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 2009  giugno 13 Sabato calendario

magistati,

Stefano Livadiotti, Magistrati, l’ultracasta, Bompiani, 2009, 259 pagine, 17 euro. Pedofili. L.V., giudice presso il Tribunale di Milano, di anni 41, che, ritenuto responsabile di avere adescato I.M., di anni 14, in un cinematografo di periferia (addì 18 dicembre 1973, dietro la promessa di denaro, si era fatto seguire in bagno, dove «gli aveva sbottonato i pantaloni, ed estratto il pene, lo aveva preso in bocca»), se la cavò, al terzo grado di giudizio, con l’amnistia. Non contento, essendo stato sospeso dalle funzioni, si difese anche davanti alla sezione disciplinare del Csm, che, ignorando la pronuncia di colpevolezza della Corte di cassazione, nell’81 lo prosciolse, in quanto aveva agito «in istato di transeunte incapacità di volere al momento del fatto» (per avere battuto la testa, tre anni prima, contro l’architrave di una porta bassa). Galleggiamento. Riprese le funzioni, LV. fu promosso a consigliere di cassazione, con lo stipendio più alto di tutti i colleghi (in quanto, essendosi cumulati molti scatti di anzianità nel frattempo, l’aumento di stipendio per la promozione veniva calcolato su una base più alta rispetto a colleghi promossi in tempi normali). Rimedio allora obbligatorio, adeguare alla sua la retribuzione di tutti i giudici di cassazione (per il meccanismo del galleggiamento), il che costò allo Stato 70 miliardi (come calcolò Mauro Mellini, avvocato, ex parlamentare radicale ed ex consigliere del Csm). Onore. Se offeso nell’onore, un magistrato, ottiene in giudizio un risarcimento più alto di chiunque altro (secondo le statistiche elaborate da Vincenzo Zeno Zencovich, professore di diritto privato comparato, per un valore medio, nel distretto della corte d’Appello di Roma, aumentato, dal 1993 al 1996, da 40 a 65 milioni, il doppio rispetto ai professionisti, fermi a quota 25-30 milioni). Gaglioffi. «Nella giustizia c’è un dieci per cento di autentici eroi pronti a sacrificarle la carriera e vita: ma sono senza voce in un coro di gaglioffi che c’è da ringraziare Dio quando sono mossi soltanto da smania di protagonismo» (Indro Montanelli, ”Corriere della Sera”, 24 agosto 1998). Record. Tempo impiegato dalla giustizia italiana per definire, in primo grado, una causa civile tra un comune agrigentino, San Giovanni Gemini, e un privato: 192 anni. Iniziata nel 1816 la causa si è conclusa nel 2008, nel processo si sono avvicendati 92 avvocati, ed è anche cambiato il nome del comune (in origine Cammarata). La questione più difficile, convertire il valore della causa da once in lire, e infine in euro. Crediti. Tempo medio necessario in Italia per recuperare un credito commerciale: 1210 giorni, quasi il triplo rispetto alla media Ocse (462,7), il quadruplo rispetto alla Francia, il triplo rispetto alla Germania. Fallimenti. Durata media delle procedure fallimentari presso il Tribunale di Sciacca: 34,7 anni. Divorzi. Tempo medio necessario per un divorzio in Italia nel 2008: 634 giorni (582 nel 2004). In Olanda: 25; in Danimarca: 90; in Germania: 321; in Francia: 477. Licenziamenti. Durata media di una causa di licenziamento di primo grado in Italia: 700 giorni; in Spagna: 3 mesi; in Francia: 350 giorni. Arretrati. Arretrato in materia civile in Italia a marzo 2009: 5 milioni 425 fascicoli. A dicembre 2006 in Inghilterra e in Olanda: zero; in Austria: 1765 cause; in Finlandia: 5368; in Norvegia: 5050; in Germania: 544.751. Indici. Il Csm, nel 2002, definendo gli indicatori generali del lavoro esigibile dal magistrato: «Quanto al monte ore di lavoro annuo si può convenire su una media di 6 ore giornaliere per un totale di 260 giorni lavorativi l’anno (arrotondato per eccesso, dovendosi