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 2009  giugno 12 Venerdì calendario

«TESORO NASCOSTO». GLI AGNELLI: FALSO


L’accusa di Margherita. La famiglia: getta ombre sull’Avvocato

MILANO – di nuovo scontro frontale sull’eredità di Giovanni Agnelli dopo il deposito, l’altro ieri al Tribu­nale civile di Torino, delle memorie finali nella causa che vede Margherita Agnelli de Pahlen, figlia dell’Avvoca­to, contro la madre, Marella Caracciolo, due storici pro­fessionisti vicini alla fami­glia, Gianluigi Gabetti e Fran­zo Grande Stevens, e contro il commercialista svizzero Siegfried Maron. Nelle carte, secondo i legali di Margheri­ta Agnelli, ci sarebbero le tracce, ha scritto ieri la Re­pubblica, di un «tesoro na­scosto » da 1,4 miliardi di eu­ro appartenente al padre e non conosciuto all’epoca del­la suddivisione dell’eredità. «Accuse inconsistenti – è stata la replica dell’accoman­dita Agnelli – gli avvocati ri­sponderanno punto per pun­to ».

Il perno su cui sarebbe sta­ta impostata l’operazione fi­nanziaria per creare questa disponibilità all’estero, se­condo la complessa ricostru­zione degli analisti e dei lega­li di Margherita Agnelli, sa­rebbe Exor. Nella finanziaria lussemburghese, sosterreb­bero i legali, l’ex presidente della Fiat avrebbe avuto una quota più consistente di quella conosciuta.

Nel ”98 l’accomandita Agnelli lanciò un’Opa sulla sua partecipata Exor e aderi­rono, facendo cassa, tutti i soci, compreso Giovanni Agnelli per la quota che, se­condo la memoria, faceva ca­po a fiduciarie. a questo punto che si sarebbe creata la disponibilità a cui farebbe­ro riferimento le carte depo­sitate dagli avvocati di Mar­gherita.

La replica è arrivata ieri pomeriggio con una nota du­rissima della Giovanni Agnelli & C, l’accomandita che raggruppa tutta la fami­glia «allargata» (da cui Mar­gherita uscì nel 2004). «Nei giorni stessi – è scritto – in cui la Fiat e i suoi uomini stanno raccogliendo una sfi­da fondamentale per dare al­la società prospettive di sta­bilità e di sviluppo nel lungo termine, c’è chi per pretese di successione familiare si dedica invece a minare la cre­dibilità del gruppo e dei suoi uomini, stravolgendo il pas­sato e gettando persino om­bre sinistre sull’operato e sulla memoria dell’Avvocato Agnelli».

Tuttavia l’accomandita di­ce che «con l’approssimarsi del dibattito processuale si avvicina il momento della chiarezza». E quindi gli avvo­cati «risponderanno punto per punto e in piena traspa­renza alle accuse inconsi­stenti, ristabilendo la verità nella sede più appropriata, che è quella delle aule di giu­stizia ».

Controreplica dei legali di Margherita che giudicano «fuori luogo» la nota dell’ac­comandita, sottolineano che «non è assolutamente mes­so in discussione l’operato di Gianni Agnelli» e ribadi­scono che «la richiesta di Margherita Agnelli è unica­mente rivolta agli ammini­­stratori dei beni del padre» cioè Gabetti, Grande Ste­vens e Maron. «Alla base di questa causa non vi è nulla di più, e nulla di più si chie­de, oltre al rendiconto. Una chiarezza negata sempre». Appuntamento alla prossi­ma udienza, fissata per il 30 giugno.