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 2009  giugno 12 Venerdì calendario

MARCHIONNE, Marco Ferrante, Mondadori 2009, 117 pagine, 17 euro --- ANAGRAMMA Anagramma di Sergio Marchionne: His car engine room

MARCHIONNE, Marco Ferrante, Mondadori 2009, 117 pagine, 17 euro --- ANAGRAMMA Anagramma di Sergio Marchionne: His car engine room. ACCORDO Fiat entrerà nella Chrysler con il 20% del capitale azionario. Gradualmente arriverà a una partecipazione del 35% (salirà al 25 quando negli Usa partirà la produzione del motore ecologico Multiair, passerà al 30 quando le vendite Chrysler fuori dall’America del Nord e dal Messico avranno superato la soglia fissata dall’accordo, raggiungerà il 35 quando si avvierà, sempre negli Usa, la produzione di un’automobile con la tecnologia Fiat a basso consumo). Il 55% della società sarà nelle mani del sindacato dei dipendenti (che però non ne avrà il controllo), il resto in quelle del Tesoro americano e di quello canadese. FESTE «Dormire è il mio modo di festeggiare» (il 30/4 dopo la firma dell’accordo con Chrysler). PARTNER Chrysler è la più piccola delle Big Three. Nata nel 1925, ha 58mila dipendenti (Fiat ne ha 185mila), 28 stabilimenti (Fiat 178) tutti in Nordamerica, e tre marchi storici: Chrysler, Dodge e Jeep. Nel 2007 ha venduto 2,7 milioni di auto. Fiat 2,2. PRECEDENTI Barack Obama dall’inizio della trattativa ha indicato Fiat come partner ideale per Chrysler. Si ricorda un solo precedente: John F. Kennedy, che aveva citato l’azienda italiana commentando lo sbarco in Russia quando fu costruito lo stabilimento di Togliattigrad. QUALITA’ 1 Sergio Marchionne è: molto insolito, franco, diretto, brillante, furbo, non ha timori reverenziali, imprevedibile, sovvertitore, sa come funzionano i media (quando deve fare colpo sulle controparti o lanciare un messaggio, usa la stampa internazionale), tendenzialmente inafferrabile, antidivo nell’aspetto e nell’atteggiamento, ruvido ma simpatico, rapido ma flessibile, disposto a esprimere un punto di vista e a cambiarlo, ipercinetico (giovedì 30 aprile ha chiuso a Washington. Venerdì è rientrato a Torino. Sabato si è saputo che lunedì sarebbe stato a Berlino per convincere i tedeschi a dargli Opel. Martedì è ripartito per l’America) ecc. QUALITA’ 2 Umberto Agnelli preferì Marchionne ad altri due candidati: lo giudicò abile, sicuro di sé ma non presuntuoso, chiaro nei programmi ecc. DICONO DI LUI 1 Gianluca Gabetti, il principale consigliere degli azionisti Fiat (gli Agnelli). Ha detto di lui che non va guardato come si guarderebbe un manager, ma come si farebbe con un artista. DICONO DI LUI 2 « l’uomo che mi ha fatto fare il mio primo miliardo» (il barone August von Finck. Con Flavio Cotti segnalò Marchionne a Umberto Agnelli). ORIGINI Concezio Marchionne, maresciallo maggiore dei carabinieri, padre di Sergio. Era di Cugnoli, paesino in provincia di Pescara che negli anni Sessanta contava poco più di duemila abitanti. Nel 1966, raggiunta la pensione anticipata, decise insieme alla moglie Maria Zuccon di andarsene in Canada. INFANZIA Nato a Chieti nel 1952, Sergio Marchionne arrivò in Canada che aveva 14 anni. I suoi primi ricordi di Toronto sono: le auto, i tram rossi e crema, i Fruit loops (anelli di cereali colorati e al gusto di frutta) ecc. STUDI Prima frequenta il corso d’inglese che il governo canadese offriva agli immigrati per integrarsi, poi entra alla scuola dei padri brasiliani, la St Michael’s College School. Dopo, tre lauree: in filosofia, in economia e commercio e in legge. VERGOGNE Ha raccontato a Clemente Mimun che ha impiegato sei anni per parlare l’inglese senza vergognarsi dell’inflessione italiana. Sullo stesso periodo a Mario Calabresi ha detto: «Sei anni persi con le ragazze». PIACERI Da bambino gli piaceva pescare. Da ragazzo diceva che gli sarebbe piaciuto insegnare. CARTE Il presidente dell’Associazione nazionale dei carabinieri, Tonino Giallonardo, vecchio amico di Concezio Marchionne. Ha raccontato al Foglio che per anni, in sezione, Sergio aveva trascorso le sue serate a giocare a scopa, briscola e «anche a poker, e giocava bene». In realtà Marchionne ha imparato a giocare a poker da adulto. CARRIERA 1 Marchionne inizia a lavorare mentre studia