a coloro che scelgono il nume­ro che più si avvicina (attenti, attenti) ai due terzi del nume­ro che sceglierà la maggioran­za.

Il ragionamento si compli­ca. Se gli altri fossero ignari della nuova regola dei due ter­zi, sceglieremmo i due terzi di 50, cioè 33. Ma se anche gli al­tri sono informati della regola dei due terzi, ragioneranno anche loro nello stesso modo, quindi scegliamo i due terzi di 33, cioè 22. Hhmm, ma an­che gli altri faranno altrettan­to, quindi scegliamo i due ter­zi di 22, cioè 15. E’ facile vede­re che proseguendo all’infini­to, un passo dopo l’altro, in questa serie di ragionamenti del tipo «io capisco che gli al­tri capiscono che gli altri capi­scono », si arriverebbe alla scelta perfetta, al cosiddetto equilibrio alla Nash, cioè a scegliere il misero numero 1. Ma nessuno percorre tale ra­gionamento fino in fondo e non scende mai così in bas­so. Ebbene, Coricelli e Nagel hanno eseguito un esperimen­to di risonanza magnetica fun­zionale su soggetti invitati a partecipare a questo tipo di giochi economici. Soggetti di­versi fanno sforzi diversi, al­cuni ragionano facendo un so­lo passo o due, altri fanno più passi. Le attivazioni cerebrali rispettive sono diverse. Lo la­scio raccontare a Coricelli: «I risultati del nostro esperi­mento mostrano che l’attività di una specifica area cerebra­le, detta corteccia prefrontale mediana, è correlata con l’uso di strategie più sofisticate (ra­gionamento strategico, con molti passi di ragionamento). Per la prima volta, è stata indi­viduata la funzione adattativa di ciò che, in psicologia e filo­sofia, viene chiamata teoria della mente o mentalizzazio­ne, cioè l’abilità degli indivi­dui di attribuire stati mentali e ragionamenti ad altri indivi­dui, con lo scopo di predire e anticipare le loro intenzioni e i loro comportamenti. La cor­teccia prefrontale mediana ha un ruolo cruciale in questi pro­cessi raffinati di ragionamen­to e quindi nella cosiddetta co­gnizione sociale.

Gli chiedo se la corteccia è proprio così specifica nelle sue funzioni. «La risonanza magnetica funzionale ha mo­strato per la prima volta che i partecipanti strategicamente più sofisticati usano più co­gnizione sociale, come indica­to dalla maggiore attività del­la corteccia prefrontale media­na e da altre strutture cerebra­li come la corteccia orbito­frontale dorsolaterale, aree coinvolte in attività cogniti­ve ». Risvolti pratici? «Quando affidiamo i nostri risparmi ad investitori finanziari, dobbia­mo fare attenzione non tanto alle capacità analitiche di que­sti professionisti, ma soprat­tutto alle loro capacità di in­tuizione e ragionamento so­ciali e alla loro attitudine ri­spetto all’altro. Mai fidarsi di persone troppo autoreferen­ziali e eccessivamente confi­denti, overconfident, nelle lo­ro capacità. Questi appunto, ignorando il fatto che il mer­cato è composto da agenti con altrettante capacità, inve­stiranno i nostri risparmi in maniera superficiale e alta­mente rischiosa».

Coricelli non me lo dice, ma aggiungerei io che, in atte­sa di futuri apparati portatili di risonanza magnetica, da in­trodurre quotidianamente in Piazza Affari e a Wall Street, poniamo il problemino visto sopra ai nostri consulenti e ministri. Se scelgono un nu­mero più alto di 15, mandia­moli a spasso.