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 2009  giugno 11 Giovedì calendario

AGLI SCRUTINI CON L’OSTACOLO DELLE INSUFFICIENZE «COPERTE» - I

presidi delle scuole medie della zona 8 di Milano hanno cercato di fare chiarezza e stabilire una linea comune per orientarsi fra i dubbi lasciati dalla legge 169/ 2008 («Disposizioni urgenti in materia di istruzione e università»). Lo hanno fatto per conto loro e prima di ricevere l’ultima nota del ministero dell’Istruzione,la 6051 del 9 giugno: quella che chiarisce che il "sei rosso" non esiste. Mario Uboldi, preside della statale Eugenio Colorni di Milano, è fra quelli della zona 8 che, accanto ai sei "politici" (con un cinque in pagella, da quest’anno, alle medie si viene bocciati), hanno deciso di scrivere «per voto del Consiglio di classe ». Una scelta dei docenti per evitare bocciature di massa.
Che quella sollevata dal "sei rosso" fosse una polemica senza «nessun riscontro normativo» e per la quale non ci fosse motivo di inviare una circolare - come dice Francesco Scrima, segretario generale della Cisl scuola - lo afferma la maggior parte dei dirigenti scolastici. Il punto è fare chiarezza su come segnalare le insufficienze (mascherate) ai genitori dei ragazzi.
Le soluzioni
Alla scuola media Bellini di Novara hanno optato per un asterisco a fianco del sei che rimanda alla dicitura «obiettivi parzialmente raggiunti». Ma gli scrutini erano iniziati prima dell’ultima circolare, e se il sei scritto in rosso non è contemplato, si interrogano i docenti, forse non lo è nemmeno l’asterisco. Nelle pagelle di un istituto ligure, che chiede di rimanere anonimo, una scheda aggiuntiva segnala le «difficoltà» (pari a un quattro) o le «incertezze » (cinque) dei ragazzi.
Per Valentina Carozzo, che insegna scienze, le nuove regole per la promozione «creano un problema di comunicazione con le famiglie, con cui si è costretti a essere meno chiari ». Vittorio Antonio Ambrosio, professore della scuola media «Don Gino Ceschelli» di San Giuseppe Vesuviano, invece, sposta l’attenzione su altri aspetti della 169, legge mal concepita, poichè tenta di rendere più selettive le scuole superiori di primo grado: «Mi sembra che si voglia anticipare quel processo di divisione in "buoni e cattivi", che spetta alla scuola superiore di secondo grado».
La formazione
E, forse, i problemi della nostra istruzione sono altri rispetto ai "sei rossi". I numeri, infatti, parlano chiaro: anche se solo lo 0,1% degli studenti abbandona le scuole medie, una volta superata l’età dell’obbligo scolastico, in Italia il 16% dei ragazzi fra i quindici e i diciotto anni - rileva l’Istituto statistico del ministero dell’Istruzione - non è impegnato in alcun percorso formativo. Non solo: il 19,2% ha solo la licenza media (dato relativo al 2007). Il quadro, già di per sé preoccupante, è delineato anche dalle indagini Pisa ( Programme for International Student Assessment)
sulla qualità nella formazione degli studenti italiani. Lo studio sulle competenze scientifiche che, va ricordato, è aggiornato al 2006, relega l’Italia al 36° posto sui 57 Paesi campione, addirittura nove posizioni più in basso rispetto alle rilevazioni del 2003.
«Con la 169 - conclude Ambrosio - sembra che si voglia compiere il tentativo di equiparare la scuola media ai licei. Un tentativo che vorrebbe far perdere alla scuola dell’obbligo il suo ruolo principale, che è quello di formare gli studenti». E magari spingerli a continuare gli studi.