all’università (faceva lo sportellista alla TD Bank, diretta da un italo canadese). A 31 anni entra nell’area fiscale di Deloitte Hakins & Sells, una delle prime quattro società al mondo per la consulenza e la revisione contabile. Nel 1983 passa alla Lawson Mardon Group, società di packaging. Nel 1989 va prima alla Glenex, poi alla Acklands (azienda di componentistica automobilistica). Nel 1992 torna alla Lawson Mardon Group e ha il primo contatto con l’Italia (la società era stata comprata da Sergio Cragnotti). La Lawson poco dopo è venduta alla svizzera Alusuisse Lonza (Algroup dal 1998), una conglomerata di media grandezza che si occupava di alluminio, chimica e packaging. Marchionne è il capo della finanza. Quando gli chiedono un consiglio su un nuovo amministratore delegato, dice che se non fosse stato uno in gamba, se ne sarebbe andato. Quella posizione è proposta a lui. Marchionne assume il comando dell’azienda svizzera a 41 anni. Guadagna 150mila dollari l’anno. ACCA Alla Aluisse pronunciavano Marchionne «Marcionne». POESIE «Come to the edge he said / Come to the edge / They came and were afraid / Come to the edge he said/ He pushed /And they flew» (Avvicinatevi all’orlo del baratro disse /Avvicinatevi all’orlo del baratro / Si avvicinarono ed ebbero paura / Avvicinatevi all’orlo del baratro disse / Li spinse / E volarono). Versione della poesia Come to the edge composta dal poeta inglese Christopher Logue nel 1968 per il cinquantesimo anniversario della morte di Guillaume Apollinaire che Marchionne faceva circolare in Alusuisse). CARRIERA 2 Dal 1984 al 1994 è segretario dell’Associazione nazionale dei carabinieri di Toronto. CARRIERA 3 Dopo essere stato amministratore delegato di Alusuisse/Algroup, diventa capo del Lonza Group, nato dallo scorporo delle attività chimiche e biotecnologiche di Algroup. Nel 2002 entra in Sgs, Société Générale de Surveillance, società di certificazione partecipata da Ifil, finanziaria della famiglia Agnelli. Avendo lavorato bene in Sgs, nel 2003, dopo la morte dell’Avvocato, entra nel Cda Fiat. Quando nel 2004 muore Umberto Agnelli e Giuseppe Morchio è mandato via, la famiglia e i consiglieri puntano su di lui. INFO Quando arriva in Italia, nessuno sa niente di Marchionne. Le prime informazioni sul suo conto, pubblicate sul sito ItalPlanet.it, sono il resoconto di una festa all’associazione nazionale dei carabinieri di Toronto cui aveva partecipato nel novembre 2004. PRESENTAZIONI Marchionne è segnalato a Umberto Agnelli e a Gianluigi Gabetti dall’ex presidente della Confederazione svizzera Flavio Cotti (dal 2000 consigliere d’amministrazione indipendente della Fiat) e da un loro socio in Sgs, il barone August von Finck. RISULTATI Marchionne arriva in Fiat nel 2004, quando l’azienda è sull’orlo del commissariamento di Stato. Nel 2007, primo gruppo industriale del Paese, chiude con un utile record di due miliardi di euro e, nel 2008, con 1,7. La holding fattura 58,5 miliardi di euro, ha 178 stabilimenti, 185mila dipendenti nel mondo (il 42%, 76.779, in Italia) e tocca un utile record di due miliardi di euro, nel 2008 1,7. Sempre nel 2007 (prima dell’inizio della recessione) la divisione Automobili ha prodotto 2.233.800 vetture, fatturato 26,8 miliardi, ha 50.542 dipendenti di cui il 59,5% in Italia. UFFICIO 1 La sua stanza è al quarto piano del Lingotto. Dentro ci sono: una grande scrivania, un salottino con due divani da due posti di Le Covusier disposti a elle, un tavolino di vetro curvato di Cini Boeri, un Maranz a valvole con casse B & W e, ammonticchiati, cd di Conte, Endrigo, Callas, Vecchioni e il Te Deum di Mozart. Su un mobile ad angolo si trovano: un cappello da carabiniere e un vecchio elmetto dei pompieri della Fiat. Sparsi, alcuni modellini di trattori e automobili. Dalla finestra si vede uno scorcio di Torino. UFFICIO 2 « un posto strano: dalla mia scrivania posso chiamare chiunque, e tutti mi rispondono. Bisogna stare attenti, perché è una sensazione che può dare alla testa» (Marchionne sul suo ufficio). COLLABORATORI Ha ottanta persone gerarchicamente subordinate che devono riferirgli l’andamento dei vari settori di attività. FAMIGLIA Sposato con Orlandina, canadese di origine italiana. Due figli: Alessio Giacomo, 