sottrarre ai 365 giorni almeno 52 domeniche, 45 giorni di ferie, oltre festività soppresse e santo patrono). Il totale del monte ore lavorative l’anno è pari, quindi, a 1560». Rimozioni. E.P., già giudice del Tribunale di Gela, fu sanzionato con la perdita di 26 mesi di anzianità per essersi dimenticato per otto ani di scrivere le motivazioni di una sentenza di condanna di alcuni mafiosi. Diventato pubblico ministero a Milano fu rimosso dall’ordinamento giudiziario su sollecito del Presidente Giorgio Napolitano. Ma nel frattempo, diventato titolare di un’indagine per stupro a danno di un bambino, aveva chiesto gli arresti domiciliari (anziché il carcere), del presunto responsabile, un operaio marocchino, che pensò bene di darsi alla macchia quando fu approvato il decreto che prevedeva l’obbligatorietà del carcere cautelare per le violenze sessuali. Contro la sanzione della rimozione intanto E.P. ha proposto ricorso in cassazione. Traduzioni. Il filippino che passò sei mesi in custodia cautelare nel carcere milanese di San Vittore con l’accusa di sequestro di persona e minaccia aggravata, finché il magistrato non si alzò col dubbio di riascoltare la presunta vittima, questa volta con l’aiuto di un interprete, che traducendo correttamente le sue dichiarazioni rivelò che non integravano nessuna accusa. Trafficanti. Il trafficante di droga (sorpreso con quindici chili di coca a bordo del suo camion), rimesso in libertà perché il pm non aveva trasmesso il verbale di interrogatorio al tribunale della libertà. Distrazioni. Il pm e il giudice che non si accorsero di avere chiesto (il primo), e disposto (il secondo), la custodia cautelare in carcere a carico di alcuni indagati, per un reato che non la prevede (istigazione alla corruzione). Pescatori. Il pescatore tarantino D.M., condannato per duplice omicidio a 21 anni dopo sette processi (tra annullamenti e rinvii), scagionato dopo quindici anni, due mesi e 21 giorni di carcere grazie alle dichiarazioni di due pentiti sollecitate dalle indagini difensive. D.M. ottenne un risarcimento di 300 mila euro (al processo erano stati ignorati i suoi alibi e l’esito negativo della prova del guanto di paraffina). Risarcimenti. Risarcimenti riconosciuti per ingiusta detenzione nel 2003: oltre 45 milioni di euro (quasi quanto nel decennio 1989-1999: 100 miliardi di lire). Rapine. Tasso di rapine in banca in Italia: 8,76 colpi ogni 100 sportelli. Nella Repubblica Ceca: 4,55; in Danimarca: 4,20; in Grecia: 3,58, in Slovacchia: 2,09. In tutti gli altri paesi europei: meno di 1,5 (dati del ministero dell’Interno del 2007). Aumenti. Aumento della spesa per il pagamento delle retribuzioni dei dipendenti pubblici dal 2001 al 2005: 12,8 per cento. Aumento delle buste paga del personale delle forze pubbliche: 8,3 per cento; del corpo diplomatico: 21 per cento; dei professori universitari: 21,4 per cento; dei magistrati: 26,2 per cento. Comparazioni. In Germania un giudice della corte suprema guadagna uno stipendio pari a 2,1 volte di più quello medio di un lavoratore tedesco. In Olanda due volte e mezzo di più. In Italia il 360 per cento (il 470 per cento secondo la Commissione tecnica per la finanza pubblica). Ovvero il 41,4 per cento rispetto allo stipendio del collega tedesco, il 16,1 per cento rispetto al collega francese. Funzionamento. La voce ”funzionamento” dell’Organizzazione giudiziaria, nel triennio 2005-2007 ha subito un incremento di 146 milioni 490 mila 758 euro. Somma in aumento andata in stipendio ai magistrati: 189 milioni 99 mila 442 euro. Nello stesso periodo la spesa destinata a pagare stipendi di componenti di cancellerie e segreterie giudiziarie è diminuita di 21 milioni 456 mila 534 euro. Conclusione: l’intero incremento è servito a pagare stipendi dei