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 2009  marzo 20 Venerdì calendario

Siria Lo scorso 10 marzo ha riaperto la Borsa di Damasco, chiusa da 46 anni. Sei società quotate (quattro banche, una compagnia di trasporti e un’azienda di servizi) destinate a diventare tredici e a crescere ancora di numero nei prossimi mesi

Siria Lo scorso 10 marzo ha riaperto la Borsa di Damasco, chiusa da 46 anni. Sei società quotate (quattro banche, una compagnia di trasporti e un’azienda di servizi) destinate a diventare tredici e a crescere ancora di numero nei prossimi mesi. Fino al prossimo autunno le contrattazioni si svolgeranno solo il lunedì e il giovedì. Regole: Borsa aperta a tutti, anche agli stranieri, ma divieto di trasferire all’estero l’investimento iniziale per sei mesi; divieto di comprare e vendere lo stesso titolo lo stesso giorno, vietato incassate dalla vendita una percentuale superiore al 2% (oltre questa percentuale è già ”eccesso di rialzo”). In Siria c’è inflazione, provocata anche dall’arrivo di un milione e 200 mila profughi iracheni che hanno fatto esplodere il mercato della casa. Preoccupazione per il rientro in patria di 700 mila siriani oggi emigrati in Arabia Saudita e colpiti da un programma di nazionalizzazione del lavoro deciso a Riad. Le rimesse degli stranieri l’anno scorso hanno garantito l’afflusso di 850 milioni di dollari. Il Pil dipende per un terzo dall’agricoltura, tormentata da tre anni dalla siccità. Disoccupazione al 20%, metà della popolazione ha meno di 18 anni. Obbligo di crescere ogni anno del 6-7% per creare un numero sufficiente di posti di lavoro.