Sissi Bellomo, ཿIl Sole-24 Ore 12/6/2009;, 12 giugno 2009
IL BARILE VOLA A 73 DOLLARI, PI FIDUCIA DAI MERCATI
Per niente turbati dall’incertezza sui tempi della ripresa, che si riflette nelle previsioni in parte contrastanti di Banca mondiale e Fondo monetario internazionale, i mercati petroliferi si schierano con decisione dalla parte degli ottimisti: il greggio Wti è volato ieri oltre 73 dollari al barile, per poi chiudere a quota 72,68 (+1,9%), il massimo da ottobre. A incoraggiare gli acquisti, nuovi segnali positivi comparsi sulla scena economica globale ”dalla ripresa dei consumi al dettaglio negli Usa a maggio, alle forti importazioni cinesi di greggio e altre materie prime nello stesso mese ”ma anche il ritorno di un pizzico di speranza nelle previsioni dei maggiori istituti di ricerca pubblici specializzati nel settore energetico.
Dopo l’Energy information administration statunitense, anche l’Agenzia internazionaleper l’energia per la prima volta dallo scorso agosto ha alzato le stime sulla domanda petrolifera 2009. La contrazione prevista resta tuttora ampia (quasi il 3%), ma è stata ridotta da 2,56 a 2,47 milioni di barili al giorno, in seguito alla constatazione che negli ultimi mesi i consumi sono stati meno depressi di quanto si temesse. La stessa Aie mette le mani avanti di fronte a un possibile eccesso di entusiasmo: la revisione, legata in gran parte a una modesta accelerazione dell’industria petrolchimica asiatica, «non implica necessariamente che sia iniziata la ripresa economica globale, anche se potrebbe segnalare che abbiamo toccato il fondo della recessione». «Non dimentichiamo il contesto – esorta David Fyfe, economista dell’Agenzia ”Questo è ancora un mercato in cui la domandaè nettamente in declino».
Gli investitori sembrano non preoccuparsi degli inviti alla cautela. Dopo i mesi più bui della crisi, in cui cercavano di mantenere i portafogli il più possibile liquidi, tornanoa dirigersi in modo sempre più convinto verso asset più rischiosi. I segnali di incoraggiamento, per chi vuole puntare sul petrolio, non mancano: dalla previsione di tensioni inflazionistiche crescenti, ai segnali positivi in arrivo dai maggiori consumatori di greggio, gli Usa e la Cina.