Massimo Piattelli Palmarini, Corriere della Sera 13/6/2009, 13 giugno 2009
IL GIOCO CHE PROMUOVE IL BROKER
Per capire in cosa consiste l’elegante esperimento appena pubblicato su «Proceedings of the National Academy of Sciences USA» dai neuro- economisti Giorgio Coricelli (che divide il suo tempo tra l’Istituto di Scienze Cognitive di Lione in Francia e il Centro Cimec dell’Università di Trento) e Rosemarie Nagel (Università Pompeu Fabra di Barcellona) immaginiamo di dover scegliere un numero tra 1 e 99, quello che più ci piace.
Fatto? Ora immaginiamo di partecipare a un gioco collettivo che prevede un cospicuo premio a coloro che scelgono il numero tra 1 e 99 che più si avvicina a quello che la maggioranza delle (molte) persone partecipanti sceglieranno.
Nessuna comunicazione, nessun accordo collettivo è possibile. Bisogna solo ragionare.
Non so cosa avevate scelto nel primissimo caso, ma adesso, converrete che, in questo gioco collettivo, un ottimo candidato sarebbe il 50. D’accordo? E ora immaginiamo, in un gioco di ragionamento escogitato inizialmente dal grande economista inglese John Maynard Keynes nel 1936, che il premio vada a coloro che scelgono il numero che più si avvicina (attenti, attenti) ai due terzi del numero che sceglierà la maggioranza.
Il ragionamento si complica. Se gli altri fossero ignari della nuova regola dei due terzi, sceglieremmo i due terzi di 50, cioè 33. Ma se anche gli altri sono informati della regola dei due terzi, ragioneranno anche loro nello stesso modo, quindi scegliamo i due terzi di 33, cioè 22. Hhmm, ma anche gli altri faranno altrettanto, quindi scegliamo i due terzi di 22, cioè 15. E’ facile vedere che proseguendo all’infinito, un passo dopo l’altro, in questa serie di ragionamenti del tipo «io capisco che gli altri capiscono che gli altri capiscono », si arriverebbe alla scelta perfetta, al cosiddetto equilibrio alla Nash, cioè a scegliere il misero numero 1. Ma nessuno percorre tale ragionamento fino in fondo e non scende mai così in basso. Ebbene, Coricelli e Nagel hanno eseguito un esperimento di risonanza magnetica funzionale su soggetti invitati a partecipare a questo tipo di giochi economici. Soggetti diversi fanno sforzi diversi, alcuni ragionano facendo un solo passo o due, altri fanno più passi. Le attivazioni cerebrali rispettive sono diverse. Lo lascio raccontare a Coricelli: «I risultati del nostro esperimento mostrano che l’attività di una specifica area cerebrale, detta corteccia prefrontale mediana, è correlata con l’uso di strategie più sofisticate (ragionamento strategico, con molti passi di ragionamento). Per la prima volta, è stata individuata la funzione adattativa di ciò che, in psicologia e filosofia, viene chiamata teoria della mente o mentalizzazione, cioè l’abilità degli individui di attribuire stati mentali e ragionamenti ad altri individui, con lo scopo di predire e anticipare le loro intenzioni e i loro comportamenti. La corteccia prefrontale mediana ha un ruolo cruciale in questi processi raffinati di ragionamento e quindi nella cosiddetta cognizione sociale.
Gli chiedo se la corteccia è proprio così specifica nelle sue funzioni. «La risonanza magnetica funzionale ha mostrato per la prima volta che i partecipanti strategicamente più sofisticati usano più cognizione sociale, come indicato dalla maggiore attività della corteccia prefrontale mediana e da altre strutture cerebrali come la corteccia orbitofrontale dorsolaterale, aree coinvolte in attività cognitive ». Risvolti pratici? «Quando affidiamo i nostri risparmi ad investitori finanziari, dobbiamo fare attenzione non tanto alle capacità analitiche di questi professionisti, ma soprattutto alle loro capacità di intuizione e ragionamento sociali e alla loro attitudine rispetto all’altro. Mai fidarsi di persone troppo autoreferenziali e eccessivamente confidenti, overconfident, nelle loro capacità. Questi appunto, ignorando il fatto che il mercato è composto da agenti con altrettante capacità, investiranno i nostri risparmi in maniera superficiale e altamente rischiosa».
Coricelli non me lo dice, ma aggiungerei io che, in attesa di futuri apparati portatili di risonanza magnetica, da introdurre quotidianamente in Piazza Affari e a Wall Street, poniamo il problemino visto sopra ai nostri consulenti e ministri. Se scelgono un numero più alto di 15, mandiamoli a spasso.