18 anni, studia economia in Canada, e Johnatan Tyler, 14 anni, frequenta un liceo inglese in Svizzera. Del maggiore ha detto che non lo assumerebbe nell’azienda che dirige. A entrambi ha consigliato almeno due lauree, di cui una nel sistema anglosassone. LEGAMI «Più sono costretto a girare per il mondo, più apprezzo la Svizzera». Della Svizzera gli piacciono: la qualità della vita, l’attaccamento ai valori sociali, il rispetto per la legge e l’ordine, la disciplina, l’affidabilità della gente, il senso democratico ecc. CASE Marchionne vive tra tre case. Quella di Torino, dove dorme (una persona gli porta la colazione la mattina e poi se ne va), un appartamento a Cham affacciato sul lago (il suo preferito) e uno chalet ristrutturato sopra Montreux, dove vivono moglie e figli. FUMO 1 Fuma incessantemente (Marlboro rosse soprattutto), anche a tavola. FUMO 2 Alla morte di Luciana, la sua unica sorella, trascorse dieci giorni chiuso in camera a leggere i russi e a fumare. PIACERI 1 Gli piace la cucina abruzzese, beve acqua minerale. PIACERI 2 Ogni tanto la sera va a mangiare la pizza con gli autisti e la scorta. HOBBY Questione della passione per le carte: gioca da sempre, il poker l’ha imparato in Italia, con i ragazzi della Fiat. Compagni di gioco: Alfredo Altavilla, Gianni Coda, Simone Migliarino, Paolo Monferino, Riccardo Tarantini ecc. Posta: simbolica, non si passa mai (pare) alla riscossione. AUTO La sua prima automobile fu una Fiat 124 coupé avuta in regalo per i suoi sedici anni (ebbe subito un incidente). Poi comprò una Honda. La penultima è stata una Cinquecento nero opaco. Di solito è ferma nel parcheggio sotterraneo della palazzina direzionale davanti al Lingotto. L’ultima auto è una Ferrari 430 Scuderia. Ha anche una Enzo. LOOK 1 La storia del maglione è nata così: una volta si mise una maglia di Tommy Hilfiger e ne coprì il logo con una bandierina tricolore. Da quel momento usò solo maglioni scuri con una microapplicazione bianca, rossa e verde. Prima erano blu, poi sono diventati solo neri. ITALIANI Una volta, parlando di un uomo potente di cui non condivideva lo stile, disse: «Si veste da italiano». LOOK 2 «Non ho cravatte qui con me e non ho intenzione di infilarmene una per l’occasione» (Toni Simonetti, portavoce di General Motors e autrice dello scatto che ha immortalato Marchionne e Wagoner mentre si stringevano la mano, ha raccontato di aver sentito dire a Marchionne queste parole). LOOK 3 Si è messo la cravatta solo per andare in Vaticano e per una visita al Quirinale. CITAZIONI Citazioni preferite: Lewis Carrol di Oltre lo specchio, l’incipit di Una storia tra due città di Charles Dickens, Mel Gibson in Braveheart, Bach, Beethoven, Buffett, Clinton, Gerstner, Immelt, Machiavelli, Mozart, Neruda (adora il Te Deum), Nietzsche, Nitti, Popper, Schumpeter, Welch ecc. Ogni tanto anche Bertrand Russel: gli piace l’idea che un individuo sensato sia socialista da giovane, conservatore da adulto. Lui a quattordici anni era maoista, a venticinque gli piaceva Trudeau. Prima di Trudeau, dice, il Canada era solo un paese dove faceva freddo. FATTO «Una cosa fatta, nel mio linguaggio vuol dire che è fatta» (Marchionne durante una riunione). VALORE Fiat Group vale il 5% del prodotto interno lordo italiano. MARCHIONNISMO Definizione del marchionnismo secondo Marco Ferrante: «Al centro dell’azione c’è un prodotto da vendere in un mercato domestico privo ormai di protezioni, e in mercati internazionali in cui la quota di mercato è ridotta della metà rispetto ai bei tempi. Marchionne ritiene che in un mondo ideale non dovrebbe esserci rapporto di scambio con il sistema pubblico. Ma siccome non è così, esso va limitato a un equo rapporto di ragionevole contrattualismo. Non si può intervenire drasticamente sulla parte fiscale né sul costo del lavoro. Bene, allora, sulla prima questione, con i suoi uomini prova a vedere che cosa si può fare: per esempio, la rottamazione per le auto a emissioni inquinanti. Sul costo del lavoro, invece cerca di stabilire relazioni sindacali fondate sulla fiducia nella leadership, sulla capacità di mantenere le promesse e sulla contropartita economica, come avviene a partire dal contratto integrativo firmato anche dalla Fiom nel 2006».