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 2009  giugno 12 Venerdì calendario

LA GUERRA VERA


Gli attacchi continui alle nostre truppe in Afghanistan non sono fatalità né incidenti di percorso ma azioni e reazioni di una guerra che dura da otto anni e che ci ha visto sempre distratti e impreparati. Dobbiamo finirla di dar credito a quelli che ce l´hanno presentata come un´operazione di pace facendo assumere ai nostri soldati maggiori rischi, ma dobbiamo anche finirla di dare ascolto ai falchi da salotto che incitano alla violenza. I primi ci hanno esposto ai rischi della finzione della pace e i secondi ci espongono ai rischi della finzione della guerra calandoci in Afghanistan come nei fumetti, con i buoni da un lato e i cattivi dall´altro, con i boom, bang, smash. Dobbiamo anche smetterla di far credere che la responsabilità degli attacchi sia tutta dei presunti Taliban che nelle nostre province al confine con l´Iran non ci vivono e non ci vanno volentieri. Dobbiamo smettere di crederci legittimati perché siamo dalla parte del governo. Dobbiamo finirla di credere che il modo giusto di combattere sia solo quello dei più forti.
La guerra in Afghanistan, quella vera, è un misto d´insurrezione, guerra civile, criminalità, terrorismo e disperazione. L´approccio dei nostri alleati è stato quello della repressione in un territorio occupato e ostile. La nostra preparazione si è basata sul peacekeeping e sui conflitti a bassa intensità. In realtà sia noi che gli alleati abbiamo dimenticato gli afgani e siamo stati sul territorio, con i mitra o la cazzuola, ammazzando o sfornando pizze dalle otto alle cinque. Gli americani si sono accorti che la loro guerra non funziona. La nuova strategia militare americana vuole la penetrazione tra la gente, il consenso e la cooperazione. Non vuole affatto che ogni azione inneschi una vendetta e che ogni vittima ingiustificata crei decine di nuovi oppositori e rivoltosi. Il comandate americano e Nato in Afghanistan è stato mandato a casa perché la nuova strategia presidenziale ha bisogno di un nuovo comandante. Il suo successore è un esperto di forze speciali, infiltrazioni, intelligence, guerra psicologica, consiglieri militari. Da noi i soliti falchi lo ritengono l´uomo dal pugno di ferro e sperano in nuove mattanze. Sarà difficile, a meno che non voglia farsi buttar fuori. Ai nostri soldati dobbiamo finalmente dire la verità e indicare un modello operativo coerente con il tipo di guerra da combattere. A meno che non vogliamo farci massacrare o buttare fuori a pedate.