ཿIl Sole-24 Ore 11/6/2009;, 11 giugno 2009
SULLA RIFORMA ELETTORALE NON SI VOTER
Gordon Brown ha annunciato la riforma istituzionale che darà alla Gran Bretagna una seconda Camera, quella dei Lords, parzialmente eletta. una svolta epocale che si inserisce in quel complesso di proposte che il premier ha illustrato ieri ai Comuni nella prima uscita dopo il rimpasto di governo.
Ha glissato sui tempi e la portata della revisione del sistema elettorale per i Comuni precisando che una riforma è allo studio, ma non prevede alcun referendum sul nuovo sistema prima delle votazioni generali. L’ipotesi circolata ieri con forza prevedeva la correzione del maggioritario con il cosiddetto voto alternativo che consente all’elettore di scegliere fra diversi candidati dello stesso partito nello stesso collegio. Le proposte sia per i Lords che per i Comuni saranno messe a punto entro il 21 luglio. In quella stessa bozza l’esecutivo britannico definirà i termini per la costituzione di un organo indipendente che dovrà sostituire l’autogoverno dei parlamentari nella gestione delle proprie spese.
Proprio la libertà nell’organizzazione dei rimborsi aveva spalancato l’uscio su una serie di scandali che hanno precipitato i partiti maggiori del paese in una crisi profonda. Questo per Brown è inaccettabile. «La credibilità dei Comuni ha detto il premier- può essere ristabilita solo attraverso riforme radicali». Quella del sistema di voto - se effettivamente passerà - è una, l’introduzione dell’organismo di controllo esterno un’altra.Ma non finirà qui. Brown, vuole l’approvazione di un codice di comportamento che dovrà essere adottato da tutti i deputati.