Giornali vari, 2 marzo 2009
Anno VI - Duecentosessantesima settimanaDal 23 febbraio al 2 marzo 2009Aerei L’aereo turco che mercoledì 25 s’è schiantato sulla pista dell’aeroporto Schipol di Amsterdam (9 morti, 125 sopravvissuti) potrebbe essere andato giù perché senza benzina
Anno VI - Duecentosessantesima settimana
Dal 23 febbraio al 2 marzo 2009
Aerei L’aereo turco che mercoledì 25 s’è schiantato sulla pista dell’aeroporto Schipol di Amsterdam (9 morti, 125 sopravvissuti) potrebbe essere andato giù perché senza benzina. Le compagnie, per risparmiare in questi tempi di crisi, riempirebbero i serbatoi col contagocce. Gli esperti dicono che è impossibile, dato che la normativa impone paletti rigidissimi. Ma i dati della Civil Aviation Authority mostrano che gli atterraggi col carburante in riserva l’anno scorso sono stati 27, contro gli 11 del 2003. La Federal Aviation Authority ha avviato un’inchiesta su Newark-New York dove nel 2008 sono arrivati in riserva 96 voli, il doppio del 2007. Caricare poca benzina serve soprattutto a diminuire il peso del velivolo e a farlo perciò viaggiare a un costo più basso.
Genova Per risparmiare energia, la Regione Liguria si accinge a tener spente tutte le luci delle città da mezzanotte alle cinque del mattino.
Obama Obama ha tenuto seriamente impegnati i titolisti del mondo. Lunedì 23 la Casa Bianca ha fatto capire di essere disponibile a prender su di sé una quota del 40% di Citigroup, le cui casse sono a secco (a fine settimana s’è poi saputo che il governo prenderà una quota oscillante tra il 25 e il 40% col sistema di trasformare in ordinarie le sue azioni privilegiate: la banca è comunque in coma, insieme a un gruppo di altre come Bank of America, Wells Fargo e la compagnia di assicurazioni Aig, che viene salvata ormai ogni tre mesi). Il giorno dopo il Presidente ha pronunciato il suo primo discorso al Congresso, un’infiammata orazione imperniata sul concetto che «ce la faremo» e «i giorni migliori devono ancora venire». Giovedì 26 ha presentato le linee guida del suo piano economico. I punti-chiave sono due: tasse più alte per chi ha introiti superiori ai 250 mila dollari l’anno («far pagare i ricchi») e sistema sanitario esteso a tutti. Gli esperti hanno subito calcolato che il rapporto deficit/pil (quello che nella Ue non deve superare il 3%) sarà per gli Stati Uniti pari al 12,5%. Wall Street, che aveva fatto un bel rimbalzo il giorno del discorso al Congresso, s’è inabissata all’annuncio del piano ed è caduta ancora di più il giorno dopo, venerdì, quando s’è saputo che il Pil americano è sceso nell’ultimo trimestre del 2008 del 6,2%, un tonfo che non si verificava dal 1982. La Borsa non s’è fatta commuovere neanche dall’annuncio che gli americani lasceranno l’Iraq il 31 agosto del 2010. Parlando alla nazione, Obama ha poi annunciato che le lobby economico-finanziare si preparano a fargli la guerra (in effetti i repubblicani intendono dar battaglia al Congresso), ma che lui le piegherà. In questo modo Barack ha il nemico da portare alla sbarra nel caso il piano annunciato – come molti temono – si riveli alla fine una catastrofe. Mentre scriviamo (lunedì 2 marzo, ore 10 del mattino) le Borse stanno tracollando e l’inglese Hsbc ha annunciato utili in calo del 70% e seimila licenziamenti.
