Augusto Grandi, ཿIl Sole-24 Ore 2/6/2009;, 2 giugno 2009
A MAGGIO SI FERMA L’EFFETTO INCENTIVI
Non bastano ancora gli incentivi alla rottamazione per far invertire la tendenza negativa al mercato italiano dell’auto. A maggio le immatricolazioni sono state 188.670, con una flessione dell’8,59% rispetto al corrispondente mese del 2008. Gian Primo Quagliano, direttore del Centro studi Promotor, sottolinea che il mese scorso ha avuto un giorno lavorativo in meno rispetto allo scorso anno, «e questo vale circa il 4,5%». Ma ad influire negativamente è anche la difficoltà di fornitura delle vetture più richieste, cioé quelle che possono beneficiare degli incentivi.
In particolare la richiesta è elevata per i modelli a metano e gpl la cui quota è salita il mese scorso al 20,99% (era al 6,11% nel maggio 2008). E a proposito di difficoltà di consegne, ieri Fiat ha reso noto che lo sciopero a Melfi di due aziende dell’indotto sta determinando una perdita di produzione pari a 1.500 vetture al giorno. A Melfi, grazie anche alle versioni metano e gpl della Grande Punto, la cassa integrazione era stata annullata e si stava facendo ricorso al lavoro straordinario.
Ma al di là delle vetture acquistate con incentivi, che rappresentano circa il 23% dei modelli e delle versioni offerte, la situazione del mercato appare tutt’altro che entusiasmante. «Il sistema di incentivi – rileva Gianni Filipponi, segretario generale dell’Unrae – si esprime in una forte richiesta di auto di piccole dimensioni. Una domanda che richiede tempi di consegna ormai piuttosto lunghi e questo sta cominciando ad avere risvolti negativi anche sulla propensione all’acquisto ». Infatti, pur tenendo conto del giorno lavorativo in meno, maggio ha visto la raccolta ordini diminuire rispetto allo scorso anno (187mila contratti contro i 194mila del maggio 2008) ed è la prima volta che si verifica da quando sono stati introdotti i nuovi incentivi.
Il dato complessivo degli ordini resta comunquem positivo (1.035.000 nei primi 5 mesi, +3,7%) mentre le immatricolazioni dall’inizio dell’anno sono 918.084, in flessione del 14,7%. Dunque, secondo Quagliano, esistono i margini per un miglioramento dei dati relativi alle immatricolazioni.
Miglioramento che dovrebbe registrarsi nei prossimi mesi insieme ad una ripresa delle auto aziendali. Un comparto – rileva Quagliano – che a maggio ha fatto registrare una flessione del 46,21% a fronte di un incremento dell’11,34% delle vendite ai privati.
Con la ripresa degli acquisti aziendali dovrebbero aumentare le vendite delle auto di maggior dimensione. Mentre ora i segmenti A e B rappresentano il 62,19% delle consegne a fronte del 56,48% dello scorso anno. Ovviamente le prospettive per le auto degli altri segmenti sarebbero migliori qualora venisse esteso il sistema degli ecoincentivi, sul modello di quanto previsto in Germania. O con un’introduzione di una sorta di Tremonti ter che aiuterebbe anche il mercato, particolarmente depresso, dei veicoli commerciali.
Nel frattempo il gruppo Fiat ”secondo l’Anfia ”beneficia degli incentivi a favore delle vetture con minor impatto ambientale.
E la quota del Lingotto, a fronte di quasi 65mila consegne (-3,3%), sale dal 32,6 al 34,4%. In particolare il machio Fiat cala del 3,3%, Alfa Romeo del 10% e Lancia dello 0,18%. Per Fiat bene Punto e Panda, ai primi due posti della top ten dei modelli più venduti, con la 500 in quarta posizione e la Bravo in sesta davanti alla Lancia Ypsilon.
Per quanto riguarda le marche straniere, maggio vede in crescita Audi, Chevrolet, Dacia (un exploit da +225%), Ford (+32% e primo posto tra le marche estere), Honda, Hyundai (+78,7%), Kia. Per tutte le altre i cali sono estremamente differenziati. Tra Porsche e Nissan sostanzialmente stabili, Mini in diminuzione contenuta e le flessioni a due cifre di quasi tutti gli altri principali marchi importati. Tra le straniere, nella top ten dei modelli entrano la Ford con la Fiesta, l’Opel con la Corsa, Volkswagen con la Golf, Citroën con la C3 e la Chevrolet con la Matiz.