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 2009  giugno 12 Venerdì calendario

Handler Chelsea

• Livingston (Stati Uniti) 25 febbraio 1975. Attrice • «[...] quasi sconosciuta in Italia ma popolarissima negli Stati Uniti, soprattutto tra la generazione degli under30 [...] in America quasi nessuno aveva sentito parlare di lei. Poi, nel luglio 2007, la tv via cavo E! decide di lanciare ”Chelsea Lately”, il talk show comico della notte dove la Handler – una splendida bionda, ultima di sei figli di una ma dre mormona e di un padre ebreo del New Jersey – sfodera tutta la sua ironia per fare a pezzi la superficialità del le star hollywoodiane, senza per altro risparmiare se stessa. Il resto è storia. Nonostante debba competere con una sfilza di rivali agguerriti (e quasi sempre al maschile) la serie – una versione hollywoodiana del mitico The Daily Show With Jon Stewart è uno hit istantaneo, con una media di oltre mezzo milione di spettatori a puntata: molto più di tutti gli altri programmi via cavo trasmessi nella stessa fascia oraria. Da allora i clip di Chelsea su YouTu be hanno milioni di clic e lei oltre a posare praticamente nuda per [...] Allure (oltre che per una foto ironica pubblicata da Playboy) è ospite fissa di David Letterman, Jay Leno e del popolarissimo ”The View”. Autorevoli quotidiani si precipitano a dedicarle lusinghieri profili, cercando di radiografare i motivi che l’hanno trasformata tanto rapidamente in ciò che il New York Times definisce ”una figura di culto” e il magazine W ”un mito giovanile”. ”Chelsea è l’antidoto spudorato e onesto a un certo giornalismo edulcorato al silicone”,’ teorizza il Times, che la definisce ”una feroce critica dei costumi sociali contemporanei, come lo era Sandra Bernhard [...] Una che non considera gli eroi dei tabloid come persone in carne e ossa”. Il successo è arrivato nonostante la lista di ospiti del suo show includa quasi solo celebrità minori [...] Mai star di serie A. ”Mentre David Letterman invita Madonna, la Handler deve accontentarsi di suo fra tello Christopher Ciccone”, ironizza il New Yorker. ”Più gli invitati sono orrendi e patetici, più divertente è lo show”, ribatte lei che come assistente ha ingaggiato un nano, facendo drizzare i capelli dei politically correct. ”L’ho assunto tra centinaia di candidati, quando ho scoperto che non sapeva né scrivere né contare”, spiega. E precisa: ”Perché sono quelle le due doti che cerco in un assistente”. La sua ossessione per le persone piccolissime e grasse è già leggendaria. ”La mia è una sorta di feticismo – afferma ”. Adoro gli gnometti”. Ma nel suo show la Handler non ha paura neppure di demolire i miti più sacri d’America – in una puntata ha addirittura scherzato sulla malattia del campione Lance Armstrong – infischiandosene delle potenziali ramificazioni che questi continui attacchi potrebbero avere un giorno sulla sua carriera. Forse perché, co me ha scritto il Times, ”non importa quanto brutale e politicamente scorretto è il suo senso dell’humor, il pubblico la trova simpatica”. ”Non sono mai stata una fan del politically correct – si difende lei ”. La comicità è un diritto costituzionale e poi gli stereotipi sono sempre spassosi. Purché – precisa – non rasentino l’orribile. Dire che gli afroamericani sono ritardatari, che gli asiatici non sanno guidare e che gli ebrei sono ottimi contabili è non solo vero, ma an­che piuttosto divertente” [...] il suo fidanzato Ted Harbert è il chief executive dell’impero Comcast Entertainment Group, proprietario del canale E!. ”Chelsea dice ciò che ogni ragazza vorrebbe dire ma non può, per paura di essere punita”, afferma il suo amico Brad Wollack, uno degli sceneggia tori dello show. ”Ovviamente il fatto di essere anche molto bella non guasta”, gli fa eco il suo agente, Jim Wiatt, CEO della William Morris Agency. Ma anche se la ”E!” le ha rinnovato il contratto sino al 2012, non tutti la trovano divertente. Tra i suoi detrattori c’è il potente critico di Variety Brian Lowry, secondo il quale ”Chelsea Lately è un contenitore perfetto riempito dal talento sbagliato”. Che cosa pensa la Handler degli altri comici americani come John Stewart, Sarah Silverman, e David Letterman? ”Mi piacciono – risponde ”. Però l’unica cosa che hanno in comune con me è il colore della pelle: siamo tutti bianchi”. E aggiunge: ”Anche loro usano il sarcasmo, la mia qualità preferita, in una persona o in un animale”» (Alessandra Farkas, ”Corriere della Sera” 12/6/2009).