Vanity fair 17/06/2009, 17 giugno 2009
MIA FIGLIA, 12 ANNI, MOLESTATA DAL BULLO. E PER LA PROF E’ «COLPA SUA»
Mia figlia di 12 anni sta dormendo e non pensa a ciò che le è successo nel 2009 in una grande città, in un quartiere «bene». Dopo alcuni episodi di bullismo subiti a scuola, tanti compiti, tante ansie e qualche prof da gerontocomio, la settimana scorsa prende la prima nota della sua vita. Mi spiega che durante una supplenza in cui tutti fanno quello che vogliono, un ragazzo ripetente, che dall’inizio dell’anno ci ha provato senza successo, si alza dal banco, va da lei, la fa alzare, si siede, la prende e, bloccandola, la costringe a sedersi sopra di lui; solo a questo punto la prof si accorge di qualcosa e, vedendo mia figlia seduta in braccio al ragazzo, le mette la nota per comportamento indecoroso, nonostante lui abbia nel frattempo ammesso di avere la colpa. Il giorno dopo io e mio marito andiamo a scuola e troviamo ad aspettarci la prof e la sua collega coordinatrice. Il succo del discorso è che la colpa è di mia figlia che parla sempre con i maschi, non lega con le ragazze e, testuali parole, la gente potrebbe pensare male di lei. E perché non ha gridato durante l’episodio? Perché la voce non le usciva per l’imbarazzo, come io so? Ma no: «Si stava divertendo». Ce ne andiamo sconvolti. In sostanza hanno dato a mia figlia della poco di buono che dovrebbe stare più con le femmine, perché lei è una bella ragazza e i maschi a quell’età sono pieni di ormoni e non si controllano. Passa un messaggio che di educativo non ha più nulla: un po’ la storia della donna che è stata violentata perché se l’è cercata indossando la minigonna. Sono sconvolta come insegnante, come madre, come donna, come essere umano.
MAEVE