Europa In Europa, i capi dei vari governi o i loro ministri economici si incontrano ormai ogni domenica, consuetudine che aumenta la sensazione di un qualche imminente crack colossale. L’imputato numero 1 è la Grecia: gli esperti dicono che al 96% non sarà in grado di rimborsare i suoi bot. Poi c’è il problema dell’Europa Orientale, molto simile a quello dell’Est asiatico del 1997: indebitamento in valuta straniera e prossima impossibilità di far fronte all’esposizione. Qui il pasticcio è molto bancario, nel senso che le banche dell’Ovest, durante il boom post-comunista di quelle economie, hanno prestato soldi alle Banche dell’Est – spessissimo delle loro controllate – e quando tra poco le Banche dell’Est non saranno più in grado di restituire i denari alle loro capogruppo occidentali i guai potrebbero essere molto seri. Guido Tabellini, parlando soprattutto di Unicredit, ha scritto sul Sole 24 Ore che in ogni caso si tratta di paesi piccoli e quindi di cifre relativamente contenute. Ma se si innestasse una reazione a catena? Per esempio, se Ungheria e Lettonia dovessero saltare per aria, il loro principale creditore, che è l’Austria, seguirebbe di sicuro. Il premier ungherese, Ferenc Gyurcsany, ha chiesto agli altri Paesi europei di mettere a disposizione 180 miliardi per salvare l’Europa orientale. I primi ministri, riuniti a Bruxelles, hanno risposto di no («Valuteremo caso per caso»). La Merkel, a cui hanno evidentemente riferito che si parla di 18 mila miliardi di euro di titoli tossici custoditi nelle banche europee, ha pronunciato una frase storica: «Sconsiglio di mettersi a discutere su cifre gigantesche».
Italia In Italia, Berlusconi ha ribadito che le nostre banche sono una sicurezza, non hanno titoli tossici, non corrono alcun rischio. stato anche approvato il decreto che permette a ciascun istituto di emettere i cosiddetti «Tremonti bond»: il ministero li acquisterà facendo arrivare denaro fresco nelle casse delle banche e facendo pagare un tasso del 7,5-8,5 per cento. Le banche, saldato l’interesse, non avranno l’obbligo di restituire il capitale, fatto che permetterà loro di considerare quelle somme patrimonio e di migliorare quindi il profilo bilancistico. In cambio, però, gli istituti dovranno garantire credito alle piccole e medie imprese in una misura almeno pari a quella dell’anno precedente e saranno impegnate a sospendere per un anno l’incasso delle rate di mutuo a disoccupati e cassintegrati.
Pd Berlusconi ha detto che in televisione Franceschini funziona e che quindi non è il caso di prendere sottogamba il nuovo capo del Pd. Bene a parer suo – mediaticamente parlando – anche la cerimonia del giuramento sulla Costituzione. Franceschini, da Bari, ha chiesto che il governo garantisca un assegno a tutti i disoccupati, magari con un decreto legge. Berlusconi ha risposto che non ci sono i soldi per un provvedimento del genere. Le guerre intestine nel Pd sono per il momento placate, i dalemiani sostengono con convinzione il nuovo segretario.
Testamento biologico Una mina vagante per l’unità del Pd è stata disinnescata: il presidente del Senato Schifani ha proposto «qualche ulteriore settimana di riflessione» sulla legge relativa al testamento biologico. Il lettore ricorderà che alla morte di Eluana il governo aveva ritirato il decreto che imponeva di continuare a idratare e nutrire i pazienti in coma vegetativo, e in cambio i partiti si erano impegnati ad approvare la legge relativa in 15 giorni. Le divisioni all’interno del Pd, ma anche del PdL, hanno consigliato di soprassedere, probabilmente sine die. La Procura di Udine, intanto, dando seguito a una denuncia del Comitato Verità e Vita, ha aperto un fascicolo su Beppino Englaro, nel quale si ipotizza il reato di omicidio.
Scioperi Il Consiglio dei Ministri ha varato un nuovo disegno di legge delega – che deve essere approvato dal Parlamento – nel quale si pongono limiti severi alla possibilità di scioperare nei trasporti pubblici: bisogna che il sindacato che proclama lo sciopero abbia la rappresentanza del 50 per cento dei lavoratori. Oppure che si proclamino ”scioperi virtuali”: si tratta di astensioni in cui lo scioperante si presenta al lavoro regolarmente, ma versa la sua giornata a un fondo di solidarietà o di beneficienza. Il datore di lavoro, a sua volta, deve versare gli stessi soldi, moltiplicati per due o per tre, allo stesso fondo. Polemiche e ringhi della Cgil («Stiano attenti»). Però il Pd, lo scorso ottobre, aveva presentato al Senato una proposta di legge dai contenuti analoghi.