Stefano Lepri, la Repubblica 12/06/2009, 12 giugno 2009
BCE: PASSATO IL PEGGIO MA L’OCCUPAZIONE CONTINUA A DIMINUIRE
Anche se il peggio della crisi è passato i posti di lavoro continueranno a diminuire. Il Bollettino mensile della Banca centrale europea conferma l’allarme: nell’area euro «è probabile che il mercato del lavoro continui a deteriorarsi». Il motivo è semplice: «storicamente, l’andamento dell’occupazione segue con ritardo le fluttuazioni dell’attività economica». Gli economisti lo sanno bene, i governi tendono a dimenticarsene.
L’ultimo dato disponibile che la Bce cita, per l’insieme dell’area euro, è 9,2% di disoccupazione in aprile, +0,3% sul mese precedente, già molto salita rispetto al 7,3% dell’inizio 2008. In realtà, il dato italiano dentro questa media è vecchio, perché l’Istat fornirà i suoi numeri sul primo trimestre solo la settimana prossima. Allo stato, sono Spagna, Irlanda e Slovacchia i paesi dai quali vengono i dati peggiori; e sono infatti quelli dove il prodotto lordo è calato di più.
Come mai i posti di lavoro calano dopo che si è raggiunto il fondo della crisi? Il Bollettino Bce spiega che «il ritardo varia a seconda dei settori», più breve nell’edilizia «dove di solito sono molti i lavoratori temporanei», più lungo nella manifattura e nei servizi «dove aggiustare all’ingiù il numero dei dipendenti tende a essere più costoso». In questi settori all’inizio della crisi «si assume un atteggiamento di attesa» riducendo le ore di lavoro e mantenendo i dipendenti.
Ora, dopo «la forte contrazione del prodotto alla fine del 2008 e all’inizio del 2009, le aziende avranno più difficoltà a tenere presso di sé tutti i dipendenti» e «sono probabili graduali aumenti nel tasso di disoccupazione nei mesi a venire». Questo sulla base delle attuali previsioni; ovvero, come ha detto ieri il governatore della Banca di Francia Christian Noyer, che «la ripresa si comincerà a vedere tra la fine del 2009 e la metà del 2010».
Più la ripresa tarderà, maggiori saranno i rischi. Se tardasse molto, anzi, potrebbero aggiungersi nuovi problemi dentro le banche, ha detto ieri un economista della Bce, Dejan Krusec, in un incontro a porte chiuse con esperti finanziari di cui un quotidiano inglese ha avuto notizia: «Il problema non è per quest’anno, perché le maggiori banche europee hanno abbastanza capitale per coprire le perdite. Ci preoccupiamo nel caso la recessione si prolungasse».
Nel Bollettino mensile pubblicato ieri la Bce conferma per i 16 paesi dell’area euro le previsioni economiche già annunciate dal presidente Jean-Claude Trichet una settimana fa: calo del prodotto lordo tra il 4,1% e il 5,1% quest’anno (media -4,6%) e ristagno l’anno prossimo, tra -1,0% e +0,4% (media -0,3%). Di nuovo, nessuna critica alle banche, che «stanno trasmettendo» ai clienti il calo dei tassi, ma l’invito a usare gli strumenti per rafforzarsi messi a disposizione dai governi.
Nell’analisi delle finanza pubblica, che compare ogni tre mesi, il Bollettino invita i governi dell’area euro a predisporre quanto prima i programmi per riassorbire i maggiori deficit causati dalla crisi. In una proiezione sui prossimi 50 anni, tuttavia, l’Italia appare tra i 16 l’unico paese dove le spese legate all’invecchiamento della popolazione resteranno stabili invece di crescere.