Laura Galvagni, ཿIl Sole-24 Ore 12/6/2009;, 12 giugno 2009
BERLUSCONI A MARCHIONNE: «ADESSO AVANTI CON OPEL»
Chiusa positivamente Chrysler lo sguardo torna su Opel. A ruotare il mirino è stato il presidente del consiglio Silvio Berlusconi che ieri, in occasione della presentazione della flotta Fiat
per il G8 (221 vetture di cui 33 auto elettriche con il marchio Chrysler e 90 Lancia Delta Executive) ha commentato: «Stiamo facendo tutti il tifo per la Fiat che avuto una bellissima affermazione con Chrysler sul mercato americano. Per la Opel c’è una proposta con forti basi industriali che è ancora sul tavolo. Aspettiamo che la situazione si definisca anche su questo secondo fronte europeo». La battuta è giunta in contemporanea con alcune dichiarazioni provenienti da Berlino, dove il ministro dell’Economia Karl-Theodor zu Guttenberg ha sottolineato che, malgrado il memorandum d’intesa con Magna, «il dialogo deve restare aperto anche con Fiat». Insomma, il progetto di realizzare il secondo operatore al mondo nel settore auto potrebbe non essere definitivamente tramontato. Intanto, però, i manager Fiat sono focalizzati per dare vita al sesto costruttore mondiale. Un progetto che ieri ha ricevuto il plauso del presidente Luca Cordero di Montezemolo che si è detto «molto», anzi «moltissimo» soddisfatto. « una cosa - ha aggiunto - molto bella e importante». Un entusiasmo condiviso anche dal presidente di Confindustria Emma Marcegaglia: «Siamo contenti che si sia concluso questo matrimonio. un grande successo per la Fiat e per il paese». Nozze che consentono al gruppo di «avere accesso al mercato americano» che, sebbene in questo momento soffra, «è comunque un grande mercato». L’operazione FiatChrysler, ha chiosato il presidente, «rafforza Fiat e le Pmi legate» al Lingotto.
L’intera questione Detroit sarà anche uno dei temi cruciali dell’incontro fissato per il 18 giugno a Palazzo Chigi tra il governo, Fiat, i presidenti delle Regioni dove sono ubicati i principali impianti del Lingotto e i sindacati. Il vertice sarà presieduto dal premier Berlusconi. Ad annunciarloè stato il ministro dello Sviluppo Economico Claudio Scajola.
«Dobbiamo negoziare e discutere ancora: riguardo la ricaduta sui siti italiani non è scritto ancora niente. Difendiamo dal punto di vista oggettivo le ragioni dei nostri lavoratori», ha invece spiegato il ministro del Lavoro, Maurizio Sacconi.
Il confronto sarà serrato ma allo stato l’agenda di Marchionne ha di certo come impegno improrogabile quello di far funzionare l’integrazione con Chrysler. Un obiettivo che l’amministratore delegato e il suo braccio destro, Alfredo Altavilla, hanno intenzione di perseguire dedicandosi il più possibile al progetto. Al punto che c’è chi non esclude che i due manager passeranno per i prossimi mesi almeno due o tre giorni alla settimana a Detroit. Insomma, niente week end liberi e probabilmente poche ferie finché il motore non sarà ben avviato. D’altra parte il piano è piuttosto ambizioso. Sulla carta l’obiettivo è di condividere 10 piattaforme (i primi scambi di tecnologia sono già iniziati), sei per Chrysler, di cui tre per produrre vecchi modelli e tre per lo sviluppo di nuove vetture, e quattro per Alfa Romeo e Fiat. L’idea è di riuscire a chiudere la ristrutturazione di Chrysler nell’arco dei prossimi tre anni. Ma l’obiettivo potrebbe anche essere raggiunto prima. Allo stato il piano è tarato ipotizzando che per i prossimi anni il mercato americano non riesca ad assorbire più di 10 milioni di vetture l’anno. Ma diversi osservatori credono che nell’arco di dodici mesi si possa tornare sui 13-14 milioni di auto immatricolate. Ciò potrebbe accelerare il piano di rilancio della Chrysler e quindi anticipare il rimborso del debito al Tesoro che al momento si stima verrà ripagato a partire dal 2012.
Il primo passo concreto per la ristrutturazione di Chrysler sarà in ogni caso l’insediamento del consiglio di amministrazione. L’ipotesi è che ciò si concretizzi nell’arco dei prossimi dieci giorni. Allo stato si attende che Fiat, il governo americano, la Veba e lo Stato canadese formalizzino le loro designazioni. Al momento, si conoscono i tre uomini Fiat (Marchionne, Altavilla e Lucio Noto) e un uomo del Tesoro americano (ossia il futuro presidente Robert Kidder).
Le liste dovrebbero essere depositate a breve e la prima riunione potrebbe arrivare a stretto giro. Intanto, il titolo Fiat continua a brindare all’accordo e dopo il balzo della vigilia,ieri le azioni sono cresciute dell’ 1,99% a 7,94 euro. Complice, in parte, anche l’accordo con le Poste svedesi per la fornitura di 3.000 Fiat Fiorino.