Beda Romano, ཿIl Sole-24 Ore 12/6/2009;, 12 giugno 2009
BCE, DISOCCUPAZIONE IN CRESCITA
Finora la violenta recessione di questi mesi ha avuto un impatto relativamente limitato sulla disoccupazione. Il rischio, però, secondo la Banca centrale europea è di assistere a un aumento dei disoccupati nel prossimo futuro, proprio mentre l’economia della zona euro lancia i primi segnali di stabilizzazione. Il timore è sentito in particolare in Germania.
Nel suo bollettino mensile pubblicato ieri, l’istituto monetario ricorda che l’andamento del mercato del lavoro è sfasato da un punto di vista temporale rispetto all’evoluzione dell’economia. L’impatto di un rallentamento economico giunge con qualche mese di ritardo. In questa circostanza poi a frenare la disoccupazione sono stati numerosi ammortizzatori sociali.
«In base all’evidenza empirica (...) dopo la forte contrazione del prodotto alla fine del 2008 e all’inizio del 2009 potrebbe risultare semprepiù difficile per le imprese mantenere invariati i livelli di occupazione – avverte la Bce nel suo bollettino di giugno ”. possibile che nei prossimi mesi si registrino ulteriori graduali incrementi della disoccupazione». La Bce avverte che «il deterioramento delle condizioni nel mercato del lavoro potrebbe aggravarsi se alla scadenza dei con-tratti a termine dovesse seguire una perdita di posti di lavoro». Naturalmente in un contesto economico difficile, a rischio sono in particolare le persone con un contratto a tempo determinato, ma non solo.
Molti paesi utilizzano ammortizzatori sociali. La Germania ha il Kurzarbeit che consente alle imprese di ridurre il tempo di lavoro chiedendo allo Stato di sobbarcarsi parte dello stipendio. Molte aziende ne hanno fatto uso in questi mesi, sotto la pressione dei politici che non vogliono assistere a un forte aumento della disoccupazione prima del voto federale di settembre.
Il principio del Kurzarbeit esiste da tempo. Di solito un’impresa può usufruirne per un periodo di sei mesi. Di recente, il governo ha deciso di allungare il lasso di tempo a 24 mesi. «Le aziende – spiega da Berlino Lena Daldrup, portavoce del ministero del Lavoro – hanno tempo fino alla fine dell’anno per fare domanda, prima di tornare alle regole originarie».
Oltre 1,4 milioni di persone hanno fatto richiesta per il Kurzarbeit
nel primo trimestre. A un certo punto le imprese dovranno soppesare pro e contro di questa soluzione, rispetto al licenziamento secco. Chi è soggetto al
Kurzarbeit può essere licenziato, ma nel periodo tra l’annuncio del licenziamento e la sua effettiva dismissione la persona deve essere reintegrata a tempo pieno.
Non sorprende quindi che proprio questa settimana il centrostudi Iab legato all’Ufficio federale del Lavoro di Norimberga, ha previsto che il numero dei disoccupati nella Repubblica federale possa salire da 3,3 a 3,7 milioni in media annua nel 2009 e poi a 4,5 milioni nel 2010. Il tasso di disoccupazione oggi è all’8,2% in Germania e al 9,2% nella zona euro.
La Bce – che considera «appropriato » il tasso di riferimento all’1% – mette l’accento sui rischi disoccupazione proprio mentre l’economia lancia segnali di stabilizzazione. La preoccupazione di molti è che il futuro aumento dei disoccupati pesi sui consumi e freni la ripresa. Ecco perché i banchieri centrali non si aspettano un ritorno della crescita prima del 2010.
In questo contesto ancora di grande incertezza economica l’istituto monetario esorta le banche europee a rafforzarsi da un punto di vista patrimoniale, sfruttando «appieno gli interventi pubblici a sostegno del settore finanziario, in particolare per quanto riguarda la capitalizzazione ».L’obiettivo della Bce è dievitare sia tracolli bancari che crisi di liquidità.
Aumento della disoccupazione, aiuti alle banche, misure di stimolo all’economia: tutti questi fattori stanno provocando una deriva dei conti pubblici nella zona euro. Ormai il deficit a livello aggregato potrebbe salire dal 5,3% nel 2009 al 6,5% del Pil nel 2010, tanto che la Bce ricorda ancora una volta quanto sia importante una strategia di risanamento a lungo termine.