magistrati. Paria. «E chissà che ne pensano i paria della giustizia, i 7833 magistrati onorari. Ogni anno si sciroppano un milione e mezzo di cause, assicurando per metà il funzionamento della giustizia civile di primo grado. E chiudono 80.000 processi nel penale. Non possono contare su un vero stipendio, ma solo su un’indennità lorda di 98 euro a udienza. Non hanno la pensione. Né la liquidazione. Se si ammalano sono fatti loro. E quelli che decidessero di tentare la strada del concorso in magistratura non godrebbero di alcun titolo di preferenza. Il loro problema passa di rinvio in rinvio. Ma prima o poi il nodo verrà al pettine. Perché anche le formiche nel loro piccolo s’incazzano». Autofinanziamento, In Germania la giustizia si autofinanzia nella misura del 45,55 per cento (per esempio incassando le multe inflitte). In Gran Bretagna del 44,6 per cento, in Turchia del 53,4 per cento. L’Austria ci guadagna (spendendo 572 milioni 13 mila euro, recuperandone 614 milioni). L’Italia recupera l’8,3 per cento di quanto spende. Intercettazioni. Durata delle intercettazioni tra il 2005 e il 2007 disposte dalla Procura di Potenza: 267 anni. Csm. Al Consiglio Superiore della Magistratura le sedute sono tenute solo tre settimane su quattro. Di venerdì solo quelle della sezione disciplinare (chi non ne fa parte, perciò, lavora 12 giorni al mese). Stipendio giornaliero per ogni giorno di effettivo impegno: mille euro. La partecipazione ad ogni riunione dà diritto ad un ulteriore gettone di presenza. Tra i benefit il rimborso pasti e spese di viaggio, la diaria per le trasferte all’estero e l’assicurazione sanitaria (a carico del consiglio, è estesa ai familiari fiscalmente a carico). Anm, Magistrati iscritti all’Associazione nazionale magistrati (Anm): 8522 su 9116 (per un tasso di sindacalizzazione del 93,5 per cento). Consiglieri. «Dal 1972 i gruppi appartenenti all’Anm eleggono tutti i componenti del Csm scelti dai magistrati. Solo due volte, nel 1976 e nel 1986, è stato nominato al consiglio un magistrato non iscritto all’Anm» (Mariano Sciacca, magistrato della Corte d’Appello di Catania). Funzionari. Numero massimo di magistrati collocabili fuori ruolo al ministero: 50 (come previsto dal decreto legislativo 300/1999). Magistrati addetti attualmente al ministero della Giustizia: 91. Sanzionati. Procedimenti disciplinari celebrati dal 1999 al 2006 da Csm: 1004. Definiti assoluzione: 812 (l’80,9 per cento); con ammonizione: 126; con censura: 38; con perdita di anzianità: 22; con rimozione: 2; con destituzione: 4. Promossi. V.C., il magistrato pugliese ammonito per aver concorso a ritardare di 15 mesi la scarcerazione del detenuto in carcerazione cautelare K.B.A. Poco dopo fu promosso alle funzioni superiori. Il collega, condannato per due volte con la sottrazione di anzianità per aver prestato soldi a strozzo a un pregiudicato e aver ritardato di 7 anni la trattazione di un omicidio colposo, fu poi promosso presidente di sezione di un tribunale piemontese. Adescamenti. Il pretore che, condannando una prostituta per adescamento, le aveva inflitto come pena accessoria l’interdizione dall’esercizio della professione per sei mesi. Lento nel depositare le sentenze, a chi gliene rendeva conto, in risposta sventagliava la sentenza di separazione dalla moglie che portava sempre in tasca (con evidenziato il passo che dava per accertato il tradimento della signora), come a dire che aveva altro a cui pensare. Federe. Il detenuto curdo che nel carcere triestino del Coroneo tentò di suicidarsi usando come cappio due federe ridotte a strisce. Salvato dai secondini e scarcerato, rimborsò il valore delle federe (sette euro), ma fu processato per danneggiamento e condannato in primo grado a 30 euro di multa (25 in appello).